La politica in tribunale per evitare la fuga delle funzioni dal foro di Varese

C’erano tutti i politici varesini, ad ogni livello, all’incontro organizzato in nell’aula C del tribunale di Varese contro l'accorpamento del tribunale fallimentare di Varese al foro di Monza

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C’erano tutti i politici varesini, ad ogni livello, all’incontro organizzato in nell’aula C del tribunale di Varese: dal presidente della regione Lombardia Attilio Fontana al sindaco di Varese Davide Galimberti, dal presidente della provincia Gunnar Vincenzi al sindaco di Luino Andrea Pellicini. Dai deputati Maria Chiara Gadda e Matteo Bianchi all’eurodeputato Lara Comi, dal senatore Alessandro Alfieri al neo consigliere regionale Marco Colombo.

C’erano tutti al primo incontro organizzato da magistrati e avvocati sul rischio di accorpamento della sezione fallimentare del tribunale di Varese al tribunale di Monza, considerato da tutti una sorta di “ inizio della fine” del tribunale di Varese”.

«Come vedete la politica è presente in massa, senza colore e a livelli diversi» ha sottolineato l’intervento dell’eurodeputato Lara Comi, seguito da quello del deputato Maria Chiara Gadda, che ha assicurato «L’impegno, quando sarà formato il governo, nell’evitare l’accorpamento dei due tribunali».

Un impegno che il neo presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, fino alla sua elezione avvocato nel foro di Varese, ha chiesto di ribadire: «La legge che ha richiesto questo accorpamento denota un errore di visione: non conoscere per esempio quanto la realtà di Varese sia diverso rispetto a quella di Monza. Una legge fatta da un burocrate romano che probabilmente pensava che Varese fosse già in Svizzera, insieme a un ministro perlomeno confuso – ha “sentenziato Fontana – Dai parlamentari vogliamo quindi sentire l’impegno formale a non dare seguito a quella parte della legge delega. Tutto il resto sono parole al vento».

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Ma anche le istituzioni locali più vicine al territorio hanno mostrato la loro totale disponibilità a “combattere la battaglia”: «In una zona ricca di risorse e imprenditorialità, una tribunale nella città capoluogo è importantissimo – ha spiegato il presidente della Provincia (e avvocato) Gunnar Vincenzi –  un tribunale funzionante sotto tutti gli aspetti è anche un presidio di legalità, come la caserma dei carabinieri nei paesi. Per questo è importante il lavoro dei deputati, ma anche le amministrazioni possono fare un iniziativa che sia utile nel territorio: possiamo farlo in tanti, come rappresentanti delle istituzioni aiutati dal fatto che in molti siamo anche iscritti al foro».

Una proposta subito raccolta dal sindaco di varese, l’avvocato Davide Galimberti: «E’ una  importante battaglia, e il comune di Varese si impegna a stendere il contributo specifico che spieghi il motivo per cui questa specializzazione deve rimanere in città».

«Vedere cosi tanti politici, che sembrano di solito lontani, è di conforto per la categoria – ha commentato in chiusura di incontro il presidente dell’ordine degli avvocati Sergio Martelli, che ha anche ringraziato Sergio Terzaghi, presidente della camera civile, “vero organizzatore dell’incontro” – Perchè questo continuo togliere mattoncini alla nostra presenza in questo tribunale alla fine farà crollare tutto. Ed è importante reagire per difendere questa posizione».

«Varese merita di non essere accorpata – ha commentato il presidente della camera penale Esposito – e il suo lavoro, reso efficiente da nuovo personale, sarebbe di esempio, perchè a Varese si lavora ancora con un piglio umano, che non è piu presente nei vari tribunali».

Visto il successo dell’iniziativa, è stato proposto di riconvocare una seconda assemblea la prossima primavera.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Aprile 2018
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