Un nuovo patto con i giovani. Solo così l’Italia puo’ ripartire

L'Ance ha dedicato la sua assemblea al tema del passaggio generazionale. Orlando Saibene (presidente): «Ho chiesto a mio figlio di entrare in azienda. Non so ancora se gli ho dato un'opportunità o un problema»

ANCE varese generica

Con la parola toledot in ebraico si indica la storia, ma quella stessa parola significa “generazioni“, “discendenti“. Quindi la storia è la sequenza ininterrotta di generazioni, dove ogni persona è un collegamento piccolo ma indispensabile affinché ci sia continuità. Il rischio che sta correndo oggi l’Italia è la perdita di quel collegamento essenziale tra generazioni in grado di generare la storia. La preoccupazione di vivere in un paese bloccato inizia ad emergere soprattutto nel mondo economico e politico perché è lì che si vedono i primi effetti devastanti della catena spezzata.

IL PASSAGGIO GENERAZIONALE

La questione generazionale e i giovani è stato il tema portante dell’assemblea annuale dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili). A fornire lo spunto il libro “Né sfruttati né bamboccioni“: come risolvere la questione generazionale per far ripartire l’Italia” (Egea) scritto da Francesco cancellato, direttore dell'”Inchiesta.it“, intervenuto all’assemblea nel ruolo di moderatore.
«L’ascensore sociale si è bloccato – ha detto Orlando Saibene, presidente di Ance Varese – ma in un contesto totalmente cambiato rispetto al passato. Noi ogni giorno potevamo scegliere di cambiare lavoro e a volte a governare questa scelta era il caso». Saibene prima di diventare imprenditore voleva fare il segretario comunale e ci era quasi riuscito, se non fosse intervenuto un diverbio con un amministratore pubblico che lo convinse a fare il salto nel privato. Una scelta che oggi ha fatto anche il figlio di Saibene, seconda generazione in azienda. Il dubbio però al presidente di Ance Varese rimane: «Non so ancora se gli ho dato un’opportunità o un problema».

Provenire da una famiglia di imprenditori può essere anche determinante nella scelta di entrare in politica. Come è accaduto all’eurodeputato Massimiliano Salini (Forza Italia),  figlio di un imprenditore della provincia di Cremona. «Bisogna essere affamati e curiosi per potersi realizzare – ha sottolineato Salini -. Sono valori che ho appreso lavorando in azienda con mio padre. E la scelta di fare politica è nata dalla necessità di affermare una vera cultura d’impresa e cambiare un contesto che in genere è ostile agli imprenditori».

LA CONOSCENZA, VERO SPARTIACQUE

L’Italia ha la percentuale di laureati più bassa d’Europa (18%), solo 8mila diplomati agli istituti tecnici superiori contro gli 800mila della Germania. Buona parte della sfida si gioca sul piano della conoscenza e da essa dipenderanno anche il futuro e la credibilità della politica. «La conoscenza è un vero spartiacque – ha detto il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti – perché con il passare del tempo non avremo più bisogno di questa capacità produttiva, a parità di valore aggiunto ci sarà bisogno di meno ore lavorate. La  politica dovrà creare le condizioni necessarie per ampliare gli spazi di inclusione per la conoscenza».

ANCE varese generica

Come far emergere il talento in una situazione così complessa è, per il deputato della Lega Leonardo Tarantino, la questione più importante. «Fare impresa in questo contesto non è semplice – ha spiegato Tarantino – Tutti credono di poterlo fare perché danno per scontato talento e conoscenza. Credo che il decreto dignità cerchi di dare un ordine allo sviluppo, senza dimenticare chi questo talento non ce l’ha».
Curiosità, talento e conoscenza non sono caratteristiche tipiche solo dell’imprenditore. «Chiunque si può improvvisare nella nostra professione – ha detto Marco Dettori, presidente di Ance regionale – nonostante in parlamento siano depositati 8 disegni di legge. Nel nostro settore il rapporto con i giovani dovrebbe essere agevolato perché ci sono novità tecnologiche su cui la vecchia generazione fa una certa fatica ad adeguarsi».

UN NUOVO PATTO GENERAZIONALE

Rilanciare un nuovo patto generazionale in Italia basato sulla conoscenza è dunque una via percorrribile.  Negli ultimi tempi sono in tanti a dirlo, economisti, sociologi, sindacalisti  e imprenditori. Nell’ultima assemblea del’Unione industriali di Varese, la relazione del presidente era tutta incentrata su questo tema. «La parola chiave di questo patto è: formazione – conclude Francesco Cancellato -. Un processo di formazione continua, coerente con l’aumento dell’età e con un processo produttivo che è in transizione. Occorrono infine un patto sulla natalità e uno di genere. Le statistiche dicono che le donne si laureano meglio e di più rispetto agli uomini, ma faticano ad avere salari e posizioni manageriali come i colleghi maschi» .

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Pubblicato il 17 Luglio 2018
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