Pochi fondi, alcuni eventi di Filosofarti diventano a pagamento
Nessun contributo dal Comune, salta anche quello della Regione. L'ingresso a pagamento sarà solo per due appuntamenti, ma è un segnale delle difficoltà che si sommano
La presentazione dell’edizione 2017 è fissata per lunedì. Ma le incertezze sono ancora tante. Perché nonostante l’affetto, la stima della città, i tanti che hanno contribuito, tenere in piedi un festival come Filosofarti non è facile.
S’inizia il 24 febbraio prossimo «con molte difficoltà connesse al mancato finanziamento da parte della amministrazione comunale ospite e di Regione Lombardia», spiegano gli organizzatori, che progettano il festival con mesi di anticipo ma negli ultimi tempi erano sempre più preoccupati per i fondi.
Le risorse dagli enti locali sono andate riducendosi nel tempo, ma quest’anno il vero colpo viene dalla scomparsa del contributo regionale: La Regione «ha ammesso al finanziamento il progetto ma non ha potuto soddisfare la richiesta per raggiunti limiti di budget pur patrocinandolo e inserendolo nella manifestazioni di rilevanza regionale nell’anno della cultura».
Chi ha ideato e realizza di anno in anno il festival ha sempre lavorato gratuitamente, ma alcuni ostacoli diventano insormontabili: tra sedi, allestimenti, eventi il festival ha comunque molti “costi vivi”. «La logica con la quale da sempre i volontari della cultura che hanno progettato e gestito il Festival è sempre stata quella della gratuità, quella del proprio lavoro, al servizio della comunità, e quella connessa al libero accesso dei cittadini e degli utenti tenti a tutti gli eventi del programma, nella convinzione che la cultura è un bene comune e quindi va facilitato l’accesso ad ogni esperienza che arricchisce la mente e contribuisce alla formazione di ciascuno e quindi della comunità intera. Da qui anche la volontà di proporre in calendario incontri con esperienze culturali diverse, contro ogni forma di cultura ideologicamente targata».
E dopo anni, ecco il rischio di una doccia fredda: l’introduzione di un ingresso a pagamento, anche se limitato a pochi eventi di grandissimo richiamo. È ancora una ipotesi, a dire il vero:«Purtroppo alla luce di quanto esposto siamo in gravi difficoltà nel reperimento delle risorse minime per condurre l’intero programma: da qui la necessità sia di introdurre un ingresso pari a euro 5 a solo tre eventi (gli incontri conn Gad Lerner e Umberto Galimberti), oltre all’ingresso specifico per alcuni spettacoli teatrali che, pure, da sempre sono a pagamento) e di chiedere il sostegno degli affezionati con donazioni su piattaforma di crowd funding».
Il corwdfunding era una delle strade tentate negli ultimi anni, ha raccolto un certo sostegno, online ma soprattutto sul posto. Ma non basta, oggi.
Certo, gli organizzatori ribadiscono l’alta qualità dell’offerta: «Il tema annuale, Paideia/educare vede come sempre un ricco a articolato programma che può catturare interessi di diversi target, offrendo un panorama di eventi che spaziano dall’arte alla filosofia alla letteratura alla teologia, con un programma specifico. Ma abbiamo bisogno di dare evidenza alla fatica di questa edizione coinvolgendo la comunità intera e ringraziando quelle amministrazioni che hanno sostenuto – regalando un evento o dando sedi e logistica – il nostro festival».
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