La minorenne adescava le vittime e i sodali li aggredivano e rapinavano
Le indagini della polizia sono cominciate dopo una rapina avvenuta a Biumo Inferiore la notte del 31 gennaio. I poliziotti hanno ricostruito la notte brava del gruppo di malviventi
Era un scenetta consolidata che si è ripetuta più volte coinvolgendo più di un malcapitato ma è anche una storiaccia che ha visto protagonista una minorenne e alcuni malviventi suoi sodali.
Le indagini della polizia sono cominciate dopo una rapina avvenuta a Biumo Inferiore la notte del 31 gennaio di quest’anno. La vittima era un varesino di 46 anni che stava bevendo in un bar del rione quando, adescato da una giovane ragazza, fu convinto ad uscire dal locale incamminandosi con lei probabilmente convinto di aver fatto colpo.
L’uomo, raggiunta la vicina piazza XXVI maggio, è stato aggredito da due ragazzi tunisini e rapinato delle sue cose. Quella stessa notte l’uomo è stato soccorso da una volante della polizia che contestualmente rintracciava ha rintracciato uno dei responsabili.
La Squadra Mobile, immediatamente attivata per l’approfondimento investigativo, già la mattina seguente era riuscita ad individuare i suoi complici e ad arrestarli grazie ad un episodio che, seppur apparentemente non collegato alla rapina, alla fine svelava la notte brava vissuta dal gruppo visto che, non soddisfatti, avevano continuato a commettere reati.
Gli agenti, infatti, erano alla ricerca del branco quando hanno intercettato in pieno centro cittadino i due ragazzi insieme alla ragazza italiana di 17 anni mentre si trovavano a bordo di un’auto rubata alle prime luci dell’alba.
Nelle loro tasche sono state ritrovate le cose sottratte nel corso della rapina rendendo indispensabile, a quel punto, ricostruire tutta la notte trascorsa dai tre a partire dai momenti precedenti all’aggressione fino al perché circolassero a bordo di un’auto rubata.
È così che sono state accertate una serie di condotte criminali non occasionali ma ben strutturate e consolidate secondo un modus operandi ben congegnato dai tre.
Fondamentali a riscontrare gli approfondimenti investigativi i sistemi di videosorveglianza di alcuni locali pubblici della zona teatro delle loro scorribande, grazie alle quali si è ricostruito come il professionista varesino vittima della rapina fosse stato “adescato” all’interno del bar di Biumo e aggredito in piazza.
Subito dopo l’aggressione il gruppo si è dato alla fuga ad eccezione di uno di loro che è stato subito fermato dall’equipaggio della Squadra Volante intervenuta per soccorrere il malcapitato. Non paghi, i complici sono andati in un altro bar poco distante dalla piazza dove il copione si è ripetuto. La ragazzina, infatti, ha agganciato un’altra vittima, un italiano di circa 50 anni, quello che poi si rivelerà il proprietario dell’autovettura a bordo della quale è stato rintracciato il gruppetto.
Dalle immagini riprese si è visto come i tre si sono allontanati con la vittima prescelta e, con il pretesto andare ad acquistare alcolici, si sono impossessati della sua auto allontanandosi senza fare ritorno e lasciandolo a piedi e da solo tra i ruderi.
I due cittadini magrebini, J.T. di 34 anni e M.A.B.A. di 32 anni, entrambi tunisini irregolari sul territorio nazionale e con numerosi precedenti a loro carico, sono stati arrestati in stato di fermo e messi a disposizione della Procura della Repubblica di Varese che assunto la direzione delle indagini, mentre la minorenne è stata deferita in stato di libertà alla Procura competente per i minorenni.
Tutti sono stati indagati per rapina aggravata in concorso e per essersi illecitamente appropriati dell’autovettura della seconda vittima, la posizione dei due magrebini risultava di maggiore gravità per essersi avvalsi della complicità di una minorenne.
Le indagini hanno escluso che siano avvenuti rapporti sessuali tra le vittime e la minore il cui atteggiamento era finalizzato esclusivamente a carpire la loro fiducia giocando sull’equivoco della sua disponibilità al dialogo senza alcun riferimento esplicito a qualcosa di più intimo.
Il provvedimento di fermo a carico dei due magrebini è stato convalidato e a loro carico, contestualmente il Giudice per le indagini preliminari, giudicando idoneo il quadro probatorio fornito dal Pubblico Ministero, ha disposto la custodia cautelare in carcere dove tuttora si trovano.
La giovane ragazza, invece, che si era allontanata senza autorizzazione da una comunità alla quale era stata affidata da circa un mese facendo perdere le sue tracce, il Tribunale per i minorenni, valutate le fonti di prova individuate dalla Squadra Mobile, ha disposto la custodia cautelare presso una comunità idonea al suo recupero e farle abbandonare la vita di strada in modo da costruire un futuro con prospettive di vita adeguate.
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La buona notizia è che i due maggiori responsabili sono in carcere e non a piede libero come spesso accade. Si spera, visto oltretutto che sono irregolari, vengano rimpatriati appena possibile.
I due hanno già numerosi precedenti, quindi sono già stati beccati varie volte, evidentemente sono anche stati sempre rilasciati, la stessa cosa che accadrà ora, questa purtroppo è la dura realtà, la nostra Italia ha leggi troppo blande…