Terapia onde d’urto: cos’è, come funziona, nuovi campi di applicazione

Avanza progressivamente anche in Italia la terapia onde d’urto utilizzata, innanzitutto, in ambito fisioterapico ed estesa, di recente, a nuovi campi di applicazione

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A cura del Centro Ryakos

Avanza progressivamente anche in Italia la terapia onde d’urto utilizzata, innanzitutto, in ambito fisioterapico ed estesa, di recente, a nuovi campi di applicazione.

Per la prima volta nel nostro Paese (precisamente, all’ospedale Santo Stefano di Prato), è stato eseguito con successo il primo intervento per il trattamento di arterie calcificate su un paziente 81enne affetto da malattia coronarica acuta con conseguente restringimento delle arterie. La tecnica delle onde d’urto ha permesso la frammentazione delle calcificazioni e la conseguente espansione dello stent.

Questa tecnica, se applicata a bassa intensità, permetterebbe anche di intervenire sul dolore pelvico cronico e sulla disfunzione erettile sostituendo farmaci non sempre efficaci: in urologia, viene utilizzata oltretutto nel trattamento della calcolosi renale.

Di recente, a Lecce, è stata applicata la tecnica mini invasiva Shockwave che, attraverso le onde d’urto, ‘demolisce’ placche coronariche molto dure rimettendo il cuore in salute: il sistema è lo stesso utilizzato per la calcolosi renale.

Il settore per eccellenza nell’ambito della terapia onde d’urto restala fisioterapia: anche in questo campo, c’è  una novità recentissima.

Terapia onde d’urto focali: più rapidi i tempi di recupero dal pit stop forzato degli sportivi

Tutti gli sportivi (professionisti o dilettanti) che subiscono traumi come fascite plantare, tendinopatie, calcificazioni, sperone calcaneare sono costretti ad un stop (in gergo tecnico pit stop) forzato.

La terapia onde d’urto focali è in grado di ridurre i tempi di riposo forzato. Grazie alle onde d’urto è possibile individuare e trattare i trigger point ovvero i singoli punti muscolari dolorosi e le irritazioni tendinee localizzate in vari strati muscolari.

Sulle onde d’urto focali sono stati eseguiti diversi studi che ne dimostrano l’efficacia.

Se, ieri, il trattamento con le onde d’urto focali rappresentava l’ultima spiaggia consigliata ai pazienti (quando tutto il resto risultava inefficace), oggi l’onda d’urto viene utilizzata a priori, non come alternativa di ripiego.

Terapia onde d’urto: cos’è e come funziona

In inglese, la sigla riferita alla terapia onde d’urto è ESWT (extracorporealshockwave therapy): i campi di eccellenza associati a questo trattamento restano la fisioterapia, la medicina dello sport e l’ortopedia.

Con questa tecnica all’avanguardia vengono trattati disturbi muscolo-scheletrici come la tendinite cronica del ginocchio o della cuffia dei rotatori (spalle), la fascite plantare, tendiniti dovute a traumi, gomito del tennista, tendinopatia achillea. La lista è lunga e merita un paragrafo a parte per dovere di informazione.

Tutto molto interessante ma cosa sono le onde d’urto? In che consiste questa terapia avanzata?

Le onde d’urto sono onde ad elevata energia acustica trasmesse attraverso la superficie cutanea e diffuse in senso radiale (sfericamente) nell’organismo. Come reagisce il corpo a queste onde?

L’attività metabolica circostante all’area dolente aumenta e, di conseguenza, viene stimolato ed accelerato il processo di guarigione. In sostanza, queste onde, venendo in contatto con i tessuti del nostro organismo, stimolano all’interno delle cellule veri e propri cambiamenti biologici.

La terapia che sfrutta le onde d’urto rappresenta un’alternativa valida alla chirurgia, non invasiva e ambulatoriale.

Nel campo ortopedico-riabilitativo e della fisioterapia, le onde d’urto (che siano radiali o focali) si possono definire la tecnologia biomedicale più all’avanguardia.

Onde d’urto: tipologie e tecnologie utilizzate

Le principali tipologie di onde d’urto sono:

  • Focale o focalizzata (concentrata su una piccola zona interna dell’organismo);
  • Radiale (diffusa sfericamente).

In riferimento alla densità di energia utilizzata, si possono distinguere onde d’urto:

  • A bassa energia (<0,08mJ/mm²);
  • A media energia (0,08–0,28mJ/mm²);
  • Ad alta energia (>0,28mJ/mm²).

Per generare onde d’urto, si utilizzano diversi tipi di tecnologia, da quella balistica ad elettroidraulica, dalla piezoelettrica alla magnetostrittiva.

Azione delle onde d’urto: effetto diretto e indiretto  

Quale meccanismo rende efficaci le onde d’urto? Cosa succede quando entrano in azione nel nostro organismo?

La terapia onde d’urto funziona grazie a due principali effetti:

  • Un effetto diretto dell’impulso sui tessuti della zona trattata legato a fenomeni di riflessione che risultano più intensi nei punti di passaggio fra tessuti molli (come muscoli o tendini) e più compatti (come le ossa);
  • Un effetto indiretto (detto di ‘cavitazione’) scaturito dalla depressione che segue all’impulso e che attraversa la struttura elastica del tessuto.

In entrambi gli effetti, si verifica un incremento della vascolarizzazione nell’area colpita a seguito della stimolazione da parte degli impulsi sulle fibre nervose. Risultato: i fattori infiammatori vengono rimossi attraverso il rilascio di sostanze che favoriscono la formazione di nuovi vasi in un processo di capillarizzazione. Per i tessuti ossei il processo è lo stesso: in caso di fratture, la terapia onde d’urto porta all’aumento della vascolarizzazione con successiva stimolazione osteogenica favorendo la formazione di tessuto osseo.

Tutte le patologie trattate dalla terapia onde d’urto

Per dovere di cronaca o, meglio, per dar modo a chiunque di scoprire se la patologia o disturbo di cui soffre può essere trattata con la terapia onde d’urto, pubblichiamo una lista esauriente dei ‘tessuti bersaglio’ e relative patologie su cui poter intervenire:

  • Tendinite achillea;
  • Tendinite del ginocchio (peritendinite rotulea);
  • Tendinopatia della spalla (periartrite scapolo-omerale) calcificata o meno;
  • Tutte le forme di tendinopatia;
  • Borsite sottoacromiale;
  • Tendinite della regione tibio-tarsica e del piede;
  • Calcificazione muscolare (a seguito di ematomi, lesioni da trauma);
  • Contrattura muscolare, stiramento (colpo di frusta, trauma sportivo);
  • Fascite plantare (tallonite, sperone calcaneare);
  • Epicondilite (gomito del tennista);
  • Epitrocleite (gomito del golfista);
  • Pubalgia;
  • Pseudoartrosi dovuta a frattura che non guarisce o mal curata;
  • Ritardo nella consolidazione ossea;
  • Ipertono da Parkinson;
  • Necrosi ossea;
  • Ipertono spastico associato a ictus;
  • Ipertono spastico associato a paralisi cerebrale infantile;
  • Disfunzione erettile;
  • Arterie calcificate (restringimento);
  • Calcolosi renale;
  • Demolizione di placche coronariche;
  • Trattamento dei trigger point per accelerare i tempi di recupero dal pit stop forzato.

Terapia onde d’urto: risultati, tempi di efficacia

In gran parte dei casi, la terapia onde d’urto richiede da 3 a 5 sedute per poter beneficiare dei primi risultati.

Già dopo il primo trattamento (nelle successive 4-5 ore), si verifica una riduzione del dolore. Ciò è dovuto all’effetto inibitorio sui recettori del dolore e dal rilascio locale di endorfine.

Col passare del tempo, precisamente tra le 6 e le 24/48 ore successive, i sintomi riaffiorano e talvolta possono risultare più acuti rispetto alla sintomatologia pre-trattamento.

Passate le 48 ore, il dolore progressivamente diminuisce.

Le ulteriori sedute di terapia con onde d’urto consentiranno la completa remissione dei sintomi dolorosi.

La terapia onde d’urto ha controindicazioni?

Come qualsiasi trattamento, esistono controindicazioni che è bene conoscere.

Quelle assolute riguardano disturbi della coagulazione, polineuropatie, tenosinoviti infettive, eventualità che vicino al campo di pressione siano presenti nuclei di accrescimento.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Luglio 2018
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