Boia che trail, un paese intero regala solidarietà

Dalla Pro Loco ai semplici volontari, dall'amministrazione comunale ai "borghi", una corsa podistica nei boschi coinvolge centinaia di persone: i fondi quest'anno sono andati a Polha e Art for sport

Besnate generiche

A Besnate si sono mobilitati in tantissimi. Per mettere le frecce nel bosco, per ripulire i sentieri, per fare le torte da distribuire al traguardo. E alla corsa campestre Boia che Trail – giunta alla seconda edizione – hanno partecipato in tantissimi: 300 “squadre”, vale a dire 600 persone. Da tutta la provincia, ma pure dalla Valtellina, dalla Toscana, a confermare che l’appuntamento piace al mondo di quelli che amano correre.

Il nome – che è solo apparentemente minaccioso – deriva dalla Valle del Boia, una bella zona di bosco che sta tra Cavaria con Premezzo e Besnate e che è il “cuore” del percorso.  La manifestazione – conferma il sindaco Gianni Corbo – «è nata per valorizzare un’area poco conosciuta e che oggi è stata riscoperta, ma anche per portare in zona una manifestazione sportiva che incarnasse valori che non fossero solo sportivi». Il riferimento è alla dimensione comunitaria – che ha coinvolto appunto decine e decine di persone – e a quella di solidarietà, che ha permesso di raccogliere duemila euro per due realtà del territorio.

«Il successo che “il Boja” è riuscito a ottenere è frutto della passione e della voglia di costruire insieme qualcosa di bello, raccogliendo le forze tutti insieme. Con i Borghi, la ProCiv, ragazzi, il Parco Valle del Boja e tantissime altre persone: si può andare d’accordo solo se si mettono da parte gli individualismi per dare un contributo a tutta la comunità» ha continuato il sindaco, affiancato da Mariagrazia Trevisan, presidente della Pro Loco, che ha ricordato anche il ruolo – prezioso e silenzioso – del gruppo guidato da Marco Longhin e del Parco, guidato da Gabriel Martini.

I duemila euro raccolti nell’edizione 2017 sono stati divisi tra due realtà locali, la PolHa Varese e l’associazione Art for sport. La Polha è la polisportiva rivolta ai disabili attiva su tutto il territorio provinciale di Varese, presente all’evento conclusivo della Boja che trail con Daniela Colonna Preti Polha. «Quest’anno festeggiamo 35 anni di attività, sempre orientati a far fare sport alle persone disabili» ha ricordato Colonna Preti, affiancata dall’atleta Emanuele Parolin, che racconta un percorso comune a molti ragazzi. «Ho iniziato a nove anni con il nuoto, come altri, poi sono passato all’hockey. Lo scorso anno abbiamo ottenuto l’argento all’Europeo, nel 2018 vedremo se riuscirò a entrare in squadra per le Paralimpiadi» ha detto l’atleta di Gallarate (classe 1991), che ha collezionato medaglie già nella fase in cui gareggiava nel nuoto.

Prossimo appuntamento per la Boia Che Trail? Già fissato: l’1 settembre 2018.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 15 Novembre 2017
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