Gallera: “Ad Angera, non si può più andare avanti”

L'Assessore regionale spiega perché il punto nascita va chiuso e annuncia un progetto innovativo. La proposta delle mamme? "Allo studio ma, per ora, non accoglibile"

Ospedale di Angera

« Su Angera abbiamo fatto il possibile, umanamente e anche oltre. Ma così non si può continuare».

È categorico l’assessore al Welfare Giulio Gallera sul futuro del punto nascita di Angera: « Abbiamo convogliato tutte le nostre energie, abbiamo cercato di costruire un modello sostenibile e adeguato. Ma non funziona».

Dal primo di luglio dunque ( “Il più presto possibile”) l’Ondoli non accoglierà più donne in travaglio: « Il modello che avevamo cercato di attuare ha messo in crisi tutto il sistema, penalizzando anche gli altri ospedale dell’Asst Valle Olona. La proposta di ruotare su tutti i presidi ha di fatto allontanato anche possibili figure specialistiche necessarie per le ginecologia di Busto e Gallarate. Inoltre, siamo stati richiamati dal comitato di controllo dei LEA per la mancata chiusura dopo che Roma ha negato la deroga alla chiusura dei presidi con meno di 500 parti».

L’assessore regionale respinge l’accusa di aver cambiato rotta o di aver agito senza confronto: « Avevo creato una cabina di regia con tutti i sindaci e gli amministratori del territorio. Ci siamo incontrati almeno 4 volte. Ogni passo è stato discusso apertamente. Anche le madri di Amor, che avevo incontrato lo scorso novembre, erano consapevoli che il sistema adottato non reggeva. Ci eravamo dati tempo fino a  maggio scorso per valutare i risultati. Lo scorso anno sono nati 280 bambini e, di questi, il 10% è dovuto salire in urgenza in ambulanza per raggiungere Varese e la sua terapia intensiva».

Angera, quindi, perderà i servizi? « Assolutamente no. Il prossimo 25 giugno presenterò in giunta un nuovo modello di assistenza al parto che prevede una figura ostetrica di riferimento per tutto il periodo della gravidanza e anche dopo compreso l’accompagnamento al parto all’ospedale di Varese. Si chiama “ostetrica del territorio” e sarà al fianco della donna, vicina al luogo di residenza».

Le mamme di Amor, però, pensavano che sarebbe stato attivato il modello delle “case del parto” ad assistenza esclusivamente ostetrica: « Abbiamo raccolto la loro proposta e la stiamo studiando. Attualmente un modello simile è possibile solo se, in ospedale, c’è un reparto di terapia intensiva. Vogliamo approfondire la proposta ma, prima di tutto, dobbiamo assicurarci che tutto il percorso sia svolto nella massima sicurezza per il bene della mamma e del bambino».

Con il destino del punto nascita segnato, quale futuro avrà la pediatria? « È un tema di cui discuteranno le due Asst,  Sette Laghi e Valle Olona» taglia corto Gallera che sta lavorando anche per far rientrare l’Ondoli nella Sette Laghi.

Per il momento, il direttore della Valle Olona Giuseppe Brazzoli non si sbilancia: « Presenteremo il programma degli interventi il 25 giugno ai sindaci del territorio riuniti nella sede del piano di zona a Comabbio. Dico solo che che ci sarà un nuovo modello di assistenza al parto e di pediatria».

I dettagli, quindi, si saranno spiegati il prossimo 25 giugno, anche se si intuisce che la pediatria, oggi impegnata soprattutto a dare cura i neonati, cambierà la propria fisionomia, garantendo l’assistenza senza avere, però, posti letto.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Giugno 2018
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