Un salto nel Medioevo: l’ultimo romanzo di Brunoldi e Santoro

Presentazione sabato 24 marzo alla Feltrinelli di Corso Aldo Moro con gli autori. Interverrà Laura Bonelli

varie

Esce domani, 15 marzo, La fortezza del castigo, triller storico, romanzo medievale di Pierpaolo Brunoldi e Antonio Santoro per i tipi di Newton Compton Editori.

Ambientato nel basso medioevo, sarà un salto nella storia nascente dei comuni italiani. Questa la presentazione del libro da parte degli autori.

«“Quando la fede non coincide con la ragione, bisogna astenersi dal dare ragione alla fede”, “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”, queste due frasi ci sono venute in mente una delle prime sere in cui abbiamo cominciato a parlare dei nostri progetti di scrittura. Ci siamo addentrati nell’analisi de’ Il nome della rosa, uno dei testi con cui siamo cresciuti. Spostandoci con un bicchiere di whiskey in libreria, abbiamo notato non solo il libro di Eco in bella vista, ma anche Q, I pilastri della terra, l’Enciclopedia del Medioevo, via via fino ai ben più anomali Otia Imperialia, liber monstrorum, e decine di saggi e dvd sull’ambiente monastico. Continuammo a discorrere fino a notte fonda di narrazione, delle molte forme che essa prende, e che sono altrettanti modi di interrogarci su chi siamo e cosa ci risuona dal profondo. Ci siamo resi conto che in tanti anni avevamo seguito, come lettori prima, e scrittori poi, lo stesso percorso indicato da quelle due frasi. Quasi fossero due tarli, che lavoravano in simbiosi, conosciuti con il nome di ragione e fede. E proprio nel medioevo, un periodo che amiamo e frequentiamo da sempre, esplode prepotente il conflitto tra queste due entità. In quei secoli le parole potevano elevarti al rango di santo, o precipitarti nell’inferno degli eretici. È stato così naturale approdare a questa idea di romanzo. Naturale ambientarlo negli anni dove lo scontro stava emergendo, e rappresentarla come una lotta tra ordini monastici nascenti, e che di lì a poco avrebbero invaso il mondo, i francescani e i domenicani. Altrettanto ovvio è stato mostrarli entrambi, per motivi diversi, ansiosi di mettere le mani sulla reliquia che simboleggia, come nessun altro oggetto mai, lo scontro tra la fede e la razionalità. Intuizione dopo intuizione la storia era già nell’aria e per noi è stato inevitabile afferrarla e metterla su carta»

Così la quarta di copertina

1266. Convento di Mantes. Mentre la barca scorre sulle acque nere della Senna l’animo di Bonaventura da Iseo, il francescano maestro nelle arti alchemiche, è percorso da una strana inquietudine. Ad attenderlo nell’ombra l’inquisitore Marcus, che vuole strappargli ad ogni costo la verità sul libro segreto che minaccia di scuotere la Chiesa dalle fondamenta. Inverno 1214, Altopascio, dimora dei cavalieri del Tau. Bonaventura ha letto i segni nelle stelle: l’era degli ultimi giorni è giunta. Francesco, il poverello di Assisi, è scomparso lungo il cammino di Santiago. Il suo compagno di viaggio è stato trucidato da ignoti assassini. Bonaventura è costretto a fuggire, inseguito dall’accusa di eresia. Durante la fuga salva dal rogo una ragazza bellissima e selvaggia, Fleur, il cui destino è legato a una sibillina profezia sulla fine dei tempi. L’alchimista d‘Iseo, aiutato da tre nobili cavalieri del Tau, e due fratelli, si mette sulle tracce di Francesco. Passando attraverso bui conventi e infidi manieri, scoprirà che Francesco ha portato con sé l’Alter Christus, l’unica reliquia in grado di sconfiggere le forze del male, e impedire l’avvento dell’anticristo. Il misterioso ordine oscuro ha messo sulle loro tracce un cavaliere senza volto, mentre spie e cattivi consiglieri ruberanno il sonno a Papa Innocenzo III, insidiandone lo scranno. Lo scontro finale si svolgerà all’interno della rocca maledetta di Montsègur, fortezza inespugnabile degli eretici catari, dove Francesco è prigioniero.

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Pubblicato il 14 Marzo 2018
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