Il giorno del primo sciopero di Air Italy a Olbia. “È una delocalizzazione”

Grande mobilitazione in Sardegna per evitare i trasferimenti a Malpensa. Oggi le prime ore di sciopero e il consiglio comunale con intervento della Regione

Italia Mondo generiche

Annunciato nel cuore d’agosto, è arrivato il giorno del primo sciopero di Air Italy: l’astensione dal lavoro è stata dichiarata a Olbia, per protestare contro i trasferimenti di personale all’aeroporto di Milano Malpensa.

(La foto è dal quotidiano Olbia.it, che sta seguendo la giornata di sciopero: qui il loro articolo)

Olbia è la base “storica” di Meridiana, la compagnia dell’Aga Khan che è entrata nell’orbita di Qatar Airways e che da marzo 2018 ha iniziato ad operare sotto il nuovo marchio di Air Italy. Il piano industriale ha invece previsto come nuova base operativa e hub Milano Malpensa. In questo quadro, la compagnia ha previsto il trasferimento di cinquantuno dipendenti da Olbia a Malpensa, il 16% della forza lavoro, secondo l’assessore regionale Carlo Careddu. Una mossa che i sindacati hanno subito denunciato come azione unilaterale e che oggi viene definita «una delocalizzazione».

Lo sciopero – che anticipa una seconda data già ipotizzata dai sindacati – ha durata di quattro ore e avviene in contemporanea con un consiglio comunale che ha visto anche la partecipazione dei consiglieri regionali. Al sit-in davanti alla sede dell’azienda si sono viste anche molte bandiere con i quattro mori: per i sardi il trasferimento ha il sapore di uno «scippo», incide su una Regione con altissima disoccupazione, pur in una zona percepita “in continente” come ricca grazie al turismo. C’è anche una forte preoccupazione che sia solo un primo passo per indebolire ancor di più la base di Olbia: «Questi non sono 51 trasferimenti, sono i primi 51» ha detto Marco Bardini, un rappresentante dei cassaintegrati Meridiana, oggi nel Movimento 5 Stelle.

L’assessore regionale ai trasporti Carlo Careddu ha attaccato duramente e ha detto di aver «chiesto una riunione a Olbia con una delegazione della Qatar Airways per fare il punto della situazione e capire cosa sta succedendo». «Nel frattempo è importante che anche il Mise si riunisca». Altri si sono spinti a ipotizzare uno «sciopero generale in Gallura» a difesa del lavoro in aeroporto.

Qui la cronaca completa degli interventi, su Olbia.it

Per capire il contesto particolare valgono le parole di un dipendente, riportate da Olbia.it (qui), che ha spiegato la delusione di chi a Olbia si sentiva aristocrazia della compagnia, fedelissimo dell’azienda: «Ho fatto violenza su me stesso. Alle sei del mattino sono andato a lavorare e alle 10 ho dovuto timbrare per il mio primo sciopero. L’ho fatto convinto di aiutare me stesso e i miei colleghi. Tra meno di venti giorni la nostra vita sarà cappottata per una situazione assurda».

Va ricordato che nel frattempo Air Italy in questi mesi ha messo a regime la compagnia, con l’attivazione delle rotte internazionali imperniate appunto su Malpensa e con il completamento della prima fase di espansione sulle rotte di feederaggio interne. Il piano industriale prevede 1500 assunzioni a regime, ma in questa fase pesano – soprattutto in Sardegna – la perdita dei posti esistenti e le preoccupazioni per il futuro.

Non casualmente, Air Italy ha annunciato nella giornata di lunedì 10 settembre – in contemporanea con lo sciopero – alcune nuove assunzioni, «cinque nuove posizioni lavorative vacanti fra i vari reparti aziendali», che ha portato le assunzioni dalla primavera scorsa a 58, di cui cinque all’estero.

Sui posti a Olbia, invece, così ha commentato il Ceo Neil Mills: «Questi trasferimenti garantiranno l’efficienza e la scalabilità delle operazioni di Air Italy in futuro. Lo staff coinvolto rappresenta il 16% dello staff di Air Italy con sede a Olbia. I reparti delle altre 267 persone – l’84% del personale di Air Italy ad Olbia – non saranno trasferiti come è stato già confermato». Mills ha anche aggiunto che gli assistenti di volo «saranno ovviamente basati dove è posizionata la flotta e diversi mesi fa abbiamo concordato con tutte le parti che avremmo gestito un eccesso temporaneo di equipaggi di cabina a Olbia fino a quando non fossero stati necessari a Malpensa, e tale piano non è cambiato. Tutti gli sviluppi più sopra enunciati, facevano parte del piano industriale originale che è stato presentato, insieme al nuovo marchio, all’inizio di quest’anno, il cui punto focale è lo sviluppo di un nuovo hub a Milano Malpensa e la permanenza della sede centrale della società a Olbia».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 10 Settembre 2018
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