Videosorveglianza, Luino aderisce al progetto di Comunità Montana

La giunta: “Misura complementare volta a migliorare la sicurezza”. Costo per ogni Comune: 11 mila euro

Avarie

Si chiama “Sicurezza Valtravaglia” ed ha come obiettivo la sorveglianza del territorio, attraverso l’uso di telecamere. Il Comune di Luino ha aderito a questo progetto con una delibera di giunta dello scorso 26 luglio.

Il progetto nasce in seno alla Comunità Montana valli del Verbano, ente che ha stanziato nel proprio bilancio di previsione 2018 la somma complessiva di 200.000 euro finanziata per metà con fondi propri e per la restante parte col cofinanziamento dei Comuni partecipanti.

Per l’adesione all’acquisto di impianti di videosorveglianza, ogni ente coinvolto è deputato a partecipare con una somma stabilita in 11.100 euro.

«È nelle intenzioni dell’amministrazione comunale attivare un sistema di videosorveglianza sul territorio comunale come misura complementare volta a migliorare la sicurezza, laddove risultano inefficaci o insufficienti altri tipi di controlli e accorgimenti, nonché il monitoraggio del flusso veicolare in entrata ed in uscita al centro abitato, in particolar modo durante la presenza turistica», si legge nel testo della delibera di giunta.

Che specifica: «Le finalità perseguite con l’introduzione di questo nuovo sistema sono rispondenti alle funzioni istituzionali demandate all’Ente dalla vigente normativa in materia di ordinamento degli Enti locali, nonché dallo Statuto e dai Regolamenti comunali».

Gli ultimi episodi di microcriminalità e degrado anche nel centro cittadino (il caso dei writers svizzeri, ma anche del bisticcio nel piazzale della stazione solo nella serata di ieri, lunedì) rappresentano solo una piccolissima parte, quella legata al senso di “sicurezza percepita”, legata al controllo dell’ordine pubblico attraverso la tecnologia.

Se, infatti, molti indicatori legati al bilancio dell’attività delle forze dell’ordine parlano di reati in calo, risponde al vero che per il perseguimento di molti reati consumati in provincia, la videosorveglianza è stata determinante.

Per l’esito delle indagini sulla rapina a mano armata cui è seguito il ferimento del benzinaio Marco Lepri a Busto Arsizio, per esempio, il rigoroso controllo delle targhe dei mezzi ai “varchi” in entrata nelle diverse zone della città ha fornito un contributo fondamentale alle attività di indagine. Un’ammissione confermata in diversi ambienti investigativi che hanno contribuito alla rapida soluzione del caso.

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Pubblicato il 31 Luglio 2018
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