Ambiente Verbano, si raccolgono fondi per le analisi dell’aria

Il presidente Paolo Paliaga ha raccontato le difficoltà incontrate in questi lunghi anni di impegno

Avarie

Venerdì 20 aprile si è svolto il primo dei due incontri pubblici organizzati dal Comitato Ambiente Verbano, per fare il punto su sette anni di lavoro dedicati all’approfondimento sul tema dell’inquinamento da quando la ditta Colacem ha deciso, nel lontano 2011 di bruciare combustibile da rifiuto (CSS ex CDR) nei propri forni.

Il presidente Paolo Paliaga ha raccontato le difficoltà incontrate in questi lunghi anni di impegno civico in cui insieme ai membri del comitato hanno organizzato convegni, approfondimenti, dato vita a richieste di ogni tipo per poter conoscere lo stato dell’ambiente e della salute dei cittadini. Si sono ripercorse le fasi salienti che hanno visto il tentativo di dialogo del comitato con tutti i soggetti interessati: amministrazioni comunali, Provincia, Arpa, ATS e Comunità Montana e la stessa ditta Colacem.

Paliaga ha raccontato che nonostante sei sindaci avessero firmato una lettera di richiesta di approfondimenti di monitoraggio, indirizzata alla Provincia di Varese e sottolineando la necessità di preparare uno studio sulla salute per poter fornire un parere sanitario necessario per legge al rinnovo dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale), nulla in sostanza è stato fatto. Paliaga ha precisato che solo i sindaci di Cittiglio e Gemonio, non essendo in possesso (come tutti gli altri) di uno studio sulle condizioni di salute, hanno dato parere negativo al rinnovo dell’AIA.

«Successivamente – ha spiegato Paliaga – a fronte del tentativo del comitato di creare un tavolo tecnico in cui si era riuscito a far sedere insieme sindaci, Comunità Montana, ATS, Arpa e l’istituto dei tumori di Milano per costruire un progetto comune di monitoraggio, tale tavolo fu fatto fallire per la richiesta del sindaco Ballardin e dell’assessore all’ambiente di Laveno Mombello Enrico Rodari di incaricare solo le istituzioni pubbliche deputate quali Arpa e ATS».

Il comitato si è quindi rivolto all’ATS che ha prontamente accolto la richiesta e ha dato vita ad uno studio epidemiologico di tipo ecologico, presentando i risultati alcuni mesi fa ai soggetti interessati.

Con grande onestà l’epidemiologo responsabile aveva segnalato che questi tipi di studio però hanno un carattere generale e sarebbero serviti studi più specifici che necessitavano però finanziamenti più importanti. L’assessore Michele Rovera del comune di Gemonio ha brevemente illustrato i risultati durante la serata.

Il presidente, in conclusione, ha illustrato quale sarà la nuova strategia per il futuro: raccogliere fondi per approntare un piano di analisi composto da carotaggi e stazioni mobili di rilevamento e analisi della qualità dell’aria, raccogliendo fondi da coloro che saranno interessati ad un approfondimento serio, concreto per dare risposte certe ai cittadini. Nonostante tutte le procedure si siano svolte nel rispetto della legge, è trapelata l’amarezza nel constatare che ancora oggi i cittadini non sanno cosa respirano e cosa si deposita al suolo nelle zone di ricaduta dei fumi di combustione dei camini e delle polveri di lavorazione del cemento.

Il giorno 4 maggio si svolgerà la seconda serata a Gemonio presso il centro polifunzionale dove il biologo ISDE dott. Alessandro Borgini parlerà degli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico, il dott. Ario Alberto Ruprecht parlerà dell’effetto della limitazione del traffico mentre la ricercatrice Beatrice Ruscio presenterà il suo libro “Legami di ferro”, dall’Amazzonia al quartiere Tamburi di Taranto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Aprile 2018
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