Il Cebreiro all’alba e al tramonto dà spettacolo

Tappa molto lunga e impegnativa sia per i chilometri che i dislivelli. Scenari incantevoli e un sentiero tutto dentro la natura

cammino di santiago

Quando dici: “dai, allunghiamo la tappa. Sono solo due chilometri in più…”, le insidie sono dietro l’angolo. E così è andata e alla fine invece di 21 ne abbiamo fatti quasi 34. Poi magari fossero stati in piano. Macché, oltre 500 mt di dislivello a salire e mille a scendere.

Insomma quella di ieri, che doveva essere la tappa regina, per noi non è nemmeno una contessa.

Comunque non possiamo lamentarci di niente perché tra ieri sera e stamattina il Cebreiro ha dato spettacolo. Un tramonto e un’alba da restare a guardarli finché si poteva. Ieri sera ognuno andava a chiamare gli altri per vedere uno scenario da favola. Era un tripudio di esclamazioni e fino alle 22.30 il cielo appariva come la tavolozza di un pittore.

Il Cebreiro sorridente si sarà detto: “dopo tanto sole, il diluvio, il freddo invernale, vi ricompenso per la fatica e vi faccio vedere di cosa sono capace. Ma mica solo la sera. Anche al mattino”. Così all’alba la scena si è ripetuta con l’aggiunta di nubi quasi ovunque in basso come a fare un lago bianco.

Per chi era arrivato in serata sotto la pioggia non deve esser sembrato vero che il tempo potesse cambiare con tale velocità. Quella vetta, un po’ valico, però non è solo spettacolo ambientale, ma storia. E che storia. È anche spiritualità e alla messa della sera con successiva benedizione erano tanti i volti pieni di commozione per una cerimonia a più voci e lingue.

Ognuno intraprende il cammino con le proprie motivazioni, ma ci sono momenti che al di là della fede, trasmettono una energia notevole. Il francescano che ha celebrato ha messo al centro l’amore, “perché il cammino è amore, è accoglienza dell’altro”.

Parole forti che già avevano risuonato la prima sera per me a Roncisvalle quando un altro religioso era entrato diretto nella questione dei migranti perché l’amore richiede una prassi che si rifà alle scelte di Dio che per amore ha sacrificato suo figlio per la salvezza dell’umanità. Il Cebreiro così diventa una sintesi quasi completa di ciò che il cammino apre.

Poi, come è normale che sia, in molti restano un po’ fuori da questi momenti. I nostri amici che hanno deciso di andare oltre per accorciare i tempi della strada per Santiago, ma soprattutto le decine di giovani che hanno fatto festa fino a tarda ora cantando e gridando anche dopo l’ora del silenzio ignari che qualcuno già dalle 21.30 voleva dormire per partire già alle 6. Il cammino però è anche questo. Almeno un cammino come Santiago dove ormai si mescola di tutto e la dimensione spirituale a volte deve lottare per trovare spazio.

Stamattina altra buona sorpresa finalmente, abbiamo potuto fare colazione prima di partire. La pattuglia si è dimezzata e siamo rimasti io, Gigi, Giampaolo e Costantino. Ieri sera si erano rivisti Maurizio, suo figlio Gabriele e Rodrigo (in lutto per la sconfitta del suo Brasile), ma stamattina eravamo ancora noi quattro.

Convinti di fare una tappa breve siamo partiti comunque presto, ma ce la siamo presa comoda. Un sentiero bellissimo, tutto fuori dall’asfalto anche se il sali scendi in qualche passaggio ha richiesto impegno. In ogni caso prima di pranzo eravamo a Triacastela e abbiamo pranzato con Sabrina e Il tedesco Thomas che si sono uniti a noi per proseguire fino a Balsa. Solo due chilometri per arrivare nell’ostello El beso, tutto orientato alla biodiversità e al mondo vegetariano. Purtroppo sì è rivelata una pessima scelta la nostra, non per i valori professati, ma per il posto che si è rivelato ben al di sotto delle aspettative minime e con qualche timore anche sanitario.

A quel punto la scelta non era tanto facile, ma abbiamo deciso di riprendere il cammino e così ci siamo fatti altri nove chilometri per arrivare a Pintin, una piccola frazione dove una pensione ci ha fatto condizioni quasi da pellegrini. Così dopo tre settimane riprovo l’emozione delle lenzuola, di un asciugamano di cotone e di tanti piccoli comfort come non dover far la coda al bagno e cose simili.

cammino di santiago

A metà del cammino abbiamo incontrato un altro spazio a donativo con una sorridente e solare Gabriela, che da alcuni mesi è arrivata dalla Colombia e vive sul cammino insieme ad altri ragazzi. Oggi abbiamo riprovato l’ebbrezza di una giornata di sole anche se per finire è arrivato il classico temporale con tanto di nuvoloni nerissimi.

Da quando si entra in Galizia, subito prima del Cebreiro, inizia la presenza di cippi che segnalano la distanza a Santiago ogni cinquecento metri. Una scelta anche eccessiva e perfino un filo ossessiva, ma del resto qui tutto parla del cammino. Perfino sugli scontrini di alcuni bar è indicata la distanza finale.

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Pubblicato il 07 Luglio 2018
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