Le garanzie del Summer Festival? Una fideiussione bulgara

La società organizzatrice del maxifestival, poi naufragato, doveva pagare 115mila euro al Comune. Ma è venuto fuori che la fideiussione era di una società di Sofia, già in difficoltà da mesi e segnalata più volte dall'autorità di vigilanza bulgara e italiana

sciarè

Un festival alla prima edizione, una società con capitale di mille euro, una garanzia su un impegno economico verso il Comune per 115 mila euro. Era un equilibrio fragile, quello dei rapporti tra Summer Festival e Comune di Gallarate. Che ora si scopre ancora più fragile: perché la garanzia sui 115mila euro da versare è una fideiussione che è stata emessa da una società di base in Bulgaria. Che – dicono le autorità di garanzia – navigava già da mesi in cattive acque e non era affidabile.

Il Summer Festival della Mec srl aveva aperto a inizio estate, tra grandi speranze, di lavoro e di incassi (anche per il Comune), invece ha finito per chiudere a metà luglio, con le ultime settimane semi-disastrose, tra contestazioni sull’impatto acustico, fuggi-fuggi degli standisti, concerti annullati. Un brutto crack per imprenditori e investitori, ma anche un problema per le casse comunali: perché il Comune doveva incassare 115 mila euro, anche per servizi erogati (Polizia Locale, ad esempio) e invece ne ha ricevuti solo 27.500, come ha spiegato in consiglio comunale l’assessore alle attività produttive Claudia Mazzetti il 29 settembre, in consiglio comunale, rispondendo ad una interrogazione a risposta diretta della consigliera Anna Zambon. E il resto? La Mec srl, l’organizzatore, dovrebbe pagarli, ma in ogni caso ci dovrebbe essere la garanzia fideiussoria, richiesta dal Comune. E proprio su questo si è fatto un gran parlare: esiste? Da chi è garantita? Con che modalità?

Ora salta fuori la pista bulgara: la fideiussione da 92.500 euro è stata emessa a Sofia dalla Nedejda Insurance Company, con sede proprio nella capitale della Bulgaria. L’ha scoperto – o meglio: l’ha fatto venire alla luce – il Partito Democratico: i consiglieri comunali, insieme alla lista civica Città è Vita, hanno fatto un “accesso agli atti”, una richiesta di documentazione all’ente Comune.

Ora, pare che la compagnia bulgara Nadejda decisamente non offra garanzie solide: l’IVASS, l’istituto nazionale italiano di vigilanza sulle assicurazioni, ha infatti pubblicato in un anno e mezzo una mezza dozzina di avvertimenti su Nadejda (compresi i dettagli dall’autorità bulgara), fino ad arrivare al 17 agosto 2017 alla revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività assicurativa.

Ora Pd e Città è Vita hanno presentato una interrogazione per chiedere “se e attraverso quali procedure sia stata la verificata la veridicità sostanziale della polizza” e se nel frattempo il Comune si sia mosso per chiedere “incassare” la fideiussione bulgara. «Prima gli italiani, ma dopo i bulgari» ironizza Giovanni Pignataro, capogruppo del Pd, facendo il verso allo slogan leghista speso anche a Gallarate. Pignataro non nasconde la preoccupazione «per l’escussione di questa fideiussione». «Mi auguro di tutto cuore che il Comune riesca a farsi pagare dagli organizzatori della Mec srl o a escutere la grazia fideiussoria. Certo la scoperta che ci si è affidati ad una società bulgara che naviga in cattivissime acque da novembre 2016, preoccupa grandemente».

Occhio alle date, perché non sono secondarie: a novembre 2016 risale la prima segnalazione dell’Ivass sulla “commercializzazione di polizze fideiussorie contraffatte”, a cui seguiranno poi ulteriori aggiornamenti nei mesi successivi, trasmessi dalle autorità di vigilanza bulgare. Proprio al 1° giugno 2016 (nei giorni in cui veniva emessa la fideiussione per il Summer festival) l’ente di sorveglianza italiano già avvertiva che le dichiarazioni di Nadejda sulla propria solidità finanziaria non corrispondevano alla realtà. Ma la fideiussione bulgara e traballante non insospettì nessuno, a Gallarate, dove fu “notificata” il 14 giugno: il festival – considerato l’evento dell’estate e rivendicato come successo anche dell’amministrazione comunale – partì lo stesso. «Era tra gli istituti ancora accreditati dall’Ivass, non potevano rifiutarlo» si difende (qui l’intervista completa) l’assessore Mazzetti.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 06 Ottobre 2017
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