Amga, si dimette il cda:”Non c’è la fiducia dell’amministrazione”

Il presidente Geroldi, in rotta con sindaco e giunta, lascia la guida del gruppo dopo un anno e mezzo: "Mancano le condizioni per lavorare serenamente". Con lui se ne va il resto del consiglio

Stefano Besseghini Giovanni Geroldi

“Rassegno le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione della società AMGA Legnano S.p.A”: si conclude con queste parole la lettera che il professor Giovanni Geroldi ha consegnato poco fa alla società, dopo aver concluso i lavori dell’ultimo Consiglio di Amministrazione da lui presieduto.

Classe 1946, Geroldi aveva ricevuto la nomina il 23 giugno del 2016, sostituendo Nicola Giuliano e poco prima dell’insediamento della giunta Fratus (di colore opposto a quella che l’aveva preceduto, ndr) alla presidenza della società. In precedenza era stato, oltre che docente ordinario alla facoltà di Economia dell’Università di Parma, consigliere economico di ben tre ministri del Lavoro e componente della Commissione per lo studio degli elementi caratterizzanti il mercato del lavoro (insieme ai professori Marco Biagi e Massimo D’Antona, poi uccisi dalle Brigate Rosse) e, ancora, relatore a numerosi convegni internazionali su tematiche di economia e lavoro.

Uomo schietto e pacato (“galantuomo”, come lo definisce chi, anche in passato, ha lavorato con lui), Geroldi se ne va con rammarico da questa azienda dove, ha specificato, “ho avuto rapporti sempre proficui e costruttivi e dove mi è stata offerta un’occasione di ulteriore arricchimento delle competenze che ho maturato nel corso della mia lunga carriera”.

L’amara consapevolezza che siano ormai venute meno le condizioni per poter lavorare in modo sereno ha avuto la meglio sul suo attaccamento alla società dove, giova ricordarlo, ha prestato servizio senza percepire compenso alcuno.

A spingere Geroldi verso questa scelta sono stati “i giudizi molto critici e i moniti ad adottare condotte diverse, pubblicamente espressi dal sindaco di Legnano e da alcuni componenti della sua giunta, nel corso della conferenza stampa di fine anno, inerenti essenziali aspetti di funzionamento del sistema di controllo analogo di Amga”. Non solo: anche “l’assenza di reali momenti di approfondimento e di confronto sulle prospettive di sviluppo necessarie al consolidamento economico dell’azienda” e le linee programmatiche che Legnano ha proposto, inerenti i rapporti che AMGA dovrebbe prevedere tra socio maggioritario, detentore del 65% delle quote, e i Comuni soci minori” ha costituito un aspetto che il Presidente non ha condiviso.

Altra questione non marginale è stata quella delle “valutazioni espresse dai rappresentanti del Comune di Legnano, circa l’impossibilità di avviare un percorso di risanamento economico e finanziario di Amga Sport (società controllata al 100% da Amga S.p.A)”.

Insomma, il comportamento dell’attuale amministrazione legnanese nei confronti della società e dei suoi vertici è, a parere del dimissionario Presidente, segno che non sussistano ormai più le condizioni di stima e di fiducia necessarie a svolgere serenamente l’incarico che gli era stato affidato. E se a questo, poi, si aggiunge la non condivisione delle linee d’indirizzo, in base alle quali il Comune di Legnano dovrebbe rivestire un ruolo dominante nelle scelte aziendali (“Economicità ed efficienza gestionale dipendono, in larga misura, da un’adeguata dimensione territoriale dei servizi offerti e, dunque, da una partecipazione attiva e da un coinvolgimento paritario dei Comuni serviti”, puntualizza Geroldi), ben si comprende come, ormai, siano venuti meno l’entusiasmo e, soprattutto, la fiducia nella possibilità di una futura, proficua collaborazione.

Condividendo e facendo proprie le motivazioni addotte dal Presidente Geroldi, anche i Consiglieri di Amministrazione, Roberto Candiani De Coi e Paola Bianchi hanno ritenuto di depositare agli atti le proprie irrevocabili dimissioni: preso atto che, in tal modo, il CdA era, di fatto, decaduto, anche ai consiglieri interni, Stefano Migliorini e Stefania Medri, non è rimasto altro che rassegnare le proprie dimissioni.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Gennaio 2018
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