Rosati: “Ricostruire la sinistra è la priorità”

Intervista al candidato presidente di Liberi e uguali. L'appoggio mancato a Gori? "Non sarebbe servito". Boldrini candidata a Milano

onorio rosati

Onorio Rosati, consigliere regionale uscente, è il candidato di Liberi e Uguali alla presidenza della Regione Lombardia.

Gori ha detto che nei sondaggi se Leu avesse appoggiato la sua candidatura sarebbe un punto sopra Fontana, nessun ripensamento?

“I voti in politica non si sommano. Se avessimo deciso di fare coalizione col Pd avremmo perso tanti elettori che si sono avvicinati a noi in questi mesi. L’orientamento delle assemblee di Liberi e uguali è stato chiaro. LeU è composta da chi è uscito dal Pd perché era contro le politiche dei governi Renzi e Gentiloni, ma anche da Possibile o da chi era in Sinistra Italiana ed era già all’opposizione rispetto a quei governi. Stare con Gori significava costruire una coalizione ma con tante eterogeneità. Inoltre non è stata accettata la nostra proposta di primarie. Abbiamo chiesto al Pd una discontinuità, ma il tema mi pare per loro ancora lo sfondamento verso l’elettorato di centrodestra. Per noi invece vanno convinte le persone deluse dalla sinistra, dai partiti, o dal Movimento cinque stelle”.

Ma c’erano maggiori possibilità di vittoria?
“Nelle ultime amministrative abbiamo sostenuto molti candidati in coalizione col Pd, ma abbiamo perso. A Sesto San Giovanni e in altre città simboliche. Tutti insieme si vince, è una affermazione priva di senso. E poi..”.

liberi e uguali onorio rosati

Onorio Rosati con alcuni dei coordinatori di Varese di Leu, Fabrizio Taricco e Claudio Mezzanzanica

E poi?
“Beh, queste dichiarazioni di Gori sui sondaggi sono più funzionali a portarci via i voti, che a dire come stiano le cose”.

Un richiamo al voto utile?
“Esatto, più che una sincera voglia di stare insieme”.

Cosa vi distingue?
“Innanzitutto, va detto che dopo tanti anni di governo di centrosinistra in Italia, non si è radicato un consenso in Lombardia. Anzi, si è ricostituito il blocco sociale del centrodestra che vincerà in tutti i collegi delle politiche. Facciamoci delle domande”.

Come la vede?
“C’è una rabbia sociale forte, un pezzo di questa rabbia va nel non voto, un pezzo nel movimento 5 stelle”.

E voi che aspettative avete?
“Crediamo sia necessario ricostruire una casa per le persone di sinistra che sono diventate politicamente apolidi. Il nostro progetto sarà uguale sia per le politiche che per le regionali. Una narrazione coerente per lavoro, sanità, diritti, antifascismo. Nel gioco democratico tutte le forze politiche sono importanti. E se saremo opposizione, beh, è importante anche il ruolo dell’opposizione”.

Il vostro obiettivo è dunque politico?
“Sì, è importante ricostruire un punto di vista di sinistra nel paese. E questo passa anche dal nostro successo alle regionali. La sinistra non può essere un partito che si rivolge solo a quelli che ce la fanno”.

C’è però anche Potere al popolo, che vi critica da sinistra…
“E’ un vezzo della sinistra quello di dividersi, ma non lo dico pensando al Pd, perché non lo consideriamo più un partito di sinistra. Spero che anche con loro si possa trovare una composizione unitaria successivamente”.

Mi sembra di capire che riteniate prioritario ricostruire la sinistra piuttosto che vincere le elezioni in Lombardia con il Pd.
“Non riteniamo che in questo momento, al di là dei sondaggi, ci sia una reale contendibilità della Regione Lombardia. Ed è preoccupante, perché noi diamo un giudizio negativo sulla giunta Maroni. Si sono divaricate le distanze tra chi è ricco e chi non arriva alla fine del mese, la scuola pubblica è sottofinanziata e la Regione Lombardia è il laboratorio politico della destra di questo paese. Occorre un progetto di cambiamento della Regione, punti di rottura, che il Pd non ha espresso”.

Che cos’è la discontinuità per LeU?
“Cogliere i segnali di estrema sofferenza in Lombardia, il mercato da solo non può fare tutto. Dare risposte alle aziende in crisi, tutelare la produzione del territorio lombardo, perché in questi anni poco è stato fatto. Combattiamo le disuguaglianze. ll job act non ha funzionato. Bisogna ridare valore al lavoro e combattere chi tratta i lavoratori come pacchi. Quando un’azienda riceve sussidi se delocalizza li deve restituire. Migliorare i servizi per l’impiego con priorità nelle strutture pubbliche. Contrarietà al sistema dote della Regione, che lascia il cittadino da solo. E poi la sanità pubblica”.

Vanno spostati i soldi sul pubblico?
“E’ un tema nazionale, la spesa sanitaria non deve superare il 6%, dice il Governo. Da Roma arriveranno meno risorse. Secondo noi si possono recuperare molti soldi per il pubblico, ad esempio asciugando le prestazioni pagate come non tariffate, che sono il 20%. Sulla scuola, spendere l’80% per le paritarie è troppo. Prima si sistema la scuola pubblica, poi gli altri”.

Non teme, con la sinistra divisa, che si faccia strada l’intolleranza?
“Le frasi sulla razza bianca ci hanno stupito, e ancora di più ci ha stupito sentir dire che avrebbero fatto guadagnare voti al candidato del centrodestra. Chi si candida dovrebbe avere un senso di responsabilità tale da non lisciare il pelo a certe pulsioni.
Condanno anche la vicenda del fantoccio bruciato con l’immagine di Laura Boldrini. Sarà candidata ai collegi di Milano della camera e siamo orgogliosi di lei”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 26 Gennaio 2018
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