Cessione del quinto, una delle forme di finanziamento più in voga

Se il settore dei prestiti e finanziamenti torna a crescere in Italia buona parte del merito è dei tassi di interesse che sono ora su livelli convenienti

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Se il settore dei prestiti e finanziamenti torna a crescere in Italia buona parte del merito è dei tassi di interesse che sono ora su livelli convenienti. Una recente indagine della Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha certificato che ad agosto 2018 si è assistito ad un notevole aumento dei prestiti proprio grazie ai tassi di interesse che sono arrivati ai minimi storici.

Aumentano quindi i prestiti verso famiglie ed imprese con una susseguente ripresa del mercato dei mutui: ed a beneficiarne sono in particolare alcuni prodotti tra i quali la cessione del quinto. Lo strumento è ormai noto ed è quasi superfluo parlarne visto che, da tempo, ha fatto al sua comparsa sui mercati. In massima sintesi, aiutandoci con informazione reperibili su siti di riferimento quali ad esempio Cdq.center, si tratta di una particolare tipologia di finanziamento che viene definito come un prestito personale non finalizzato.

In pratica la vera differenza con altre forme di prestito è data dalla metodologia del rimborso: chi richiede un finanziamento tramite cessione del quinto dovrà andare a rimborsarlo poi con un debito mensile che non dovrà mai eccedere il 20%, ovvero 1/5 del totale, dello stipendio o della pensione (la cessione del quinti è rivolta sia a lavoratori a tempo indeterminato che ai pensionati).

Uno strumento che per questa sua conformazione risulta particolarmente utile e che sta riscontrando notevole successo soprattutto tra i pensionati; mentre buona parte degli altri prestiti sul mercato è rivolta solo a determinate categorie, la cessione del quinto è disponibile per una larga platea di lavoratori e pensionati.

È anche grazie alla proliferazione di strumenti come questi che va letta l’esplosione in senso positivo del settore dei prestiti negli ultimi mesi. Dicevamo poi dei tassi ai minimi storici: si pensi che ad agosto 2018 i tassi di interesse applicati si sono collocati mediamente su una cifra pari al 2,60%, minimo storico soprattutto se rapportato al periodo subito prima della crisi, quindi al 2007, quando il dato era di 6,18%.

Se ai profani questo potrà anche non indicare molto, per gli addetti ai lavori risulterà da subito di assoluta importanza il dato rapportato alla possibile ripresa dei mercati. Uno dei fattori che ha rallentato l’economia in questi anni di crisi è stato proprio il blocco del credito: famiglie ed imprese non riuscivano più ad accedervi con un effetto domino poi sull’economia reale, che stentava a girare.

Una tendenza negativa che pare stia iniziando finalmente a rientrare prendendo anzi la deriva opposta; e se il dato diventasse strutturale sarebbe un innegabile segnale positivo per l’economia del paese.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Settembre 2018
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