La villa che doveva diventare un centro antiviolenza occupato da senza tetto

La precedente giunta era riuscita ad ottenere un contributo da 280 mila euro per trasformarla in una casa rifugio ma da qualche tempo era occupata da abusivi, sgomberati lunedì

villa boss barranca legnano

La villa di via Pasubio, confiscata al boss della ‘ndrangheta Cosimo Barranca e assegnata al Comune di Legnano, doveva diventare un centro per le donne vittime di violenza ma, a tutt’oggi, non si sa se l’amministrazione riuscirà a sfruttare il contributo da 280 mila euro chiesto a Regione Lombardia e ottenuto dalla giunta precedente. A distanza di alcuni mesi dall’assegnazione, infatti, non solo non sono stati fatti i lavori di adeguamento richiesti per ottenere i fondi ma l’edificio è diventato anche luogo di bivacco per senza fissa dimora.

Ieri la struttura è stata sgomberata da alcuni abusivi che l’avevano occupata. Cinque denunce per occupazione abusiva di immobile e la segnalazione all’Ufficio Immigrazione di Milano che sta portando avanti le pratiche per l’espulsione dal territorio nazionale. Questo il risultato del blitz condotto ieri alle prime ore della mattina dagli uomini del comando di Polizia Locale di Legnano che hanno fatto irruzione nello stabile destinato al Centro Antiviolenza dopo essere stato sequestrato alla criminalità organizzata.

Gli agenti sono intervenuti di buon mattino, attorno alle 6,30. Entrati nello stabile hanno trovato cinque giovani tunisini tra i 20 e i 30 anni, sprovvisti di regolari permessi di soggiorno. Per tutti loro sono scattate denunce per occupazione abusiva di immobile oltre all’accompagnamento all’Ufficio Immigrazione di Milano dove sono stati foto-segnalati e sono state avviate le pratiche di espulsione. A brevissimo, inoltre, lo stabile sarà messo in sicurezza e chiuso al fine di evitare ulteriori occupazioni in attesa che la villa venga assegnata alla sua destinazione di Casa di Accoglienza.

«Questa operazione – commenta l’assessore alla Sicurezza, Maira Cacucci – dimostra ancora una volta quanto siano diffusi fenomeni come l’occupazione abusiva e la permanenza irregolare sul territorio italiano ma anche che il controllo costante produce risultati. Un’azione, in questo caso, particolarmente importante vista la storia dell’immobile sgomberato».

Solo pochi giorni fa, però, il Pd aveva chiesto all’amministrazione a che punto era il centro antiviolenza voluto dalla giunta Centinaio e fermo da oltre un anno. Con il Decreto della Giunta Regionale 1 marzo 2018, infatti, il progetto presentato dalla giunta Centinaio in merito all’immobile di Via Pasubio, sequestrato alla criminalità organizzata, è stato ammesso e finanziato per 280.000 €: «Il contributo è condizionato da alcune prescrizioni, da assolvere da parte dell’ente fruitore entro 120 giorni dalla pubblicazione del provvedimento, pena la sua decadenza. Dette prescrizioni riguardano l’ottenimento delle autorizzazioni in deroga all’altezza minima dei locali, all’uso di seminterrati per utilizzo lavorativo e delle garanzie di superamento delle barriere architettoniche come previsto dal Piano Regionale Antiviolenza».

I democratici denunciano che dopo l’annuncio del finanziamento ottenuto, il silenzio è calato sul progetto: «Ora che stanno scadendo i termini per il conseguimento effettivo, c’è da chiedersi se il Comune abbia adempiuto agli obblighi previsti. Ce lo auguriamo, per non veder svanire un obiettivo così importante quanto complesso da realizzare, a beneficio di quelle tante donne vittime di sorprusi e di violenze».

La risposta sta, probabilmente, nelle prime righe dell’articolo: l’edificio è stato occupato per un certo periodo di tempo e quindi lasciato nell’abbandono, fino allo sgombero di questa mattina. Il tempo stringe e perdere il contributo sarebbe una beffa e una sconfitta per tutti.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Giugno 2018
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