Alitalia “butta via” le divise made in Gallarate: uno spreco da due milioni di euro

Nel 2016 la Egv1 ha ricevuto un ordine da 15 milioni di euro. Un anno dopo Alitalia ha confermato, ma in autunno ha cambiato idea e ha ordinato divise diverse. Siamo entrati nel magazzino dove è stoccata la merce diventata "inutile" e (in parte) non ancora pagata

A Gallarate chiedono solo quanto spetta loro. Eppure, questa storia dovrebbe interessare ogni italiano, visto che è uno spreco costato milioni di euro ad Alitalia. Che nel 2016 ordinò una nuova divisa – dai cappelli alle scarpe – e nel 2017 l’ha subito sostituita, lasciando nei magazzini migliaia di capi inutilizzati. E oggi centinaia di scatoloni sono ancora nei magazzini della Egv1, l’azienda gallaratese che ha prodotto le divise 2016.

La commessa di Alitalia arriva a febbraio 2016, nel quadro della stagione in cui la compagnia di base a Roma vede l’ingresso dei nuovi partner di Etihad e cerca un rilancio anche di immagine. Valore totale della commessa: 15 milioni di euro, per circa 220mila capi, una durata di cinque anni (fino al 2021) e l’obbligo di mantenere scorte di magazzino sempre disponibili, per sostituire i capi della “prima vestizione”. La divisa dell’era Etihad, disegnata da Ettore Bilotta, finisce spesso sui giornali, un po’ come simbolo di rilancio (a Gallarate conservano ancora gli articoli di giornale, in bella vista), un po’ per la contestazione di una parte del personale, in particolare sulle calze da donna verdi o rosse.

A Gallarate lavorano a ritmo serrato: gestiscono la produzione, che avviene prevalentemente tra la Puglia (capi da uomo), la Romania (capi da donna), Como (la seta) e le Marche (le scarpe), assicurano le consegne. Il personale di base a Malpensa viene a provare le divise direttamente nella sede della Egv1 in via Leonardo Da Vinci. E la fornitura continua anche quando Alitalia finisce commissariata, dopo il No dei lavoratori nel Referendum sul piano industriale e dopo la conseguente dichiarazione dello stato d’insolvenza. La Egv1 vede congelato qualche pagamento, ma poi tutto sembra sbloccarsi. «Ci hanno confermato il contratto, senza nessuna richiesta di adeguamento» spiega oggi Valerio Fumagalli, fondatore e amministratore delegato della Egv1. Anzi: nello stesso maggio il nuovo management amplia l’ordine, con una decisione anomala, per venire incontro alle richieste dei dipendenti. Toglie le odiate calze verdi e rosse e ordina nuove calze color carne, sempre affidando la commessa alla Egv1. Valore della nuova commessa: 43.961 euro, fatta mentre la compagnia annaspa con perdite da milioni di euro, come ricorda l’articolo di Linkiesta che per prima ha raccolto la storia delle divise “finite nella spazzatura”.

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Nei magazzini della Egv1, nel complesso industriale “Ex Bellora” di via Leonardo Da Vinci a Gallarate

Insomma: le incertezze ci sono ma tutto sommato a Gallarate stanno tranquilli. E invece nell’autunno 2017 tutto si fa più difficile: Alitalia – commissariata e sempre a un passo dal tracollo fa piazza pulita della vecchia divisa associata al periodo di Etihad e ordina una nuova divisa. «Quella sera ero già a letto, leggevo le notizie sullo smartphone. All’improvviso ho scoperto da un articolo che Alitalia avrebbe rifatto le divise» racconta ancora stupefatto Francesco Cogo, responsabile commerciale di Egv1, una vita lavorativa in ambito aviation. Formalmente l’ordine rimane : «Io mi sono premurato contattando il mio referente dentro alla compagnia, ad alto livello» racconta ancora Fumagalli. «Mi ha detto che non ne sapeva niente. E questa storiella è andata avanti per trenta telefonate». Fino a che nel 2018 viene attivata, ufficialmente, la fornitura delle nuove divise 2017, firmate da Alberta Ferretti.

La Egv1 si trova così con un milione di euro di merce bloccata. Un valore di 900mila euro ancora sugli scaffali a Gallarate. «Tutto bloccato, ma intanto ci ho pagato l’Iva» spiega ancora Fumagalli. L’azienda – va detto – non rischia di finire a gambe all’aria, nella sede di viale Leonardo Da Vinci si lavora su altre commesse, nel mondo dell’aviazione e in quello del racing motociclistico. «Ma lì dentro – dice Fumagalli indicando il magazzino – ci sono i soldi di vent’anni di attività».

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Valerio Fumagalli, fondatore e amministratore di Egv1

La storia della Egv1 è ben ancorata nella tradizione del tessile. Fumagalli lo racconta mentre ci accompagna nel cortile dell’ex cotonificio Bellora, fabbrica tessile chiusa da trent’anni, i cui spazi sono stati frazionati in una miriade di piccole aziende. Dopo aver fondato la Egv1 nel 1999, Fumagalli dopo pochi anni l’ha portata appunto all’ex Bellora. «Qui dentro ci lavorava mio papà, faceva il fuochista delle caldaie della fabbrica. Quando ero bambino mi ci portava ogni tanto sulla bici, dicendomi che quella era Milano» racconta. Oggi nel cortile si muovono camion e furgoni, le auto dei titolari di tante piccole aziende e quelle dei dipendenti. L’Italia delle piccole imprese che faticano a guadagnarsi spazio sul mercato interno e su quello globale. Forse è troppo facile contrapporle a giganti come Alitalia, eppure è una realtà. «Tutti fanno i ragionamenti sui dipendenti di Alitalia, ma quante aziende dell’indotto hanno chiuso in questi anni a causa degli ultimi due fallimenti della compagnia?». La Egv1 oggi può andare avanti, ma per altri – chissà dove, in giro per l’Italia, da Nord a Sud – non è stato così.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 11 Maggio 2018
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  1. Mike49
    Scritto da Mike49

    “dovrebbe interessare ogni italiano, visto che è uno spreco costato milioni di euro ad Alitalia.”
    Ma se Alitalia è una ditta privata, cosa ha da fare con “ogni italiano”? Sono daccordo che è uno spreco di soldi, ma ogni ditta “privata” risponde ai suoi azionisti e non al Paese.
    Per me, Alitalia andava chiusa/eliminata oltre 30 anni fa, ma siccome gli interessi di un paese pieno di approfittatori, furbi, incapaci, ladri, levantini e parassiti è molto al di sopra del comune senso del pudore, dobbiamo vivere con quello che abbiamo.

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    Alitalia diventa pubblica, privata, pubblica, privata a seconda di quale CDA e quali dirigenti deve generosamente foraggiare.

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