10 anni di elisoccorso, l’ambulanza del cielo in azione giorno e notte

In dieci anni di attività, sono oltre 1300 le missioni notturne, 170 dall'inizio del 2018. Visori notturni e una fitta mappa di luoghi d'atterraggio garantiscono la rete del soccorso

elisoccorso compie dieci anni

Milletrecento missioni notturne in dieci anni. Trecentoventisette solo nel 2017.  E’ il bilancio dell’operatività dell’Elisoccorso di Como nella fascia oraria dalle 8 di sera alle 8 del mattino, avviata il 21 luglio 2008. Parliamo del soccorso sanitario che serve i territorio di Como, Varese e Lecco, oltre al Legnanese.

Il servizio di stanza nella sede operativa di Villa Guardia, nel corso degli anni, ha potuto contare su velivoli sempre più moderni ed efficienti – come l’attuale AW 139 -,  ed è passato da una media di 70 interventi notturni all’anno a oltre 300 l’anno. Dall’inizio di quest’anno, l’elisoccorso si è già alzato in volo 177 volte. Attualmente gli interventi primari, ovvero quelli effettuati sul territorio, rappresentano l’80% dell’attività e i secondari, cioè quelli di pazienti critici da struttura sanitaria ad altra struttura sanitaria, sono il 20%.

«L’elisoccorso – ha detto Alberto Zoli, direttore generale  di Areu  – è stato individuato come settore di punta su cui investire per garantire la continuità del servizio tra il giorno e la notte e, conseguentemente, la medicalizzazione precoce dei pazienti e il trasporto in ospedale. È stato fatto un salto qualitativo epocale grazie all’integrazione con i mezzi di trasporto su gomma. Inoltre, stiamo sviluppando altre progettualità per migliorare le informazioni sul meteo, utilizzare di più i siti degli ospedali spoke e stiamo lavorando per inserire anche i droni che, dall’alto, possono fornire una quadro del luogo dell’intervento ancora più dettagliato».

Alla presentazione del bilancio dell’attività erano presenti anche Maurizio Volontè, responsabile del 118 e dell’Elisoccorso di Como, Gianfranco Molina, comandante di Babcock International Group, società che fornisce il mezzo e il personale aeronautico, e Matteo Ferranti, responsabile operativo Soreu (Sala operativa regionale emergenza urgenza) dei Laghi – 118, presenti oggi nella base HEMS (Helicopter Medical Service) di Villa Guardia.

elisoccorso compie dieci anni

«Si tratta di interventi – spiega Volontè – dove l’utilizzo dell’elicottero non solo può permettere di ridurre i tempi di raggiungimento del paziente da parte di un’équipe qualificata, ma anche l’arrivo all’ospedale più idoneo in tempi particolarmente contenuti. In tal senso ha rilievo clinico anche il livello di assistenza garantito nei trasporti interospedalieri per pazienti complessi, spesso affetti da patologie tempo-dipendenti, a cui vengono offerte cure assimilabili a quelle di una terapia intensiva».

L’evoluzione dell’attività notturna dell’Elisoccorso di Como è legata anche all’introduzione di nuove tecnologie. È stato infatti il primo in Italia in ambito civile sanitario, nel luglio del 2016, a utilizzare i Night Vision Goggles (NVG), visori notturni che amplificano la ridotta luce ambiente notturna (luna, stelle), consentono di vedere al buio e, quindi, di compiere durante la notte, operazioni fino a poco tempo fa possibili solo con la luce diurna. Anche il cockpit e la cabina dell’AW 139 sono compatibili con il sistema NVG.

E’ di qualche settimana fa, infine, un ulteriore step che contribuirà alla crescita dell’Elisoccorso in Lombardia. L’ENAC, l’Ente Nazionale Aviazione Civile, ha concesso l’autorizzazione all’attività di manovre “speciali”, cioè all’impiego del verricello anche di notte per calare sul luogo del soccorso l’équipe sanitaria e recuperare il paziente e all’utilizzo dell’hovering – stazionamento in volo – per operazioni di sbarco e imbarco. Al momento, grazie alla formazione svolta nei mesi scorsi dal personale di volo e da quello sanitario, l’Elisoccorso di Como è l’unico operativo in questo ambito.

Gli interventi autorizzati da ENAC possono essere effettuati a due condizioni. La prima è l’utilizzo dell’NVG. La seconda è il posizionamento del velivolo su siti noti e censiti denominati Hoist. Si tratta di prati e zone in prossimità di rifugi o vicine a strade di difficili che sono state individuati e ritenuti idonei a seguito di ricognizioni e studi ad hoc. La Lombardia può contare su una rete di una settantina di siti di questo tipo oltre che su campi sportivi illuminati e non illuminati utilizzabili per atterraggi e decolli.

La preparazione alle manovre “speciali”
Il training per poter effettuare le manovre “speciali” di notte ha coinvolto prima la componente aeronautica (pilota e copilota) e poi quella sanitaria (medico e infermiere) oltre al personale del CNSAS (tecnico), il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico della XIX Delegazione Lariana, che è parte integrante della squadra di soccorso, per un totale di 14 équipe.

La formazione si è svolta nei mesi di aprile e maggio e ha previsto un addestramento teorico e pratico: «Con la tecnologia NVG – ha chiarito il comandante Molina – possiamo garantire un servizio migliore al cittadino, che può sentirsi sicuro sempre, sia di giorno che di notte. In questa attività assicuriamo il nostro massimo impegno e facciamo continua formazione, per garantire al cittadino un servizio il più sicuro ed efficiente possibile».

Un’operatività potenziata nel tempo anche grazie alla collaborazione delle realtà locali: «La collaborazione delle AAT (articolazioni aziendali territoriali) 118 della Regione Lombardia – ha proseguito Volontè -, in particolare quelle di Como, Varese e di Lecco per l’area afferente alla SOREU dei Laghi, e la sensibilità di Amministrazioni Locali, Comunità Montane, Aziende Ospedaliere, organizzazioni di soccorso e realtà territoriali, hanno favorito l’individuazione di elisuperfici e siti per le operazioni notturne, con una rapida e progressiva loro implementazione. Oggi abbiamo raggiunto un livello di operatività che, con le necessarie attenzioni agli aspetti della sicurezza in tutte le fasi del soccorso, permette sempre di più l’efficace integrazione di tutte le risorse che concorrono al sistema dell’emergenza-urgenza, anche per le realtà orograficamente più complesse».

La parola “integrazione” è quella che secondo Ferranti meglio rappresenta il nuovo assetto. La Sala operativa è quasi una torre di controllo che si raccorda con le altre sale lombarde e con la Creli di Bergamo. Inoltre, il lavoro svolto ha consentito una sempre più stretta collaborazione tra i professionisti che operano nel servizio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Luglio 2018
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