Bisogna tassare Google e Apple ma mancano strumenti credibili
Sono ormai in molti a dirlo, anche premi Nobel ed ex premier. Stiglitz: «I capitali si spostano con rapidità e fuggono dalle politiche dei governi»
Nel pomeriggio di sabato 4 novembre, il premio Nobel dell’economia Joseph Stiglitz – reduce dall’assegnazione di una laurea “honoris causa” da parte dell’Università Politecnica della Marche – ha partecipato a una tavola rotonda, organizzata dall’Istituto Cattaneo di Bologna, assieme a Romano Prodi, all’economista e consulente finanziario Paolo Onofri, all’ex-presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini, a Roberto Torrini della Banca d’Italia e a Marco Mira D’Ercole dell’Ocse.
Stiglitz ha ripetuto la sua nota analisi: «L’1 per cento della popolazione controlla il 90 per cento della ricchezza mondiale. Non usciremo dalla depressione se non ci sarà una vera politica redistributiva che passi anche attraverso la tassazione delle rendite. Da questo punto di vita il ruolo dello stato è cruciale. Il dramma è che in un’epoca di finanziarizzazione dell’economia mondiale e di una globalizzazione spinta, le politiche economiche – uniche in grado di gestire una redistribuzione delle ricchezze – sono impotenti di fronte alla crisi, in quanto i capitali si spostano con rapidità e fuggono dalle politiche dei governi. Non solo: i privati, in alcuni casi, preferiscono la disuguaglianza, perché per loro un basso salario si traduce in minori costi».
Anche Romano Prodi concorda, citando le difficoltà che si incontrano nel tassare le multinazionali, come Google ed Apple, anche per l’assenza di strumenti credibili. Franco Giovannini è stato ancora più severo: «Le diseguaglianze non sono soltanto tra generazioni, ma all’interno delle stesse generazioni» e manca una visione d’insieme per farci uscire da questo trend. Pure Roberto Torrini, della Banca d’Italia, ha denunciato l’inadeguatezza del welfare, bocciando le politiche economiche dei governi europei.
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