Al Santuccio si raccontano “Storie di ordinaria economia”

Mercoledì 14 marzo l'economista Massimo Folador dialogherà con Fabrizio Brogi, presidente di Nau!, e don Michele Barban presidente del Centro Guliver

Economia generiche

“Noi non viviamo in un’epoca di cambiamento ma in un cambio di epoca”, scrive Jan Rotmans. Ed è in questi momenti che, spesso, alcune minoranze creative hanno generato riflessioni e modelli innovativi dando un senso al proprio lavoro e coltivando per sé, per gli altri e per il territorio che li circonda un futuro migliore. Sono storie di persone coraggiose che, con competenza e passione, cercano di portare avanti nuovi modelli di impresa che il mondo economico comincia a studiare. Modelli in cui si presta attenzione alla persona, agli strumenti di conciliazione famiglia-lavoro, in cui la formazione è ritenuta un investimento importante e la collaborazione all’interno e all’esterno dell’azienda è un’apertura indispensabile.

Questi i protagonisti del libro “Storie di ordinaria economia. L’organizzazione (quasi) perfetta nel racconto dei protagonisti” (in libreria dal 2 novembre 2017, Guerini Next) di Massimo Folador, docente di Business Ethics della LIUC Business School che propone corsi di formazione per creare una cultura e una strategia di business in cui il punto di partenza sia sempre la centralità dell’individuo e la relazione tra le persone, due “capitali” di cui può avvalersi l’impresa per generare un valore maggiore e sostenibile.

Di “Storie di ordinaria economia” si parlerà il 14 marzo, alle ore 17, al Teatro Santuccio, con la partecipazione di Don Michele Barban, presidente del Centro Gulliver, Fabrizio Brogi, presidente di Nau!, le cui realtà fanno parte del libro, Massimo Folador, autore del libro, Michele Mancino giornalista e moderatore.

Il libro raccoglie le testimonianze di 24 imprese di medie e grandi dimensioni o realtà particolari che stanno facendo risultati importanti in Italia e nel mondo, e dei protagonisti che le animano. In queste storie emerge, innanzitutto, una predisposizione a guidare l’azienda gradualmente, a tratti quasi rallentando, con una long view e in controtendenza rispetto ai ritmi pressanti del cambiamento. Si tratta di aziende che hanno deciso di mettere a bilancio il benessere del loro capitale umano e la loro capacità di agire socialmente sul territorio in cui operano.

Sono i racconti, un po’ da tutta Italia, di: Add Value, AIDDA, Arimondo, Assimoco, Banca Etica, Basf, Call&Call, Cemon, Civitas Vitae, Cooperativa sociale Ai Rucc, Eurospin, GOEL, Gruppo Teddy, Centro Gulliver, Loccioni, Manital, Nau, Ospedale di Locarno, Pedrollo, Phonetica, Sacchi, Yamamay. Alle quali si aggiungono le realtà culturali e sportive dell’Orchestra Sinfonica Rossini e l’esperienza del Rugby Parabiago.

«Nelle storie di questo libro la gran parte delle persone intervistate hanno ribadito come ciò che li ispira nel lavoro quotidiano sia soprattutto il gusto di costruire un progetto che vada oltre il presente e di realizzare un’impresa che trascenda se stessa per porsi al servizio di un bene più grande», afferma Massimo Folador, docente LIUC Business School. «È il vivere l’impresa come un progetto sociale, che ci riporta alla capacità che i Monaci Benedettini hanno avuto nei secoli di fare impresa».

Folador, che si occupa di processi di cambiamento culturale e organizzativo in alcune tra le più importanti realtà imprenditoriali italiane, sia del mondo profit sia di quello no profit, prosegue con questo libro un antico e sempre vivo progetto di approfondimento e diffusione dei temi legati all’etica del lavoro. Di grande interesse saranno, inoltre, i risultati della ricerca sul “capitale spirituale”, al momento in fase di sviluppo.

PROGRAMMA

16.45 – Registrazione

17.00 – Saluti

17.15- Dialogo fra i protagonisti del libro

18.15 – Dibattito e conclusioni

In questa occasione sarà possibile acquistare il libro; parte del ricavato sarà destinato alla comunità benedettina di Norcia colpita dal terremoto del 2016.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Marzo 2018
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