Spaccio in treno tra i pendolari: sei ragazzini (e un maggiorenne) nei guai
Polizia ferroviaria e Squadra mobile scoprono un giro di giovanissimi spacciatori che sfruttava la confusione dei treni dei pendolari per piazzare le dosi. A controllare il tutto un ragazzo di 22 anni
Spacciavano piccole quantità di marijuana approfittando della confusione sui treni dei pendolari, guadagnandoci pochi euro e arrotondando così le loro mancette di studenti. Dietro la loro “attività” c’era però un’organizzazione ben rodata, guidata da un maggiorenne, che è stata smantellata dalla Squadra mobile della Questura e dalla Polizia ferroviaria di Varese.
L’indagine, durata diverse settimane, si è conclusa con l’arresto di un maggiorenne, cittadino marocchino, trovato in possesso di 150 grammi di marijuana e di un minorenne italiano, trovato con circa 70 grammi della stessa sostanza, che si occupava della vendita al dettaglio.
L’attività di indagine ha preso il via all’inizio di settembre dal fermo di un cittadino originario dell’Ecuador, operato dalla Polizia ferroviaria di Varese. Gli agenti, nel corso di uno degli abituali controlli a bordo treno, sono stati colpiti dall’atteggiamento sospetto dello straniero, che visti i poliziotti ha cercato di raggiungere il vagone successivo sperando di eludere il controllo. Il cittadino ecuadoregno raggiunto e sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di alcune dosi preconfezionate di marijuana pronte per essere spacciate e che gli sono costate la denuncia per detenzione ai fini di spaccio.
Da questo spunto è iniziata l’indagine della Polizia ferroviaria che ha portato alla scoperta di un significativo giro di droga tra minorenni che sfruttavano proprio la confusione della massa dei pendolari per cedere lo stupefacente. Immediatamente è stata informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, che da subito ha coordinato le indagini, poi sfociate nell’emissione di un decreto di perquisizione a carico di sei minori.
Contestualmente è stata attivata anche la Procura della Repubblica di Varese in quanto il fornitore dei giovani consumatori è stato individuato in un cittadino marocchino di 22 anni. Le indagini hanno fatto emergere come l’organizzazione si reggesse su un guadagno di pochi euro. Il fornitore la vendeva a circa 7 euro al grammo al minore individuato come suo referente e vertice del gruppetto di studenti, il quale a sua volta la rivendeva a 8 euro, e a catena ciascuno lo rivendeva sempre a circa uno/due euro in più per arrivare anche a 10 o 11 euro al grammo; alla fine tutti ci guadagnavano una piccola somma.
Le perquisizioni sono state eseguite dal personale della Polizia ferroviaria e dal personale specializzato della Sezione Antidroga della Squadra mobile di Varese. Gli investigatori oltre a dare riscontro a quanto emerso durante le indagini hanno acquisito sufficienti elementi per arrestare sia il maggiorenne originario del Marocco sia uno dei minori, un ragazzino italiano di 16 anni.
Il maggiorenne all’atto del controllo ha opposto un’attiva resistenza cercando di sbarazzarsi dello stupefacente. Gli agenti hanno esteso la perquisizione anche nella casa della sua famiglia di origine, rinvenendo altra marijuana nascosta tra gli effetti personali del fratello più grande; anche il fratello è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria, per detenzione ai fini di spaccio.
Il minore è stato perquisito alla presenza degli ignari genitori, colti di sorpresa quando i poliziotti hanno estratto da sotto il letto un borsone contenente la marijuana e alcune bustine vuote di piccolo formato.
Ad inchiodarli, oltre alla sostanza trovata in loro possesso e ai classici bilancini di precisione per pesare le dosi, è stato il confezionamento della droga eseguita con particolare professionalità e strategia di marketing.
A casa di entrambi, infatti, la marijuana è stata trovata già divisa in dosi e inserita in piccole bustine di plastica riportanti la stampa della tipica foglia della pianta dalla quale si ricava, espediente per renderle particolarmente accattivanti e si ritiene anche per garantire un marchio di fabbrica circa la qualità.
La posizione di alcuni degli altri cinque minori destinatari della perquisizione è ancora in corso di valutazione in quanto è stata trovata marijuana in piccoli quantitativi destinati all’uso personale.
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