Per il dopo-Rivolta si parte da due diversi gruppi civici

Dopo l'arresto del sindaco, nel 2018 si andrà a votare. In attesa del centrodestra, si organizzano due raggruppamenti: uno con tutti gli ex consiglieri di minoranza, uno che parte dal centrosinistra che si richiama alla giunta Canziani

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Dopo il sindaco arrestato e dimessosi (con successivo patteggiamento), a Lonate ora si guarda al 2018, alle nuove elezioni.

E mentre ancora l’area del centrodestra attende di rimettersi in pista dopo il brutto finale di “legislatura”, tutto il mondo di chi stava all’opposizione si organizza. E l’aspetto particolare è questo: mancano mesi alle elezioni, ma ci sono già due diversi raggruppamenti, divisi e per certi versi già alternativi.

Allora ecco i due gruppi. Uno è quello degli ex consiglieri d’opposizione eletti nel 2014: Alessandro Iannello, Nadia Rosa e Luca Perencin (ex consiglieri dei Democratici Uniti, civici orientati al centrosinistra) e Giancarlo Simontacchi e Mario Canziani (ex consiglieri di Lista Libera, centrodestra che aveva rotto con Rivolta) hanno firmato un comunicato congiunto – condiviso con altre persone – per lanciare l’idea di un raggruppamento unico. «Siamo tutti consapevoli del fatto che occorre impegnarsi per risolvere i problemi di Lonate, ricercando soluzioni di buonsenso, portate avanti dalle forze migliori del paese, indipendentemente dagli schieramenti politici odierni e del passato. Per le prossime elezioni amministrative proponiamo una lista civica che, partendo dai consiglieri di opposizione uscenti, sappia coinvolgere più persone, associazioni e cittadini che condividano il medesimo progetto, che sia un laboratorio di idee per Lonate». Insomma: un approccio che parte dalla consapevolezza della condizione straordinaria (in negativo) in cui il paese sembra precipitato negli ultimi lustri, tra arresti per ndrangheta e arresto per concussione e corruzione del sindaco.

La necessità di ridare luce a Lonate sottraendola alla nomea di cui gode anima anche l’altro raggruppamento. Che ha fatto la prima mossa e che nasce intorno a una decina di nomi tra cui spiccano l’ex consigliere Donato Brognara, l’ex sindaco Giovanni Canziani, Giacomo Buonanno esponente di spicco del Pd anche a livello provinciale. Hanno anticipato un po’ i tempi con una prima uscita pubblica per lanciare il loro progetto civico. «Stiamo attivando davvero un procedimento per aprire a tutti questa esperienza, senza preclusioni verso nessuno, ma senza che ci siano preclusioni nei nostri confronti da parte di nessuno» dice Buonanno. Riferimento polemico ai “cugini” dell’altra cordata, con cui c’è stato un confronto prima di salutarsi su posizioni differenti. «Sono stati loro ad aver stabilito le distanze nei nostri confronti» aggiunge Donato Brognara. Che non nasconde che il nodo è (anche) sul ruolo di chi ha condiviso un pezzo del percorso delle giunte di centrodestra. «Serve un’analisi attenta e precisa su quello che è successo negli ultimi anni. Le macerie di oggi corrispondono anche alla politica portata avanti da alcune persone, che hanno consentito in parte un certo passato» Riferimento a Simontacchi, che fu nella maggioranza di Gelosa? Ovvio che sì: «Si preferisce un passato che viene dal centrodestra a un passato che viene dalla sinistra» conclude Brognara. Il primo gruppo sottoscrittore dell’appello comprende i nomi di Achille Bertolli, Franco Bonarrigo, Donato Brognara, Giacomo Buonanno, Giovanni Canziani, Francesco Di Palo, Livio Locati, Salvatore Mezzotero, Antonio Oliveri, Angelo Piccolo, Mariagrazia Sartini, Tonino Vaccaro. Fanno riferimento a una stagione di Lonate precedente da quella attuale: «Ripartiamo dalla piazza di Tornavento» sintetizza Brognara. Era la piazza realizzata dalla giunta Canziani, divenuta poi simbolo della capacità di Lonate di far parlare di sé in positivo e creare movimento.

Che la linea di faglia che divide i due gruppi sia generazionale o di ispirazione politica, in ogni caso la spaccatura è evidente. Anche se ovviamente ciascuno dei due gruppi addossa all’altro – più o meno esplicitamente – la responsabilità di aver chiuso la porta in faccia. Il gruppo degli ex consiglieri parla di un accordo «all’insegna della lealtà, della trasparenza, della partecipazione e della legalità», l’altro gruppo dice che «anche Rivolta usava quelle parole d’ordine, non basta pronunciarle, servono i fatti».

Scontro non più componibile? Non si può mai dire, anche se alle elezioni mancano ancora mesi («ma non così pochi» è il refrain ripetuto) e anche se poi bisognerà misurarsi sulla effettiva capacità di aggregare persone e forze per sostenere la campagna elettorale. Poi c’è da vedere quale sarà la situazione del centrodestra, che viene dalla disfatta – imbarazzante nel finale – della precedente amministrazione, ma che ha dimostrato di voler partire, con le prime iniziative pubbliche come quelle tenute ad agosto sul tema dei richiedenti asilo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Dicembre 2017
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