Alla stazione Malpensa T2 si fa un viaggio nella storia della Civiltà di Golasecca

Nel corso del cantiere per la nuova ferrovia tra i due terminal sono state ritrovate 81 tombe del XII-X secolo a.C. Ora una parte del materiale è esposto direttamente in stazione

La stazione del Terminal 2 di Malpensa diventa anche un museo. O meglio: in una esposizione di reperti archeologici, con un percorso permanente allestito nel mezzanino che conduce dall’ingresso ai binari. Lo spazio ospita un’ampia selezione dei reperti archeologici risalenti alla fase formativa della Cultura di Golasecca (XII-X secolo a.C.), scoperti e recuperati durante gli scavi per la realizzazione del collegamento ferroviario tra i due terminal di Malpensa.

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Inaugurazione esposizione civiltà di Golasecca a Malpensa T2 4 di 11

L’esposizione “La Civiltà di Golasecca – Gli Insubri, primi Celti d’Italia” è frutto di un accordo tra il Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Regione Lombardia, Gruppo FNM e Sea. È stata inaugurata oggi alla presenza del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, dell’assessore Cristina Cappellini, del Soprintendente Luca Rinaldi, del presidente di Fnm Andrea Gibelli e del presidente di Sea Pietro Modiano.

La mostra raccoglie 77 tra oggetti e strutture originali, accompagnati da apparati multimediali che illustrano le origini degli Insubri, primi Celti d’Italia cui si devono, nel corso della successiva età del Ferro, sia lo sviluppo di una rete di contatti commerciali tra il Mediterraneo e l’Europa centrale sia la fondazione di importanti città lombarde a partire da Milano.

Complessivamente, durante i lavori per la realizzazione del collegamento ferroviario tra i due terminal di Malpensa, inaugurato a dicembre 2016, erano state rinvenute 81 sepolture con corredo ceramico e bronzeo. Le tombe, scavate nella nuda terra, contenevano al loro interno il cinerario – un vaso in ceramica con i resti cremati del defunto – con un corredo di armille (braccialetti), fibule (spille) e anelli. Si tratta di oltre 300 reperti tutti inventariati, catalogati e restaurati, grazie anche al contributo di FerrovieNord.

«E’ l’ultimo atto – ha spiegato il presidente di Fnm Andrea Gibelli – di una collaborazione virtuosa partita dalla progettazione dell’infrastruttura ferroviaria e della nuova stazione. Il ritrovamento di reperti archeologici può a volte essere considerato un ‘imprevisto’ che ritarda l’inaugurazione delle opere. In questo caso non è stato così: non solo sono stati rispettati i tempi ma il valore storico, costituito dai reperti, che il territorio ha espresso è in mostra a pochi metri da dove è stato ritrovato. Il nostro auspicio è che questo spazio pubblico e di passaggio, che si è aperto alla bellezza, possa creare un effetto ‘sorpresa’ e trasmettere un’emozione».

inaugurazione mostra Golasecca stazione T2

«Non è una stranezza avere installazioni artistiche in luoghi di passaggio come le stazioni della metropolitana o ferroviarie, ma riguardano soprattutto arte contemporanea» ha spiegato Luca Rinaldi, Soprintendente ai beni culturali delle provincie della Lombardia occidentale. «Ma è una scelta felice quella di esporre la storia antica, originata dalle importante testimonianze trovate durante gli scavi». Rinaldi ha ricordato che l’allestimento (finanziato da Regione Lombardia) consentirà ai viaggiatori di passaggio di scoprire «come sono stati realizzati, ritrovati, restaurati» i reperti in mostra. La professoressa Barbara Grassi ha invece ricordato come la «archeologia preventiva» abbia consentito qui di rispettare i tempi dell’opera ma anche di valorizzare subito il materiale.  Per gli archeologi il cantiere e la successiva fase di studio hanno richiesto 5700 ore di scavo, 1200 ore di postscavo, 1800 di restauro, 500 ore di disegno e catalogazione.

Riprendendo in modo ironico le parole di Rinaldi (che ha ricordato il legame tra cultura di Golasecca e Mediolanum), Roberto Maroni ha esordito con una battuta, dicendo che «Milano è nata da Varese». Nella giornata d’inaugurazione dell’Arcisate-Stabio o Lugano-Varese che dir si voglia, Maroni ha ricordato che la Lombardia sa tenere insieme «la cura del patrimonio» anche storico con lo sguardo verso il futuro. Mentre il presidente di Sea Pietro Modiano ha salutato la nuova stazione T2 come simbolo di nuova fase di fiducia verso lo scalo di Malpensa. Maroni ha anche citato la nuova ferrovia per Gallarate (oggetto di discussione) «che ci apre all’Europa».

 

“La civiltà di Golasecca” a Malpensa stazione Terminal 2

“La Civiltà di Golasecca – Gli Insubri, primi Celti d’Italia” rappresenta una inedita e grande vetrina espositiva, un elemento di sorpresa e di grande suggestione visiva in un luogo particolare come la stazione ferroviaria del terminal di un aeroporto internazionale. La mostra permette da una parte di valorizzare i reperti a brevissima distanza da dove sono stati scoperti, dall’altra di renderli visibili a centinaia di migliaia di persone 365 giorni all’anno e 24 ore su 24.

Il progetto, pensato e realizzato in connessione con la rete dei musei e delle aree archeologiche lombarde, si compone di diversi elementi. In particolare:

· un grande pannello introduttivo che riporta informazioni sui contenuti dell’allestimento, il colophon, i testi e le grafiche che delineano la storia della Civiltà, le fasi del ritrovamento e il percorso introduttivo e narrativo dell’esposizione;

· una parete espositiva, all’interno della quale sono collocate le strutture (teche) per la conservazione dei reperti originali.

· una parete con diorami per la rappresentazione di paesaggi e personaggi storici che conducono il passeggero in un viaggio nel tempo, a partire dal Guerriero della Malpensa, ai personaggi della civiltà di Golasecca fino a giorni nostri;

· la ricostruzione di due tombe che rappresentano le tipiche sepolture della civiltà di Golasecca;

· ledwall per la rappresentazione di filmati e immagini che, con grande suggestione, illustrano i lavori di scavo e di restauro;

· alcuni slim led che indicano i siti e i musei archeologici della Lombardia.

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Pubblicato il 22 Dicembre 2017
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