Ricominciare a 50 anni dalla scrittura, grazie al crowdfunding editoriale

Dialogo con Raffaella Macchi, classe 1967, avvocato, mamma di tre adolescenti e ora neoscrittrice con Bookabook, che per prima ha portato in Italia il crowfunding editoriale

Generico 2018

La sua presentazione racconta con entusiasmo la nuova avventura che sta affrontando: “Mi chiamo Raffaella Macchi. Nata a Varese nel 1967, sono avvocato, moglie, madre di tre figli adolescenti e proprietaria di un piccolo Jack Russell. Ho una vera passione per il giardinaggio e le rose inglesi, e sono una lettrice onnivora. Studi, lavoro e famiglia mi hanno allontanata dalla scrittura per molto tempo. Un infortunio, che mi ha costretta a un lungo periodo di convalescenza, mi ha dato l’occasione per ricominciare. È nato così il mio primo romanzo Hey Jude. Ora, non c’è giorno in cui non mi svegli con l’urgenza di fermare sulla carta personaggi e storie che si sono materializzati durante la notte”.

A riportarla al primo amore è stato quello che sembrava inizialmente una delle fatiche e sfortune che la vita le aveva messo davanti: un incidente sugli sci. «Due anni fa ho avuto un serio infortunio sciistico – spiega Raffaella Macchi – Sono stata 5 mesi in ospedale, poi ho subito una lunga riabilitazione. In questo periodo di riposo forzato, mi sono resa conto che il mio lavoro di avvocato non mi mancava per niente, mentre invece ogni giorno scrivevo qualcosa. Mi sono detta: “qui c’è qualcosa che non va”…E ho ricominciato a vivere in maniera totalmente diversa».

UNA VITA SENZA FIATO

La storia di Raffaella, è quella di una vita senza un attimo di tregua, fino all’incidente: «Ho 50 anni compiuti a novembre, e ho sempre avuto fin da ragazzina la passione della scrittura: a 11 anni mi sono fatta regalare un amacchina da scrivere…. nella fase dell’adolescenza e del liceo ho passato tante ore a scrivere racconti. Avevo però anche la passione per l’avvocatura, così mi sono iscritta a Giurisprudenza. Per questo, sono anche andata in America a studiare: ma poi mio padre si è ammalato gravemente, e poi è morto, cosi ho concluso i miei studi a Milano».

La vita dopo la laurea, non è rallentata, anzi: «Appena laureata, non ho avuto nemmeno il tempo di pensare a cosa avrei voluto fare, perchè ho subito trovato lavoro in un grande studio a Milano, poi ho passato l’esame da avvocato al primo colpo. Insomma, la strada sembrava segnata. ma in realtà a Milano i ritmi erano pesanti, e per questo ho pensato almeno di provare a lavorare a Varese. Anche in questo caso non ho avuto il tempo di riflettere o avere ripensamenti: ho trovato subito più di uno studio pronto ad accogliermi senza problemi. Nel frattempo ho conosciuto mio marito, ci siamo sposati e subito dopo abbiamo avuto tre bambini: la mia vita è diventata al mattino lavoro e al pomeriggio famiglia. Alla fine, cosa volessi veramente fare, non c’era proprio il tempo di chiederselo… ».

Quando i bambini sono diventati un pochino piu grandi, sembrava fosse arrivato il momento di rallentare e riflettere «Intorno ai 40 anni, ho cominciato il mio primo romanzo: ma poco dopo mia mamma si è ammalata, e poi è morta: mi sono ritrovata di nuovo nel vortice, e ho lasciato perdere la scrittura».

L’INFORTUNIO, E LA NUOVA VITA

A cambiare tutto, nuovamente è stato un evento doloroso, ma a conti fatti provvidenziale per la sua vita: «Due anni fa ho avuto un serio infortunio sciistico: sono rotolata da una scarpata, mi sono fratturata una vertebra e mi è letteralmente esploso un ginocchio. Sono stata 5 mesi in ospedale, poi ho subito una lunga riabilitazione e un secondo intervento. In tutto questo periodo di convalescenza e riposo forzato, mi sono però resa conto che l’ufficio non mi mancava per niente, ero quasi contenta di essere ammalata. Mi sono detta: “qui c’è qualcosa che non va”… in compenso, visto che avevo tempo ho ricominciato a scrivere. Niente di strano, un romanzo d’amore: ma la mattina mi svegliavo e non avevo voglia di fare altro che quello. Ho però avuto il tempo di pensare, di cogliere i segnali, di fare delle scelte. E ho deciso di fare sul serio».

L’INCONTRO/SCONTRO CON L’EDITORIA E LA SCOPERTA DEL CROWDFUNDING

Raffaella affronta la nuova scelta con la professionalità che ha sempre messo anche nel suo lavoro precedente: «Ho incominciato a studiare e approcciare il mondo editoriale, che è piuttosto complesso e in difficoltà: gli agenti letterari non prendono nuovi clienti, le case editrice non leggono più gli esordienti… Così mi è sembrato più efficace orientarmi verso il self publishing. Ho cominciato a guardarmi intorno, innanzitutto su chi poteva realizzarmi una copertina di impatto: mi sono rivolta a Francesca Leoneschi, un nome piuttosto famoso nel campo, che mi ha dato anche un altro consiglio: “perché non prova a rivolgersi a BookaBook, invece dei soliti siti di self publishing?»

Book a book è una start up di giovani editor milanesi, che hanno introdotto in Italia il crowdfunding editoriale: «Qualcosa di diverso da un semplice self publishing, c’è già una valutazione editoriale. Lo staff valuta se il libro è promettente, se ha una commerciabilità e poi lo propone per la pubblicazione».

La sua campagna, partita il 9 marzo, è stata un grande successo: a ieri (26 marzo) mancavano solo 20 copie all’obiettivo e mancano ancora 79 giorni alla fine della campagna. Per partecipare al crowdfunding, basta preordinare una copia, in ebook o in versione cartacea

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 27 Marzo 2018
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