A Malpensa arrivano i levrieri salvati in Cina
Domenica l'arrivo dei tre esemplari chiamati King, Prince e Phoebe, portati in Italia da una onlus che si occupa di salvare i cani dalla macellazione e dalle corse
Festa a Malpensa, domenica 10 dicembre, per l’arrivo in Italia dei primi tre levrieri salvati dal mercato della carne in Cina. I tre greyhound arrivati oggi all’aeroporto di Malpensa, dopo un estenuante volo e un ritardo di quasi tre ore dovuto al maltempo, si chiamano King, Prince e Phoebe. L’arrivo dei greyhound è stato possibile grazie all’impegno di Pet Levrieri Onlus, un’associazione che si fa carico di dare in adozione greyhound, lurcher e galgo salvati dallo sfruttamento per il racing e la caccia in paesi quali Irlanda e Spagna.
«Pet Levrieri – spiegano gli attivisti – collabora con tutte le associazioni che, a livello nazionale e internazionale, lavorano per porre fine alle corse per fini di lucro e alla caccia con i levrieri, per creare un movimento di condanna civile e per ottenere leggi che tutelino e riconoscano i levrieri come animali d’affezione nei paesi dai quali provengono».
«Pet Levrieri è, inoltre, impegnata a fianco della charity inglese Candy Cane Rescue sia nella lotta contro l’esportazione dei greyhound irlandesi dall’Europa al sud-est asiatico, sia sul piano dell’informazione e della sensibilizzazione e delle iniziative civili e politiche, nonché della collaborazione con l’attivismo locale cinese contro lo sfruttamento dei levrieri, anche trovando casa ad altri greyhound cinesi salvati».
King e Prince sono stati salvati da attivisti cinesi mentre, su un furgone pieno di altri cani e in condizioni estremamente precarie, venivano portati al macello. Phoebe è stata allevata in Cina e sfruttata come fattrice fino allo sfinimento; considerata non più utile è stata quindi venduta e destinata al mercato della carne.
In Cina – denunciano gli attivisti – i greyhound, importati dall’Australia e dall’Irlanda, vengono sfruttati e maltrattati nelle corse clandestine, nella caccia e nella riproduzione, usati come attrazioni per turisti al Shanghai Wild Animal Park e, quando ormai non più remunerativi, vengono soppressi spesso in modo molto cruento o venduti, appunto, per il mercato della carne.
«Quanto accade in Cina è solo una delle facce, tra le peggiori insieme a quella del Canidrome di Macao, del Pakistan e del Vietnam, della crudeltà intrinseca dell’industria delle corse, il greyhound racing, che è ancora legale e diffuso in otto paesi al mondo: Stati Uniti, Australia, Messico, Regno Unito, Irlanda, Cina (Macao), Nuova Zelanda e Vietnam, con quasi 150 cinodromi sparsi in tutto il mondo».
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