Nuvoa centrale termoelettrica nel polo chimico, associazioni preoccupate

Il progetto presentato da Chemisol non convince appieno le associazioni che presentano le loro perplessità ma il sindaco Cerini risponde: "Nessuna osservazione è stata presentata in Comune. Centrale autorizzata dal 2011"

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Sette anni dopo rispunta il progetto di realizzare una centrale termoelettrica all’interno del polo chimico di Castellanza. Si tratta di una centrale a gas naturale da 145 Megawatt già autorizzata dalla Provincia nel 2011 ma mai iniziata.

La società Chemisol vorrebbe sostituire quella esistente con quella prevista dal progetto che prevede 4 moduli (motori) endotermici a gas naturalee impianti ausiliari.

Medicina Democratica, Centro per la salute Giulio Maccacaro e Valleolonarespira, tutte realtà da tempo attente a quanto si muove nel polo chimico (vedasi la battaglia contro Elcon), presentano alcune preoccupazioni legate alla salute che potrebbero emergere anche da questa opera e presentano alcune richieste «anche se il termine per presentare osservazioni al progetto sono scaduti a marzo ed entro quella data non ne sono state presentate», come sottolinea il sindaco Mirella Cerini.

Le motivazioni del nuovo progetto, secondo il proponente, sono connesse al mutato quadro del mercato elettrico italiano e delle necessità (in riduzione) di energia termica delle aziende ancora insediate nel polo chimico. Il sindaco Mirella Cerini spiega che «la centrale non ha bisogno di ulteriori autorizzazioni in quanto è già in possesso di quella ottenuta nel 2011 e Chemisol potrebbe iniziare i lavori anche domani. L’unica modifica richiesta è quella di sostituire l’alimentazione della centrale con l’elettricità andando a diminuire anche l’impatto ambientale».

Le osservazioni presentate dalle associazioni sono essenzialmente tre che vi riportiamo di seguito.

1)      Il Piano Regione per gli interventi della qualità dell’aria (2013) definisce delle condizioni per la realizzazione di nuove centrali termoelettriche nelle  zone di fascia 1 (come Castellanza e i comuni limitrofi) ovvero che la energia elettrica sia utilizzata almeno al 70 % per le necessità del produttore stesso e/o che l’impianto sia al servizio di reti di teleriscaldamento. Condizioni che non sono dimostrate nel progetto presentato.
2)      L’assetto emissivo non determini un aumento delle emissioni a meno che le stesse non siano bilanciate da una diminuzione delle emissioni complessive nell’area (questa condizione è possibile quando un impianto è collegato a una rete di teleriscaldamento e quindi può favorire la sostituzione di impianti termici civili). Per questa condizione il proponente fornisce delle indicazioni che non risultano convincenti in quanto basate su una riduzione (ipotetica) delle ore di funzionamento della nuova centrale rispetto a quella precedentemente autorizzata (e non realizzata).
3)      L’impianto verrebbe realizzato su una area interessata dagli interventi di bonifica/messa in sicurezza del polo chimico ex Montedison ed in particolare sopra un deposito sotterraneo di ceneri di pirite che sono la causa principale della contaminazione di arsenico delle prime due falde sotterranee (non più utilizzate, dalla fine degli anni ’80 per uso potabile) e per le quali è in funzione una barriera idraulica di dubbia efficacia. Questo aspetto non viene trattato nel progetto e il nostro timore è da un lato una possibile interferenza sul deposito dei rifiuti connesso con il cantiere (e quindi ulteriori rilasci nel sottosuolo di sostanze contaminanti, in primis arsenico) nonché che tale progetto rimandi sine die la reale bonifica di quell’area, con il mantenimento del fattore di contaminazione (ceneri di pirite) a tempo indeterminato.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Maggio 2018
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