“Noi cittadini siamo preoccupati per le condizioni degli ospedali”

Tre mesi dopo la presentazione, il presidente di "Noi per l'ospedale" Giorgio Arca traccia un bilancio delle sue attività e rilancia l'allarme per il progressivo impoverimento dell'assistenza

Comitato noi per l'ospedale

A tre mesi dalla presentazione, il Comitato “Noi per l’ospedale”  ha lavorato raccogliendo informazioni e pareri. La volontà di avere una fotografia precisa dello stato dell’arte sul rapporto/servizio pazienti ha permesso al presidente Giorgio Arca di confrontarsi con diverse persone che, a vario titolo, stanno contribuendo a stilare una relazione sullo “stato di salute” dei due ospedali varesini.

Dalla presentazione del comitato in comune a Varese cosa avete fatto?
Dalla presentazione del comitato abbiamo incontrato e dialogato con alcuni consiglieri regionali: Alessandro Alfieri del PD,  Luca Marsico di Forza Italia, Paola Macchi del M5S. Luca Marsico e Paola Macchi hanno anche voluto vedere le criticità da noi denunciate. Abbiamo inoltre risposto all’invito del DG Dott. Bravi che ci ha chiesto un incontro per porre le basi di una collaborazione tra l’azienda ed i cittadini. Invito a cui abbiamo risposto con entusiasmo, credendo in una possibile collaborazione, ed il 16 ottobre ci siamo incontrati. Purtroppo non vi è stata alcuna apertura, anzi ad alcune domande su reparti, medici e criticità, il dott. Bravi ci ha risposto che non doveva dare spiegazioni a noi e che erano problemi che non ci riguardavano. In questi mesi noi abbiamo parlato con il personale medico/infermieristico e oggi conosciamo a menadito tutte le problematiche degli ospedali di Varese, aggiungendo, a ciò che già sapevamo, molte criticità del personale medico/infermieristico e della sua organizzazione.

Da cittadini come giudicate gli ospedali varesini?
Come cittadini abbiamo sempre considerato gli ospedali varesini eccellenze sia come servizi che come professionisti. Oggi riscontriamo un impoverimento di prestazioni, a causa della partenza di vari professionisti, messi in condizioni di andare via, privandoci dei servizi di professionisti eccellenti come i chirurghi Prof. Dionigi, prof. Boni, del miglior radiologo interventista prof. Carrafiello, del miglior patologo La Rosa, del proctologo Bordoni, di un grande ginecologo il dr Uccella. Siamo molto preoccupati del fatto che tanti medici dicono che qui non c’è futuro, non c’è progettazione e cercano di andare altrove.

Quali le maggiori criticità riscontrate? Avete proposto soluzioni e interventi?
Le criticità sono molte. Pensiamo alla Nefrologia, per come sono collocati i dializzati in poltrone obsolete dove stanno dalle 3 alle 5 ore, mancano almeno tre medici, mancano infermieri. Abbiamo chiesto al DG di aggiustare le poltrone, di mettere qualche altro medico. Il Direttore ha promesso un medico per ottobre, ma lo stiamo ancora aspettando e le poltrone sono sempre più rovinate. Ci segnalano difficoltà in Urologia, Chirurgia 2 e Degenza breve chirurgica, soprattutto per la mancanza di personale e per la turnazione sui tre reparti.
Intanto ci preoccupa l’apertura del blocco operatorio al Del Ponte, oltre al prof. Ghezzi che si è già messo all’opera, quando vedremo il dott. Valerio Gentilino, chirurgo pediatra, e la dott.ssa Lilia Reali, urologa pediatra, ossia chi opera i bambini?  Anche la Diabetologia, con migliaia di pazienti, versa in condizioni critiche. Con i numeri che ha, ci vorrebbe una struttura dipartimentale con equipe di medici e infermieri per dare finalmente quel servizio di cui i pazienti hanno diritto. Altra grande criticità è il pronto soccorso, dove un infermiere deve accudire anche fino a 15 pazienti, con un alto rischio di errore. Il personale infermieristico fa miracoli, basta osservarli nello svolgimento del proprio lavoro per vedere l’efficacia, la passione e la dedizione che mettono per poter dare il miglior servizio ai pazienti, in condizioni precarie, c’è solo da encomiarli per ciò che fanno. Ma il silenzio della direzione è assordante. E dire che basta coinvolgere il personale, ascoltarli per porre le basi di un’organizzazione migliore da subito.
E in tutto questo, si vanno pure a creare le condizioni per indurre le eccellenze a trovare altri luoghi dove portare la propria capacità, a discapito dei nostri ospedali e del nostro territorio.

Denunciate l’impoverimento dell’Università con chirurgia prima e con la pediatria adesso. Quale è il vostro timore e quali risposte avete ricevuto dal rettore?
Abbiamo denunciato il grave impoverimento dell’Università per il semplice motivo che abbiamo visto ridimensionare i reparti Universitari come la Pediatria e la Chirurgia. Secondo il nostro parere, l’Università non ha tentato di arginare l’esodo dei migliori professionisti, eccellenze, punti di riferimento per gli utenti, andati via non per scelta di migliorare, ma perché sono stati messi in condizioni di andare via. E chiediamo al prof. Carcano e al Magnifico Rettore Coen, come mai sono ricercatissimi dalle altre Università e ignorati a Varese? Altro grave problema è la scuola di specialità di Pediatria che è stata bocciata. Forse basterebbe chiamare un ordinario giovane di pediatria che rafforzi l’opera clinica e di ricerca.
Nel nuovo polo materno infantile avrebbe dovuto trovare spazio l’Audiovestibologia per la cura della sordità, considerato il primo centro italiano e uno dei migliori in Europa per la sordità profonda infantile, attualmente collocato al Circolo. Poi avrebbero dovuto essere accorpati gli ambulatori della Neuropsichiatria Infantile che sono a Velate e diverse altre attività ancora dislocate al Circolo. La Cardiologia Pediatrica è ospitata in uno spazio piccolissimo. Sembra che pur avendo costruito un nuovo ospedale, gli spazi sono di nuovo insufficienti e questi servizi che annoverano numeri altissimi di prestazioni pediatriche, rischiano di non avere ambienti adeguati.  

Avete preso contatto con altri comitati come pensate di muovervi
 Siamo entrati in contatto con il gruppo Amor di Angera, e stiamo instaurando una collaborazione condividendo la loro determinazione nel volere che la sanità non abbandoni il territorio. Contatti ci sono anche con un gruppo di cittadini a difesa della sanità di Busto e Gallarate, che vogliono anche loro unirsi per organizzare una conferenza stampa alla fine di gennaio e far conoscere l’impoverimento della sanità locale. Stiamo inoltre contattando altre associazioni a Bergamo e Brescia per poter avere anche il loro contributo.
Noi delle varie situazioni abbiamo informato sia il Dott. Daverio che il Dott. Bravi, a quest’ultimo abbiamo chiesto un incontro e siamo ancora in attesa di risposta.

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Pubblicato il 18 Dicembre 2017
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