Il cane “tira” al guinzaglio? Tre consigli per una passeggiata felice
Alcuni semplici esercizi per evitare di "farsi trascinare" durante le uscite con i nostri cuccioli
Ammettiamolo, sudare le proverbiali sette camicie e farsi trascinare come fagotti dal nostro cane ogni qualvolta gli si metta il guinzaglio è imbarazzante, oltre che frustrante e faticoso.
Ma perché fa così? Innanzitutto il fatto di essere “attaccato” a un altro essere vivente attraverso una corda è una cosa che in natura non esiste, e che l’istinto del nostro cane fa fatica a gestire senza “aiuti” da parte nostra. Entra poi in gioco la natura profonda del cane, che è quella di un predatore con la propensione ad esplorare l’ambiente.
In questo breve video, l’istruttore cinofilo Claudio Misiti ci spiega i tre esercizi fondamentali per far sì che ogni passeggiata si trasformi da incubo in esperienza serena e positiva per cane e padrone:
- Quando il cane inizia a tirare sul guinzaglio, ci si ferma e si aspetta che la tensione si allenti. Si attende ancora finché il cane non dia segnali di calma. A quel punto si riparte, invitandolo a seguirci con un convinto “andiamo”! Non appena ricomincia a tirare si ripete l’operazione. All’inizio non si farà molta strada, ma la pazienza e la costanza saranno largamente ricompensate nel tempo;
- La corruzione: si convince il nostro amico peloso a rimanere attaccato al nostro fianco “adescandolo” scandalosamente con dei premi: bocconcini, crocchette, pezzetti di würstel. All’inizio lo si fa sistematicamente, poi si diradano i premi quando la condotta al fianco inizia a diventare una sana abitudine;
- “Guida il padrone”: spieghiamo al nostro cane che lui non può sapere dove noi vogliamo andare, cambiando direzione repentinamente, facendo dietro front o curvando di colpo ad angolo retto, questo in modo continuo e senza preavviso. Dovrà far fatica e rimanere concentrato se vuole starci dietro, meglio quindi stare al nostro fianco e non cercare di andare avanti.
Questi esercizi vanno praticati un paio di volte per uscita, per non più di cinque minuti alla volta in modo da non risultare tediosi e perdere così la loro efficacia. In effetti si tratta di convincere ed educare anziché forzare un comportamento attraverso pratiche coercitive. Il nostro cane ha un solo desiderio: stare con noi e renderci felici, e lo farà tanto più volentieri quanto più facilmente capirà che cosa ci aspettiamo da lui.
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