C’era il viale alberato e non ci sarà più

Via Padre Lega un tempo era tutta ombreggiata, poi nel tempo molti alberi sono stati tagliati. Gli ultimi in questi giorni: non saranno ripiantati. "Danneggiano e rendono inutilizzabili i marciapiedi, li sostituiamo con altro"

Via Padre Lega 2018

C’era una volta il viale alberato, ma non ci sarà più, nel quartiere di Ronchi a Gallarate: via padre Lega perde uno dei caratteri che la identificavano. Fino a pochi giorni fa erano rimasti pochi singoli alberi, ma i recenti tagli sono il preludio della soluzione futura: niente piante ad alto fusto, ma soluzioni verdi alternative.

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Via Padre Lega senza alberi 4 di 10

Il caso è stato sollevato da Legambiente, non è l’unico in città ma è forse quello più eclatante. Perché il taglio qui non riguarda solo qualche albero, ma è proprio la fine del viale alberato, come conferma l’assessore ai lavori pubblici Sandro Rech: «Abbiamo altre idee, per altri elementi di verde, meno imponenti».

Facciamo un passo indietro: il viale alberato, nei fatti, man mano si era già perso per strada negli ultimi dieci anni. Il viale che dalla trafficata via Carlo Noè sale al quartiere di Ronchi negli anni Ottanta si presentata florido e ombreggiato, ad ingentilire un po’ la sua ampiezza quasi eccessiva, ma negli ultimi lustri lasciava alquanto a desiderare. Nel 2011 erano ancora una quarantina, poi qualcun’altra è stata rimossa in seguito. E anzi: le panchine realizzate negli anni Duemila – a margine di nuove edificazioni – quasi all’incrocio su via Sciesa, già non avevano visto mai l’ombra di alberi, mai piantati (e infatti non sono usate).

Via Padre Lega 2018

I tagli degli ultimi giorni, però, hanno decretato la fine del viale creato a inizio anni Sessanta. Perché? «Gli alberi sono stati tolti perché era già previsto nelle schede predisposte dall’agronomo comunale: erano alberi malati, colpiti dai funghi, a fine ciclo vitale» dice Rech, confermando l’ipotesi che la stessa Legambiente aveva avanzato. «Abbiamo tagliato tutti quelli che erano nella relazione dell’agronomo. Che erano tra l’altro, tutte robinie, essenze non pregiate, non autoctone».
A questo , poi, Rech aggiunge un’altra motivazione: «Bisogna poi considerare che rovinavano i marciapiedi con le radici e lo stesso ingombro andava a restringere il calibro del marciapiedi».  È un elemento che di tanto in tanto veniva notato anche da residenti e lettori, perché in effetti era disagevole per chi si muoveva – ad esempio – spingendo un passeggino o o una carrozzina.

Via Padre Lega 2018
Il viale alberato nel 2011

Rech specifica che il taglio è stato fatto in prospettiva del rinnovo del manto dei marciapiedi, previsto nel piano lavori pubblici. E che in questo quadro, appunto, è prevista la rinuncia definitiva al viale alberato. Ma non al verde, assicura l’assessore: «Abbiamo altre idee, per inserire elementi di verde, meno imponenti. Anche perché comunque siamo in una zona già molto verde, con i giardini privati» Ma cosa significa, concretamente? Rech non anticipa molto: «Creeremo elementi verdi che lascino agibile il marciapiedi, con soluzioni innovative».

Vedremo in futuro. Nel frattempo il viale oggi si presenta ormai senza più ombra, dalla salita su fino alle scuole elementari e oltre. I pochi pensionati a passeggio nella calura di luglio si fermano di fronte al Camelot, dove solo qualche fronda degli alberi di “piazzetta Di Lella” fa ancora ombra.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 09 Luglio 2018
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Commenti

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    Scritto da Felice

    La soluzione innovativa per eccellenza di Gallarate e Busto sono le colate di cemento. Che poi ci mettano una panchina è solo una forma di cortesia non richiesta. Chi si siederebbe senza la piacevole ombra di un albero ed il rumore delle foglie accarezzate dal vento. E poi dicono che le città sono sempre più calde ed invivibili ….ci credo c’e solo cemento e centri commerciali (nonché cacche e pisciatine di cani dei soliti quattro incivili)

    Propongo i relativi sindaci come nuovi Major di New York. Quanto dite che resisterebbero Central Park ed i viali alberati di molti quartieri. Un consiglio : in Italia le piante si ammalano o raggiungo il fine vita perché una volta piantate (evento oramai raro) sono abbandonate a loro stesse in un ambiente fortemente ostile per la vita vegetativa.

    Io abito a Tradate e non potrei immaginarmela senza il bellissimo viale alberato che ci fa ombra e che ci fa passeggiare senza essere ossessionati dalla calura estiva. È vero che tali viali hanno qualche costo aggiuntivo rispetto ad una bella colata di asfalto. Ci sono la potatura e la raccolta delle foglie in autunno ma se i nostri nonni hanno deciso di crearli significa che avevano già loro a cuore una città più a misura d’uomo.

    Che tristezza.

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    Scritto da Rolo

    Vergogna, Vergogna, Vergogna!
    Concordo con quanto scritto dal Sig. Felice, anche perchè gli alberi sono vita e biodiversità, comprese le robinie che attirano durante la fioritura api ed altri impollinatori.
    Gli alberi non sono solo ombra e refrigerio, ma anche sicurezza per il territorio: https://www.facebook.com/ziarpiatraneamt/videos/2048020385268780/

    Rolando Saccucci

    1. Avatar
      Scritto da Felice

      Sig. Rolo questi riescono a fare del razzismo anche sulle specie arboree, parlano di piante autoctone anche riferendosi alle robinie.
      Siam messi proprio male.

  3. Avatar
    Scritto da mike

    L’ennesimo scempio che rispecchia fedelmente lo squallore della società odierna. Aridità d’animo, zero sentimenti e una gran bella dose di prepotenza e menefreghismo! Che meraviglioso futuro ci attende…!!!

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