Pallino: “È urgente decidere sul futuro del Molina”

Il commissario della Fondazione ha scritto e poi incontrato il sindaco Galimberti. "Ora è urgente decidere sulla governance e le regole ma ad oggi il sindaco non ha ritenuto di intraprendere alcuna iniziativa”

Molina foto nuove

Mancano due mesi alla scadenza del commissario Carmine Pallino al Molina. A meno di sorprese la data esatta è il 24 maggio.

Da circa due anni la storica Fondazione vive una situazione delicata. Dopo una serie di vicende che videro un braccio di ferro tra il presidente Cristian Campiotti, la commissione sanità della Regione e l’Ats Insubria, il 25 novembre 2016 l’ente venne commissariato. Da quel momento abbiamo assistito a una girandola di provvedimenti che hanno coinvolto la Magistratura amministrativa e in seguito anche quella penale.

A Campiotti vengono contestati alcuni prestiti effettuati durante la sua gestione. Una situazione che ha portato a un’indagine in cui sono coinvolti diversi imprenditori e politici con capi di imputazioni molto pesanti. Tutto questo si intreccia con una vicenda politica a cui ha fatto più volte riferimento anche il presidente del Molina. Da tener presente che gli attuali membri del Consiglio di amministrazione per nomina politica sono stati espulsi dai rispettivi partiti.

Per chi volesse conoscere a fondo tutta la vicenda qui trovate i numerosi articoli di questi anni.

Da tempo il problema principale, al di là di quali saranno gli sviluppi delle inchieste della Magistratura, è la governance della Fondazione e la necessità di rivedere alcune parti del regolamento dell’ente al fine di evitare situazioni come quella attuale.

Il 16 febbraio il commissario Carmine Pallino ha inviato una lettera al sindaco di Varese Davide Galimberti e al Prevosto Luigi Panighetti e per conoscenza al Presidente del Consiglio comunale Stefano Malerba e al direttore generale dell’ATS Insubria Paola Lattuada.

Tra le altre cose, nella missiva si legge: “In prossimità della scadenza del mandato di commissariamento della Fondazione e onde favorire un opportuno avvicendamento, propongo di avviare un percorso condiviso di confronto”.

Incontro che si è tenuto il 13 marzo nei locali del Comune e a cui hanno preso parte oltre al commissario, due esponenti del Molina, il sindaco e il Prevosto di Varese.

“L’esigenza – racconta Carmine Pallino – è quella di condividere un percorso che sia meno traumatico di quello che abbiamo vissuto al Molina quando è rientrato il Consiglio di amministrazione attuale. Per me era importante evidenziare le criticità e i rischi che si corrono qualora il 24 maggio rientri Campiotti”.

“Allo stato attuale, – prosegue il commissario – dopo la sentenza del Tar, il sindaco potrebbe nominare un nuovo CdA, ma la sensazione è che si non voglia fare niente per cambiare. Ho evidenziato la necessità di rivedere insieme le regole in modo da evitare quello che è successo. Ora è urgente decidere sul futuro della Fondazione”.

Una conferma dello stallo ci è venuta dalla decisione di Galimberti di non rispondere alle nostre domande. Non è andata molto meglio nella serata organizzata dalla lista Progetto Concittadino che si è tenuta giovedì 22. Il sindaco, davanti a una specifica domanda sul Molina rivoltagli dalla conduttrice dell’incontro, ha risposto di “esser rispettoso della varie competenze e il Comune non è competente di nulla se non del potere di nomina. Il Molina è patrimonio della città e deve essere tutelato al meglio e si deve avere rispetto di chi lavora”.

Davide Galimberti non ha fatto alcun cenno alla lettera e all’incontro con il commissario e ha proseguito sulla propria posizione. “È necessario andare a vedere come andrà a finire la vicenda giudiziaria. È un grande pasticcio che ha combinato la Lega. Vedremo come e poi ciascuno trarrà le sue conseguenze”.

Insomma, sembra di capire che per il sindaco se Pallino se ne andrà non c’è alcun problema. Vorrà dire che tornerà Campiotti e il suo Consiglio di amministrazione.

Sulle indagini e su una parte delle questioni che hanno visto un gran giro di soldi, su cui avevamo scritto qui, invece ci aggiorna il commissario. “La Magistratura è stata sollecitata ben prima che io arrivassi al Molina. Ora non so bene a che punto sia il lavoro. Da parte mia ho chiesto a Rete55 evolution e alla Mata Spa di diventare rappresentante comune degli obbligazionisti perché l’aspetto più delicato riguarda proprio la conoscenza circa le potenzialità di pagamento della remunerazione e poi delle restituzioni dei prestiti in corso”.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Marzo 2018
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