Nove auto ferme per gasolio annacquato, il caso in tribunale

Imputato il gestore di una pompa in Valle Olona, che ha già risarcito gli automobilisti. La difesa: “Quella notte il grande temporale che ha allagato tutto”

Avarie

La scena è una di quelle che potrebbe ispirare uno sketch alla Gioele Dix (il comico milanese che fa “l’automobilista”): agosto, tutto chiuso, e 9 macchine che si fermano per strada dopo aver fatto 10, 20 euro o il pieno al distributore automatico.

È domenica, non c’è un’anima. Che fare? I conducenti scendono, e si confrontano: «Chiamiamo la Finanza».

Viene composto il 117, il numero dell’urgenza della Gdf che esce con una pattuglia per un controllo immediato nelle 5 cisterne in un impianto di distribuzione in Valle Olona, a Varese.

Quattro cisterne sembrano ok, ma la quinta, secondo i rilievi ricordati questa mattina dai militari delle Fiamme gialle sentiti come testi nel corso di un procedimento penale, conteneva una percentuale di acqua anomala.

I serbatoi delle 9 auto presentano livelli di acqua che oscillano in maniera variabile, tranne in un caso dove gran parte del contenuto non è gasolio ma altro liquido.
Per questo è in corso un processo che vede imputato il gestore della struttura per il reato di frode in commercio. La difesa dell’uomo, patrocinata dall’avvocato Gianluca Franchi, sostiene che la sera prima dei fatti, il 10 agosto 2014, sulla città si abbattè un violento temporale; anzi “il” temporale, e che parecchia acqua sia entrata nella cisterna contenente il carburante.

Per dimostrare questo la difesa ha contattato il Centro Geofisico Prealpino che ha ricostruito la situazione meteo: nella notte del 10 agosto 2014, in tre ore scesero 53,3 millimetri di acqua, di cui 35,9 tra l’1 e 20 e le 2 e 20. Inoltre quell’estate fu la più piovosa dal 1967.

L’impianto, privo di personale, ma aperto in modalità “self” avrebbe quindi erogato carburante annacquato essendo privo di un sistema capace di avvisare il responsabile dell’allagamento in corso.

L’assicurazione dell’imprenditore ha già risarcito tutte le parti che si sono viste l’auto fermarsi in pochi minuti dopo aver fatto circa 500 metri: il gasolio è più leggero dell’acqua, e una volta introdotto il carburante nei serbatoi dei veicoli – specialmente in quelli particolarmente “a secco” – la sonda carburante ha subito pescato l’acqua, entrata negli iniettori e bloccando quasi all’istante il motore.

Come andrà a finire? L’udienza, di fronte al giudice Orazio Muscato e al pubblico ministero Arianna Cremona, è stata rinviata per l’escussione di altri testi il prossimo 12 luglio, poi la discussione finale cui seguirà la decisione della Corte.

COS’È – Frode nell’esercizio del commercio art. 515 Codice penale

Chiunque, nell’esercizio di una attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all’acquirente una cosa mobile per un’altra, ovvero una cosa mobile, per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave delitto, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a duemilasessantacinque euro.

Se si tratta di oggetti preziosi, la pena è della reclusione fino a tre anni o della multa non inferiore a centotreè euro.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Aprile 2018
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  1. Giorgio Martini Ossola
    Scritto da Giorgio Martini Ossola

    mio padre ha avuto per anni un distributore di benzina a Legnano,l’acqua nelle cisterne non è un fatto poi tanto raro,un po perché il gasolio per sua natura contiene acqua sottoforma di paraffina,poi le cisterne hanno i duomi anche un metro sotto il livello del terreno che sono quasi sempre allagati,è sufficiente che un tappo o un esalatore nn sia ermetico e la frittata è fatta…pensare che un gestore allunghi con acqua i carburanti è quanto di più illogico si possa fare.

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