Caccia, la Provincia preme per lo stop di due anni nei boschi bruciati

Passa a maggioranza una mozione nell’ultimo Consiglio, ma l’ente precisa: “È un sollecito a Regione Lombardia per applicare la legge”

caccia generiche

La mozione relativa alla sospensione dell’attività venatoria presentata ieri l’altro in Consiglio “è da ritenersi un sollecito a Regione Lombardia affinché venga applicata la legge che prevede la sospensione della caccia per un periodo di 2 anni nelle aree boschive colpite dai roghi e che si trovano nei Comuni di Brinzio, Luvinate, Varese, Casciago, Comerio e Barasso, mantenendo però la caccia per il contenimento delle specie dannose per l’uomo, per l’ambiente, per l’agricoltura e la sicurezza secondo le normative regionale già vigenti”.

Questo il testo della nota di precisazione che Villa Recalcati ha inviato inseguito alla seduta del Consiglio Provinciale dove sì, è stata approvata una mozione a maggioranza, ma non con l’intento di fermare tutta la caccia per due anni, bensì al fine di far applicare la normativa vigente.

«Sono personalmente molto soddisfatto per l’approvazione, con un’ampia maggioranza, di questa mozione: un atto di civiltà e di rispetto per la natura che ci circonda – commenta Luca Paris, consigliere provinciale di Civici e Democratici e segretario cittadino di Varese del Pd, promotore della mozione -. L’approvazione di questa mozione in ambito provinciale, inoltre, non può che rappresentare un forte impulso nei confronti di Regione Lombardia per procedere con determinazione nell’ ulteriore tutela di un ecosistema, come quello del Parco, così duramente colpito dai recenti e devastanti incendi».

«Non ci sono dialogo e condivisione di intenti tra i consiglieri di maggioranza e la prova è stata la votazione della mozione sulla caccia dove 2 consiglieri hanno votato contro e 6 a favore – commenta Giuseppe Longhin, consigliere provinciale della Lega Nord -, mozione completamente rivista dal proponente Luca Paris che prima chiedeva la sospensione totale della caccia per 2 anni su tutto il territorio provinciale e dopo gli emendamenti proposti dallo stesso Paris la sospensione solo nelle aree dei comuni già individuate con decreto regionale del 31 ottobre e mantenendo le misure previste per il contenimento delle specie dannose o pericolose così come definite dalla vigente legge regionale. Se di fatto la mozione è inutile perché chiede a Regione di applicare una sua legge che tra l’altro ha già applicato, ancora più inutile è il voto contrario. Provincia non può modificare una norma regionale. La fauna in Provincia è sempre stata tutelata nel rispetto delle norme così come sono sempre sono stati rispettati i cacciatori, per questo abbiamo votato a favore: perché riteniamo che le zone incendiate devono essere tutelate come devono essere tutelati i residenti che non possono permettersi di ritrovarsi un cinghiale in giardino. Forse – conclude Longhin – i consiglieri provinciali, tutti me compreso, dovrebbero occuparsi più di amministrazione ed etica e meno di partiti e poltrone».

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. La stagione venatoria apre alla terza domenica di settembre e chiude il 31 gennaio.
Dal punto di vista delle chiusure ufficiali, la Regione Lombrardia – le cui competenze in materia di caccia sono state definite dalla Legge Delrio sul riordino amministrativo – decretò la chiusura per Comerio, Casciago, Luvinate, Barasso, Varese e Brinzio, in ordine all’incendio sul campo dei Fiori, chiusura scaduta al 16 novembre. Dal 17 novembre dunque la caccia è riaperta.

La normativa regionale vigente, però, stabilisce già nella legge 1993/26 che la caccia è proibita nelle aree boschive bruciate per almeno 2 anni, e un’altra normativa regionale forestale dispone la possibilità di estendere questo periodo fino a 10 anni, sempre nelle zone colpite dagli incendi e individuate dalle amministrazioni comunali.

Restano comunque in vigore le regole generali: non si caccia su terreni percorsi dal fuoco, non si caccia con terreni innevati.

Le normative vigenti a cui fa riferimento la nota della Provincia riguardano invece la caccia in battuta al cinghiale (consentita), e la caccia di selezione agli ungulati in genere (caprioli, mufloni, cervi e cinghiali) effettuata anche dai cacciatori selettori sotto il controllo del nucleo faunistico della Polizia provinciale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Novembre 2017
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