Scuola al pomeriggio. Oltre 300 firme contro la decisione dell’amministrazione

I genitori degli alunni delle scuole medie Bossi si sfogano lasciando commenti di fuoco sulla petizione on line lanciata per dire no alla soluzione trovata dal Comune dopo il crollo del 18 aprile

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“Una soluzione incomprensibile che stravolge le abitudini di centinaia di ragazzi per un mese”.

Non piace proprio ai genitori la strategia messa a punto dall’amministrazione comunale per gli allievi delle scuole medie Bossi che dovranno andare a scuola di pomeriggio (dalle 14,30 alle 19,30) e in un’altra struttura (in via Pastrengo) fino al termine dell’anno scolastico: i piani superiori dell’edificio di via Dante rimarranno chiusi fino al 26 agosto per i necessari lavori di messa in sicurezza dopo il crollo avvenuto lo scorso 18 aprile, quando sono rimaste ferite tre bambine.

Sono già 316 le firme raccolte sul sito www.petizioni24.it, grazie alla raccolta firme lanciata qualche giorno fa dall’avvocato Simona Merenda.

Racconta una madre arrabbiata: «Non è pensabile questa soluzione, sarò costretta a far saltare dei giorni di scuola a mia figlia. Al pomeriggio frequenta diverse attività extrascolastiche sportive e musicali che abbiamo già pagato. Al pomeriggio lavoro, ed è estremamente complicato accompagnarla e riprenderla alla sera. Non condivido nulla delle scelte fatte, compreso il fatto che non è stato nemmeno messo a disposizione un autobus per portarli in via Pastrengo, costringendoli a fare un bel pezzo di strada a piedi con zaini pesanti».

Pierluigi sottolinea, invece, «l’inettitudine della classe politica che si manifesta dall’incapacità di gestire la manutenzione preventiva e diviene drammaticamente evidente nelle situazioni di emergenza». Anna chiede l’orario scolastico per suo figlio rimanesse distribuito al mattino: «Questo permetterebbe di non perdere l’attività sportiva per la quale ho già pagato e mi permetterebbe di continuare a lavorare».

Fabrizio si chiede «come sia possibile che a Busto, con tutte le strutture inutilizzate che ci sono, non si sia riusciti a trovare una valida alternativa che non stravolgesse gli impegni di genitori e ragazzi. Al mattino chi cura i ragazzi? Si è deciso di negare qualsiasi attività sportiva o di svago a dei ragazzini di 11/12/13 anni? Chi ha preso questa insensata ed illogica decisione?».

Alice chiede di trovare una soluzione migliore: «Per colpa di chi non ha svolto gli adeguati controlli non è corretto che ci rimettano le famiglie, ma soprattutto i ragazzi che sono costretti a stare a scuola fino alle 19 di sera, ma soprattutto chiudendo il momento di svago che un ragazzino di 13 anni può trovare nello sport nel corso dell’anno».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Aprile 2018
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