Ai falsari scappa la mano: quasi 500 tarocchi sul mercato
Il giro d'affari dei "Volumi" della Dadamaino superava i 20 milioni di euro. I falsi erano esposti anche a Londra, New York e Parigia
Erano esposti a Londra, New York e Parigi. Erano stati comprati a cifre comprese tra i 20 e i 60 mila euro. Ma erano tutti falsi. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Monza hanno disarticolato un’associazione per delinquere che aveva messo sul mercato centinaia di Volumi, falsamente attribuite all’artista Edoarda Emilia Maino, in arte “Dadamaino”.
L’indagine trae origine dalla denuncia presentata nell’ottobre del 2014 da un esperto d’arte che aveva notato uno spropositato incremento sul mercato di Volumi della Dadamaino, artista molto apprezzata perché contribuì attivamente ai movimenti dell’avanguardia artistica milanese degli anni cinquanta con le sue ricerche geometrico- percettive.
Le successive attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, hanno permesso di individuare 12 soggetti italiani, appartenenti ad un’organizzazione che a vario titolo era dedita alla certificazione e alla successiva commercializzazione di opere false, nonché di evidenziare nella loro condotta delittuosa anche la transnazionalità. In particolare, tra gli imputati spiccano i tre componenti dell’archivio dell’artista, incluso l’allora direttore artistico, un indiscusso e stimato critico d’arte a livello internazionale, che fornivano la determinante certificazione d’autenticità delle opere false, archiviandone 462 poi immesse sul mercato da tre coimputati, titolari di una galleria d’arte della provincia di Milano.
Quest’ultimo esercizio commerciale, per garantire la legittima provenienza delle opere, apponeva sulle stesse, il timbro di una rinomata fondazione culturale, il cui presidente, risulta anch’esso imputato. I manufatti, alcuni dei quali esposti anche a Londra, New York e Parigi, erano stati venduti sul mercato antiquariale italiano ed estero, ad un prezzo oscillante tra i 20mila ed i 60mila euro ognuno, per un giro d’affari complessivo che supera i 20milioni di euro.
Nel corso dell’attività sono state eseguite 31 perquisizioni locali, nelle province di Asti, Bergamo, Brescia, Firenze, La Spezia, Lodi, Mantova, Matera, Milano, Modena, Monza e Brianza, Pisa, Roma e Varese, che hanno consentito il sequestro di 90 “Volumi”, corredati da mendaci certificazioni di autenticità come accertato da consulenti tecnici del PM inquirente.
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