Siate prudenti ma non diffidenti verso i Bitcoin
Le criptovalute dividono gli esperti e l'opinione pubblica. Miccoli (Conio.com): «Intorno alle valute digitali c’è tutto un mondo da sfatare, le attività illegali incidono per l'1% sul totale delle transazioni in Bitcoin»
Se c’è un argomento in tema di finanza che divide sia l’opinione pubblica che gli economisti, questo è senz’altro il Bitcoin. Intorno alle cosiddette criptovalute si è creata una grande attenzione, in parte legata alle cronache, non sempre positive, in parte legata alle possibilità di guadagno e di sviluppo di nuovi business. Un’attenzione che ha dimostrato anche il pubblico intervenuto all’incontro organizzato dall’Unione degli industriali a Gallarate nell’ambito del ciclo di incontri “Approfondimenti di finanza- scuola di impresa”, coordinati da Marco Crespi responsabile dell’area finanza di Univa. Una raffica di domande ha infatti letteralmente investito i due ospiti, Christian Miccoli e Marco Pesani, rispettivamente ceo e direttore di sviluppo di prodotto di Conio.com, piattaforma italiana di bitcoin trading. (nella foto da sinistra: Marco Crespi, Christian Miccoli, Marco Pesani)
OGNI CRIPTOVALUTA SI BASA SULLA FIDUCIA CONDIVISA
L’idea di creare un nuovo tipo di valuta da utilizzare su internet la si deve ai matematici e ai crittografi. I trader hanno poi intravisto la possibilità di fare business e così hanno trattato la moneta digitale come un qualsiasi altro asset finanziario. Attualmente Ethereum e Bitcoin, che sono due criptovalute diverse e non sovrapponibili, hanno una capitalizzazione di 230 miliardi di euro. «Ogni criptovaluta – ha spiegato Pesani – nasce per un motivo diverso. Prodotti diversi che hanno obiettivi differenti».
Tutte le cripotvalute, però, hanno un unico minimo comun denominatore: ciascuna valuta digitale è un grande database, impossibile da contraffare, che tiene memoria di tutte le transazioni avvenute al suo interno. «È la tecnologia sottostante della blockchain – continua il manager di Conio.com – ad accumunare le varie criptovalute esistenti nel mondo del web. Si tratta di una community, dove lo scambio di valore avviene su una condivisione di fiducia, dove a fare da garante di ogni singolo operatore è l’assenza di intermediari. Tutti controllano tutti a vicenda».
VOLATILITÀ NON COINCIDE CON ILLEGALITÀ
Se volete investire in Bitcoin dovete sapere che è un asset con un grande potenziale di rivalutazione ma al tempo stesso molto volatile. Nelle criptovalute non c’è commissione, cento euro di transazione equivalgono a cento euro, ma quello che incasso oggi non è detto che lo potrei incassare anche domani. «Avere l’1,5% di Bitcoin nel vostro portafoglio – ha sottolineato Miccoli – con la sua capacità di moltiplicare anche fino a 100 volte l’investimento fatto può essere un modo per assicurarsi contro il rischio default della nostra economia caratterizzata da un enorme debito pubblico e da tensioni socioeconomiche. Non dimentichiamo poi che i fondi pensione e le assicurazioni vita sono strapiene di debito pubblico».
Le criptovalute come ancore di salvataggio rispetto al rischio sistemico è un’immagine che sembra confliggere con le cronache non sempre edificanti. «Intorno alle valute digitali c’è tutto un mondo da sfatare – continua il cofondatore di Conio.com – perché le attività illegali incidono per l’1% % sul totale delle transazioni in Bitcoin. In realtà qualsiasi operazione effettuata in criptovalute è registrata e lascia una traccia indelebile nel tempo. Il web non è proprio il mondo ideale per il nero e l’economia sommersa».
PRUDENZA SÌ DIFFIDENZA NO
Se nel caso dell’euro c’è una banca centrale che potendo gestire l’offerta riesce a controllarne il prezzo, lo stesso non si può dire del Bitcoin. Il valore delle valute digitali non è controllato da un intermediario, ma la loro fluttuazione è totalmente libera. L’unica cosa fissa è la quantità che è sempre certa, a 9 anni dalla loro nascita esistono 16,8 milioni di Bitcoin che cresceranno fino a 21 milioni entro l’anno 2140. «Noi non siamo intermediari finanziari – ha concluso Miccoli – e pertanto non siamo sottoposti alle regole di vigilanza previste da Banca d’Italia e Bce. Credo che sia importante questo punto perché il Bitcoin si basa sulla fiducia condivisa e ogni tentativo di vietarlo o di irrigidirlo sarebbe destinato al fallimento».
Per il momento il consiglio degli esperti è: prudenza sì, ma diffidenza no.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
massimiliano_buzzi su Si affida ad un professionista per rivalersi sul medico che aveva sbagliato diagnosi ma viene truffato
Ombretta Gianni su Le barche d'epoca di Laveno Mombello al Festival internazionale di Sète
PaoloFilterfree su Il PD: "Lega a Varese già asfaltata due volte, loro a caccia di like e noi stanziamo 3,5 milioni per le strade"
lenny54 su Il PD: "Lega a Varese già asfaltata due volte, loro a caccia di like e noi stanziamo 3,5 milioni per le strade"
massimiliano_buzzi su Il PD: "Lega a Varese già asfaltata due volte, loro a caccia di like e noi stanziamo 3,5 milioni per le strade"
Castegnatese ora Insu su La Lega in piazza a Varese lancia il premio "Asfaltami oggi!", in palio una mozione in Consiglio comunale
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.