Il carattere della Openjobmetis fa impazzire i cinquemila di Masnago

La squadra di Caja supera anche l'ostacolo Reggiana dopo una partita difficile e davanti a un pubblico record: 80-73

Pallacanestro Varese - Grissin Bon Reggio Emilia (foto Borserini)

Ha tutte le stimmate della “squadra in missione”, la Openjobmetis di Attilio Caja. Missione ben definita, agguantare – anche all’ultimo respiro – quei playoff da cui Varese è assente dal 2013 e che tre mesi fa sembravano un obiettivo irraggiungibile, anzi, una di quelle mete nemmeno da mettere nel conto delle ipotesi. E invece i biancorossi sono ancora lì, sospinti da un pubblico record – sfiorati i 5mila a Masnago, vicinissimo all’esaurito – e tenuti in piedi dal cuore, dal carattere e dalla convinzione prima ancora che da gambe e polmoni.

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Poche squadre, secondo noi, sarebbero state in grado di un finale del genere, con Reggio Emilia capace di risalire addirittura dal -19, di sorpassare, di allungare, di trasformarsi nella strega cattiva che sul più bello soffia via i sogni. La Openjobmetis però non si è arresa, confermando quella che è forse la principale qualità “morale” di questo gruppo: la capacità di non mollare mai, di restare pronti e attenti fino al 40 minuto, di non dare nulla per perso. Così, aggrappandosi alla fiducia in se stessi, Ferrero e compagni hanno ritrovato le armi giuste per ricacciare indietro una Grissin Bon mai doma, nonostante i soli sette giocatori ruotati da Menetti. Prima palla sotto, a un Cain monumentale, poi la difesa di nuovo serrata a respingere le penetrazione di Wright, infine il ritorno ai canestri pesanti: due triple di Larson – che nell’ultimo quarto ancora una volta graffia gli avversari – e una di Okoye (partita non esaltante, ma poi il canestro pesantissimo arriva sempre) hanno definitivamente capovolto il risultato.

Anche questa volta – che piacevole costante! – non c’è l’unanimità per assegnare la palma del migliore in campo. C’è chi dice Avramovic con i suoi 21 punti, chi sostiene che il 27 di valutazione di Cain è da corona e scettro (noi tra quelli), chi sottolinea come Larson abbia infilato cesti pesanti, chi loda Ferrero tornato tra i protagonisti. Bellissimo avere dubbi del genere, soprattutto in una serata “normale” di Okoye, il più amato dal pubblico biancorosso in questo momento, a giudicare dall’applausometro di inizio partita.

Varese sale ora in posizione di perfetto equilibrio tra vittorie e sconfitte, 13 e 13, resta aggrappata al gruppo che vale una posizione tra le prime otto, tiene viva una clamorosa striscia positiva (quinta in fila, 9 nelle ultime 11) e riempie il cuore di un pubblico sempre più numeroso, gasato, attento e caldo. Gente, per esempio, che attende Caja all’uscita dal palazzetto e si spella le mani quando lo vede passare accanto alla moglie, dopo aver raccontato in sala stampa che «se questo era uno spareggio playoff, come dicevano da Reggio alla vigilia, noi l’abbiamo superato». La missione prende sempre più quota, prossima puntata a Bologna.

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Raffaella Demattè premia Chris Wright

COLPO D’OCCHIO

Pieno, pienissimo, quasi senza spazi vuoti: il PalA2a si presenta con il vestito migliore per accogliere una rivale tosta e poco amata come la Reggiana. Il filotto di vittorie riempie il palazzetto, la giornata dell’abbonato fa il resto: ne esce il record di presenze stagionale (4.840 ufficiali) e una cornice resa ancora più vivace dalle migliaia di bandierine distribuite da “Il basket siamo noi”. Prima del via, premio e tanti applausi per l’ex Chris Wright, il play che trascinò la Openjombetis alla finale di Chalon.

PALLA A DUE

Il nuovo acquisto Tomas Dimsa è ben imbullonato alla panchina: il quintetto prevede Larson e Avramovic in guardia, Vene in ala forte. Reggio ha portato con sé Della Valle: l’azzurro fa riscaldamento ma poi resta a sedere per tutta la partita per via dell’infortunio che lo ha colpito. Menetti è anche senza De Vico e deve lasciar fuori due stranieri (Nevels e Reynolds) per regolamento: in quintetto c’è il promettente Candi, con l’ottimo Llompart a cambiare i piccoli.

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LA PARTITA

Il primo quarto è una sinfonia targata Varese: la difesa di Caja è ferocissima e lascia solo le briciole ai reggiani che segnano appena 10 punti nonostante i due timeout subito spesi da Menetti. E in attacco idem: l’Openjobmetis gira a meraviglia e trova subito punti da Okoye (9) e soci. Alla pausa del 10′ è 28-10, con l’impressione di vedere di fronte una squadra al top della condizione e una che si allena nel tempo libero.
Non sarà così però nel prosieguo della serata: la spinta biancorossa si esaurisce con il passare dei minuti: dopo il massimo vantaggio (+19) siglato da un Avramovic ispirato anche da fuori, la squadra di Caja inizia a soffrire canestri rapidi e cinici di Wright e di White, approfittando anche dei falli a carico di Vene (ottimo in avvio). Così la Grissin Bon rosicchia, risale, e alla pausa lunga è già a meno 8 (43-35) con gli arbitri che annullano l’ultima zampata di Okoye dopo il replay televisivo.
Purtroppo per Varese, quello della Reggiana non è un fuoco di paglia: il talento degli uomini di Menetti c’è, si vede e si riflette in un punteggio sempre più favorevole agli ospiti, mentre Okoye e soci faticano tantissimo contro la zona 3-2. White dall’arco sigla il sorpasso (49-50) e da lì in poi l’equilibrio sarà massimo; c’è anche il giallo di due punti tolti a Varese (sul 55 pari che diventa 53-55) dopo un controllo degli arbitri al tavolo. E non è la prima volta che gli ufficiali di campo combinano pasticci, lo diciamo per la FIP. Reggio tocca anche il +5 e il quarto si chiude con un difficile 55-59.

IL FINALE

L’inerzia è nelle mani della banda Menetti, apparsa anche piuttosto immune da proteste e affini (almeno un tecnico a White sarebbe sacrosanto…). Qualche fischio indigesto ha il potere di far salire ancora i decibel del PalA2a che trema di nuovo quando Llompart e Chris Wright tolgono a Varese un nuovo vantaggio. A questo punto però la Openjobmetis scalda sia le mani sia il cuore: due triple di Larson (sulla seconda la difesa gli lascia spazio e lui colpisce) e una di Okoye, sornione ma non del tutto. Cazzotti che girano la partita e costringono Reggio al fallo sistematico: Varese però non trema in lunetta e, anzi, riesce anche a saltare il pressing. Cain inchioda l’ultimo canestro e tutti si alzano in piedi: 80-73.


OPENJOBMETIS VARESE – GRISSIN BON REGGIO E. 80-73
(28-10, 43-35; 55-59)

VARESE: Larson 10 (1-3, 2-5), Avramovic 21 (4-11, 3-8), Okoye 14 (2-7, 2-4), Vene 6 (2-3), Cain 15 (5-6); Natali 2 (1-1, 0-1), Tambone 5 (1-3, 1-2), Delas, Ferrero 7 (2-2), Dimsa. Ne: Bergamaschi, Ivanaj. All. Caja.
REGGIO EMILIA: C. Wright 16 (4-11, 2-7), Candi 6 (3-3, 0-4), Markoishvili 7 (2-7 da 3), White 14 (4-5, 1-3), Cervi 6 (2-5); J. Wright 17 (5-6, 1-2), Llompart 7 (0-1, 1-4). Ne: Bonacini, Della Valle, Dellosto. All. Menetti.
ARBITRI: Sahin, Bartoli, Morelli.
NOTE. Da 2: V 18-36, R 18-31. Da 3: V 8-20, R 7-27. Tl: V 20-22, R 16-20. Rimbalzi: V 36 (Okoye, Cain 8), R 27 (J. Wright 9). Assist: V 18 (Avramovic, Vene 4), R 21 (Llompart 11). Perse: V 10 (Okoye 3), R 10 (Markoishvili 3). Recuperate: V 5 (Larson 2), R 1 (Candi 1). Usc. 5 falli: Vene. F. antisportivo a Tambone (9’57”). Spettatori: 4.840. Incasso: 66.322.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Aprile 2018
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