In fuga dalla disperazione: storie di vita all’assemblea del Curie

L'assemblea del liceo ha concluso il progetto "Mettiamoci la faccia" dove i ragazzi di 3A hanno intervistato chi è arrivato nella nostra provincia, fuggito da casa propria

Mettiamoci la faccia

La guerra, la fame e la povertà, le lotte intestine, le vendette tribali. Sono molti i motivi che inducono una persona ad abbandonare la propria casa per fuggire verso l’ignoto. Affrontare viaggi estenuanti, imbattersi in pericoli, sfuggire alla morte.

Le voci di tanti viaggi sono riecheggiate nell’aula magna del liceo Curie di Tradate dove gli studenti di 3A Linguistico coadiuvati dalla prof.ssa Raffaella Ganna hanno organizzato, come evento conclusivo del Progetto“Mettiamoci la faccia. Guardami, questa è la mia storia”, un’ assemblea sul tema dell’integrazione.

Grazie alla collaborazione di Anolf onlus di Varese,i ragazzi hanno incontrato, ascoltato e fotografato alcuni stranieri che vivono e lavorano in provincia.

Hanno passato alcuni pomeriggi con ragazzi del Cpia di Tradate con cui hanno comunicato in inglese e francese e realizzato un catalogo della mostra con saggi di riflessione sul tema della migrazione e dell’integrazione consultabile online sul sito (https://mlfmariecurie.wordpress.com/) .

Nel corso dell’assemblea le storie di fuga hanno preso vita attraverso le parole dei protagonisti: Natalia Carpenco, affermata violinista proveniente dalla Moldavia, ha raccontato la crisi economica e politica in cui  versava il suo paese dopo la caduta del muro di Berlino, evento storico che ha indotto molti cittadini ad abbandonare il paese in cerca di condizioni di vita migliori, all’amaro prezzo di dover abbandonare passioni e aspirazioni, proprio come successe a Natalia costretta a chiudere in un cassetto il proprio violino. Aleksandra Damnjanovic della Serbia ha fatto cenno alle guerre balcaniche che hanno portato alla disgregazione dell’ex Jugoslavia e alla necessità di emigrare verso terre più pacifiche.

Molto toccanti sono state le parole di Alassane Diakitè, giunto dal Mali nel 2015 dopo un sofferente viaggio attraverso il deserto e il mar Mediterraneo in cui ha visto morire molti compagni; nel suo intervento ha insistito sull’importanza della solidarietà e dell’accoglienza verso chi fugge da situazioni drammatiche
preferendo non entrare nei particolari del viaggio e delle torture nei campi di concentramento in Libia.

Grace Kantengwa è stata più fortunata perché ha potuto contare sull’aiuto dei Comboniani per fuggire dall’Uganda, paese in cui aveva trovato rifugio dopo essere scappata dal Rwanda in seguito alla guerra. Oggi Grace è una donna soddisfatta della sua vita e continua a occuparsi del suo paese grazie alla Associazione Inshuti Italia-Rwanda onlus.

Un momento particolarmente significativo è stato l’intervento di Gabrio Rognoni, che ha seguito la realizzazione del film “My name is Adil” , la storia di un viaggio di ritorno in Marocco di Adil, arrivato in Italia al’età di tredici anni per poi decidere di tornare, dieci anni dopo, nel suo paese alla ricerca delle sue radici. Gabrio Rognoni ha raccontato agli studenti in sala quanto sia importante il loro contributo per una società in cui tutti siano integrati, mentre Andrea Pellizzer, regista insieme allo stesso Adil Azzab e a Rezene Magda, ha ricordato quando, all’inizio del Novecento, erano gli italiani a emigrare verso altri mondi e in numero maggiore rispetto a quanti oggi entrano in Italia.

progetto integrazione

Hanno concluso l’assemblea Filippo Saccardo, impegnato a fornire assistenza legale a richiedenti asilo, e due giovani volontari, Michele Bianchi e Davide Mantegazza che hanno entusiasmato i ragazzi del Liceo spiegando loro quanto sia costruttivo dedicare parte del proprio tempo agli altri.

L’assemblea, interamente preparata a gestita dagli studenti coadiuvati da Paola Prestinoni dell’Anolf, è stata presentata da Matteo Di Trolio e Ludovica Franzè e si è conclusa con i versi della canzone di Fossati “Mio fratello che guardi il mondo” cantata da Patrick Ryan e Riccardo Girola.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Maggio 2018
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