Arcadia lascia, l’Osteria La Tela resta senza gestore. Il sindaco: “Ripartirà”

La cooperativa che la gestisce il bene confiscato è in difficoltà e ha preferito riconsegnare le chiavi al sindaco Cattaneo che, però, promette: "Questa esperienza non morirà"

osteria sociale la tela ndrangheta

Con una nota stampa il sindaco di Rescaldina, Michele Cattaneo, annuncia la decisione della cooperativa Arcadia di chiudere l’esperienza dell’osteria sociale La Tela (bene confiscato alla ‘ndrangheta), iniziata poco meno di 3 anni fa (era il 5 dicembre 2015): «Sabato sera sono stato contattato dal presidente della Cooperativa Arcadia, che mi ha comunicato la decisione dell’assemblea dei soci di Arcadia di restituire al Comune le chiavi dell’immobile confiscato alla mafia dove ha in questi anni operato l’ “Osteria Sociale La Tela”». Qui la storia de La Tela

LE DIFFICOLTA’ DI ARCADIA

Alla base della decisione ci sarebbero alcuni problemi economici accusati dalla cooperativa. Arcadia, infatti, ha perso negli ultimi tempi diversi appalti relativi alla manutenzione del verde e si trova in questo momento in una situazione economica difficile, faticando a far fronte a tutti gli stipendi e ai debiti con i fornitori.

LA SITUAZIONE DE LA TELA

L’osteria La Tela è stata in passivo nei primi due anni di esercizio, ma da marzo 2018 aveva operato diversi correttivi che a detta di diversi osservatori, ristoratori ed esperti del settore, avrebbero già da settembre riportato in pareggio il ristorante.

Arcadia ha comunque deciso, pur avendo possibilità alternative di finanziamento e di affiancamento nella gestione, di chiudere l’esperienza de La Tela per concentrarsi sul suo “core businness”, ovvero la manutenzione del verde.
Su quanto apparso sui Social Network di possibili ammanchi o ruberie di forniture da parte di qualche dipendente di Arcadia, ho subito informato, già questa mattina, le forze dell’ordine.

IL COMUNE PRONTO A RIAFFIDARE IL BENE

Appena verrà ufficializzata la chiusura del contratto di comodato con Arcadia, il Comune di Rescaldina, che è proprietario dell’immobile, riassegnerà il bene che, lo ricordiamo, è un bene confiscato alla criminalità organizzata.
La riassegnazione dell’immobile avverrà perseguendo le finalità del progetto per cui erano stati erogati i fondi per la ristrutturazione e l’assegnazione potrà avvenire solo a imprese sociali senza scopo di lucro: «Tenteremo di riassegnare il bene il più velocemente possibile per preservare i posti di lavoro dei lavoratori che erano impiegati presso La Tela e per perseguire le finalità sociali insite nel progetto di riqualificazione e valorizzazione del bene confiscato».

Il sindaco non vule far morire questa esperienza e continua a difenderla dagli attacchi che provengono dall’esterno: «La Tela, nonostante ci sia qualcuno che probabilmente spera nel contrario, dati i continui attacchi al progetto degli ultimi anni, continuerà ad essere simbolo di lotta alla mafia, simbolo di legalità e di inclusione sociale. Come Amministrazione continueremo a vigilare affinché nel territorio le forze contrarie alla legalità, alla solidarietà e alla lotta alla criminalità organizzata non intacchino questo straordinario progetto di restituzione alla collettività di ciò che le mafie, i suoi sodali e i suoi difensori hanno tolto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Settembre 2018
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