Una bella mostra di Avanzi

Chiuderà il 20 la mostra allestita in sala Veratti dai ragazzi del Politecnico di Milano, che hanno esposto i risultati di uno studio su tre luoghi simbolo abbandonati della città

Una mostra di Avanzi

Chiuderà il 20 maggio la mostra allestita in sala Veratti dai ragazzi del Politecnico di Milano, che hanno esposto i risultati di “Avanzi 9×3” lo studio su tre luoghi simbolo abbandonati della città: lo scalo merci della stazione FS, l’ex stazione del tram di viale Aguggiari, l’ex ufficio d’Igiene.

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UN ALLESTIMENTO “AUTOPRODOTTO”

La mostra, aperta dal 5 maggio, gode innanzitutto di un allestimento straordinariamente raffinato, realizzato con idee e mezzi esclusivamente a carico degli studenti coinvolti: un lavoro assolutamente suggestivo, specie poichè realizzato con mezzi propri.

Un’interessante metafora del lavoro che i 9 gruppi di studenti hanno svolto sulle strutture visitate qualche mese fa. I loro progetti sono infatti “non edilizi”: si limitano a “ripulire” ed arredare le strutture, con progetti che prevedono costi più bassi possibile, assolutamente sopportabili anche da enti e privati.

Tra i progetti, alcune proposte particolarmente interessanti: dalla “stazione delle bici” allo spazio d’arte, dal birrificio con degustazione al microteatro. Che “rimettono a nuovo” per esempio l’ex scalo merci con un budget inferiore a 250mila euro per 800 metri quadri di superficie.

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“L’INIZIO DI UN NUOVO PERCORSO DI RIQUALIFICAZIONE”

«Questa mostra vuole essere l’inizio di nuovo percorso – ha commentato l’assessore all’Urbanistica Andrea Civati – Non basta un progetto, ne le buone intenzioni dell’Amministrazione, per realizzare queste idee: ci vogliono anche soggetti terzi che da queste idee si facciano stimolare per collaborare a rifunzionalizzare la città: insomma, non basta rimettere a nuovo un luogo, bisogna anche sapere cosa farci dentro».

«Ci interessa intervenire in questi luoghi con la cultura del design perché questo tipo di approccio rappresenta un modo per ridare onore a luoghi di memoria – Ha commentato Luciano Crespi, docente del Politecnico che fa parte del pool di insegnanti che ha guidato il progetto – Il comune di Varese, come molte amministrazioni, non ha i soldi per fare un restauro di quei luoghi, e del resto un restauro pieno rischierebbe di valorizzarli allo stesso modo».

«Sono affascinata dalla bellezza di questa mostra: sia per l’allestimento che per i progetti che per il trasporto emotivo. Un lavoro splendido, per di più a loro spese – ha commentato Ileana Moretti, presidente dell’Ordine degli Architetti – Anche i progetti e la loro filosofia sono interessantissimi: ho già parlato con il gruppo giovani del nostro Ordine affinché organizzino una serata di divulgazione dei progetti, o un proseguimento della mostra in altri luoghi»

 

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Maggio 2018
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