Arriva il taglio del superticket: liste d’attesa più lunghe?

Dal primo luglio entra in vigore il primo atto della giunta Fontana. Il ticket sanitario passerà da 30 a 15 euro. I gestori attendono notizie su chi ripianerà i mancati introiti

ticket apertura

Dal prossimo 1 luglio il ticket sulle prestazioni sanitarie sarà più leggero. Entra infatti in vigore la prima misura decisa dal Governatore Fontana all’atto del suo insediamento.

RIDUZIONE FINO A 15 EURO

In concreto, il superticket, introdotto nel 2011 dal Governo Berlusconi, verrà dimezzato: non si pagherà più da 0 a 30 euro ma una cifra ridotta, da 0 a 15 euro in base al tipo di prestazione ( sono 11 gli scaglioni) oltre al ticket ordinario nazionale di 36 euro . Le ricette fino a 5 euro non avranno superticket si mentre le prestazioni più onerose ( tipo Tac o risonanza del valore di 36 euro) verranno caricate di ulteriori 15 euro e non più 30.

PREOCCUPATI GLI OPERATORI

La notizia, in sé positiva, è vissuta con riserva dagli operatori sanitari privati convenzionati: « Nella delibera in cui si è stabilito il dimezzamento – spiega il presidente di Anisap Lombardia Andrea Buratti – è indicato che verranno rimodulati i budget agli enti erogatori. Siamo fiduciosi che a luglio, come annunciato, arrivi la delibera che definirà i nuovi stanziamenti ».

Ma cosa si teme esattamente? Il taglio del superticket comporta una minor entrata nelle casse di chi effettua le prestazioni sanitarie ( pubblico o privato che sia). Gli introiti inferiori, se non adeguatamente ripianati da Regione,   comporterebbero un maggior consumo del budget stanziato da Regione che terminerebbe prima e, conseguentemente, costringerebbe gli ambulatori a limitare le prestazioni per rispettare lo stanziamento regionale.

IL MECCANISMO DELLE LISTE D’ATTESA

Regione Lombardia stabilisce il numero delle prestazioni che ogni anno paga per i cittadini e stanzia il budget relativo. Ogni centro, pubblico o privato convenzionato, ottiene una quota del budget che equivale a un certo numero di prestazioni. Una volta terminato il budget, l’ente non può più lavorare perché non è retribuito, così rinvia la prestazione a un ulteriore momento in cui gli verrà nuovamente riconosciuto il corrispettivo economico. In questo modo, gli appuntamenti slittano nel tempo. Il fenomeno è in crescita proprio perché, a fronte di un budget economico sostanzialmente costante, le domande di prestazioni sono in forte crescita.

SI ATTENDE UNA NUOVA DELIBERA REGIONALE

Limitare le prestazioni comporterebbe l’allungamento delle liste d’attesa, già spesso molto lunghe: « Noi siamo fiduciosi che tutto andrà secondo quanto annunciato – commenta il presidente BurattiL’iniziativa è meritoria perchè sostiene i  cittadini in difficoltà e Regione ha già indicato nelle delibere che nel secondo semestre dell’anno adeguerà i budget delle singole strutture per evitare impatti ai pazienti». 

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Pubblicato il 28 Giugno 2018
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