Helena Janeczek presenta “La ragazza con la Leica”

Appuntamento il 2 dicembre con uno dei casi letterari del 2017, firmato proprio da una delle promotrici del festival di letteratura "al femminile"

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Un fuoriprogramma per SI-Scrittrici Insieme, il festival letterario che da anni anima la tarda primavera gallaratese. Un fuoriprogramma, però, quantomeno doveroso. E non solo perché riguarda Helena Janeczek, da sempre anima della manifestazione: il suo racconto della vita di Gerda Taro rientra infatti a pieno titolo tra i casi letterari di questa stagione culturale. Impossibile, dunque, non dedicare un appuntamento al racconto di questo romanzo.

L’incontro è in programma per le 17 di domenica 2 dicembre all’interno del negozio Crosta Tappeti, al civico 12 di via Mercanti a Gallarate. Ad accompagnare Janeczek saranno Silvana Baldini ed Elisabetta Severina.

Lo spunto per “La ragazza con la Leica” (Guanda, 2017) è una telefonata intercontinentale. Ai due capi del filo Georg Kuritzkes e Willy Chardack, amici ed entrambi innamorati di Gerda Taro, con il secondo costretto però al ruolo di cavalier servente. Ed è proprio la giovane fotografa, la prima a trovare la morte sul campo di battaglia, l’argomento della conversazione. Ne nasce un romanzo caleidoscopico, incardinato sulle fonti originali ed arricchito da immagini d’epoca, che si conclude appunto il 1 agosto del 1937. Giorno del ventisettesimo compleanno di Gerda e giorno in cui il suo corteo funebre ha attraversato le vie di Parigi in un tripudio di bandiere rosse.

Nel corteo funebre anche Robert Capa, mentore di Gerda e suo compagno nella Spagna devastata dalla guerra civile. E anche Ruth Cerf, l’amica con cui Gerda è fuggita dalla Germania e insieme alla quale ha vissuto gli anni più difficili nella capitale francese. Amici per i quali Gerda è molto di più dell’eroina antifascista celebrata nelle orazioni funebri. Certo, spesso li ha delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere e la sua sete di libertà, sono scintille capaci di riaccendersi a distanza di decenni.

Helena Janeczek (1964) è nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. Ha esordito con una raccolta di poesie, “Ins Freie”, edita da Suhrkamp nel 1989. Nel 1997 pubblica con Mondadori, “Lezioni di tenebra”, la sua prima opera di narrativa in italiano. Il libro, oggi disponibile in una nuova edizione per i tipi di Guanda, affronta a partire dall’esperienza autobiografica, il tema della trasmissione di madre in figlia di una memoria tabù segnata dalla deportazione della madre a Auschwitz. Segue “Cibo” (Mondadori, 2002), mosaico romanzesco di storie che indagano il rapporto, felice o problematico, di donne (e uomini) con il cibo, il corpo e i desideri e le memorie che vi si intrecciano. Nel 2012 è stato ripubblicato “Bloody Cow” (Il Saggiatore), pamphlet visionario sul cosiddetto morbo della mucca pazza e tributo a Claire Atkinson, una ragazza inglese vegetariana tra le prime vittime del morbo. “Le rondini di Montecassino” (Guanda, 2010) è un romanzo che intreccia fiction e non-fiction, collegando continenti e spaziando tra l’oggi e la battaglia del ‘44, per scandagliare il portato e il lascito della Seconda Guerra Mondiale attraverso le storie dei reduci e dei loro discendenti.

Cofondatrice del blog letterario Nazione Indiana, ha collaborato con Nuovi Argomenti, Alfabeta2 e Lo Straniero e scritto per giornali come La Repubblica, L’Unità, il Sole 24Ore e Pagina 99. Ha lavorato nell’editoria come consulente per la narrativa straniera. Vive a Gallarate, con suo figlio e due gatti.

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Pubblicato il 27 Novembre 2017
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