Assemblea dei soci per il Centro di Servizio per il Volontariato dell’Insubria

Sabato 5 maggio ci sarà l'elezione del consiglio direttivo, al quale spetterà esprimere il nome del presidente

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“Un punto di riferimento, ma anche un laboratorio comune” per tutte le associazioni del Varesotto e del Comasco: è così che si presenta il Centro di Servizio per il Volontariato dell’Insubria (Csv Insubria), nato ufficialmente il primo gennaio 2018 dalla fusione dei Centri di Servizio per il Volontariato delle provincie di Varese e Como, entrambi con una storia ventennale alle spalle.

La fusione ha portato al mantenimento delle due sedi operative di Varese (via Brambilla 15) e di Como (via Col di Lana 5), che restano i punti di riferimento sui rispettivi territori. Ad essere ridefinita è invece la governance del Centro stesso che, con la fusione, si trova a riunire al suo interno 170 associazioni socie. Saranno proprio i soci – riuniti in assemblea il prossimo 5 maggio a Olgiate Comasco – ad approvare il nuovo regolamento del Csv Insubria e ad eleggere il consiglio direttivo, al quale spetterà esprimere il nome del presidente.

Il cammino che ha portato alla fusione dei due Centri è durato oltre due anni e si è inserito in un percorso più generale, che ha riguardato tutti i Centri di Servizio della Lombardia (passati da 12 a 6), viaggiando in parallelo rispetto alla Riforma del Terzo Settore che, al suo interno, detta anche le nuove regole che riguardano proprio i Centri di Servizio. Complessivamente i soggetti associativi che fanno riferimento al Centro Servizio per il Volontariato dell’Insubria sono 4mila. «Il nostro mandato – dice Maurizio Ampollini, direttore del Csv Insubria – è quello che ci viene riconosciuto dalla legge di Riforma del Terzo Settore, ovvero di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo per promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore, senza distinzione tra enti associati ed enti non associati, e con particolare riguardo alle organizzazioni di volontariato». Una modalità operativa che fa del Centro di Servizio un punto di riferimento per tutto il volontariato, allargandone gli orizzonti operativi rispetto al passato.

«I CSV sono anche incaricati di essere a disposizione del volontariato nelle sue diverse declinazioni e nelle diverse tipologie di organizzazioni – è il commento di Martino Villani, vice direttore e responsabile territoriale di Csv Insubria – le nuove aree immaginate si declinano a seconda dell’utenza: cittadini, organizzazioni, territorio e welfare. Anche gli operatori operano in modo trasversale perché l’esperienza costruita negli anni non è più vincolata ad una funzione ma si esprime a seconda del tema su cui si sta lavorando. L’idea è che il CSV sia un luogo dove andare a chiedere, ma sia anche un ente che sollecita il territorio ad intervenire dove si vedono necessità e problematiche».

 Ma i Centri di Servizio, nel mutato contesto, sono oggi sempre più anche un laboratorio dove costruire risposte complesse rispetto alle domande che arrivano dalle associazioni. Dal punto di vista operativo il Csv Insubria si pone l’obiettivo di lavorare con il territorio a servizio della comunità per renderla più solidale, accogliente e attenta al bene comune, attraverso il sostegno e lo sviluppo culturale del volontariato. Un mandato volto a promuovere cambiamento sociale e a rendere il volontariato agente di sviluppo sociale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Maggio 2018
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