Gli infermieri fanno quadrato: “Denunciare ogni violenza”
Il presidente del collegio Ipasvi di Varese interviene per chiedere rispetto dopo le notizie di aggressioni a carico di infermieri
Presa di posizione del collegio Ipasvi dopo le notizie di aggressioni ai danni di infermieri:
«L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Varese si costituirà sempre come parte civile in ogni contenzioso che vedrà coinvolti i propri iscritti e gli altri operatori della salute in casi di violenza e/o aggressione fisica o verbale, anche attraverso mezzi di comunicazione di massa.
Premesso che gli infermieri hanno il dovere deontologico, morale e legale di agire con professionalità e competenza all’interno della relazione di aiuto e dei percorsi di cura, parimenti hanno il diritto di essere riconosciuti e trattati con educazione e rispetto in quanto professionisti e persone. Non dovranno essere più tollerati comportamenti aggressivi e violenti nei loro confronti che, oltre a svilire il professionista, mettono a rischio gli utenti.
Perché un percorso di cura sia efficiente, efficace ed appropriato è indispensabile che si instauri il patto di cura all’interno del quale la persona si affidi a chi può e deve farsi carico dei suoi bisogni di salute, e chi vi risponde lo deve fare in quanto professionista. Da questa sinergia, fiducia e rispetto reciproco si sviluppa il percorso di cura. Si ringraziano le Forze dell’ordine per la stretta ed efficace collaborazione e si auspica una sempre maggior cooperazione, identificando i momenti maggiormente a rischio al fine di prevenire o identificare precocemente le situazioni di pericolo.
Gli infermieri non sono nemici né tanto meno bersagli, ma alleati competenti dei
cittadini. Poco più di un anno fa l’allora Collegio IPASVI di Varese aveva formulato e divulgato il comunicato stampa che attualizzo e ripropongo.
Ieri ho ricevuto la telefonata di un collega aggredito proprio il giorno prima durante lo svolgimento del suo servizio, nella sua voce e nelle sue parole lo sgomento, il turbamento e la rabbia per l’accaduto, lo stupore per la reazione violenta in alcun modo stimolata o provocata e quindi non prevedibile e assolutamente non giustificabile, “ha iniziato a colpirmi mentre gli parlavo, grazie all’arrivo di un collega che mi ha soccorso sono riuscito ad allontanarmi …”. Mentre ascoltavo il suo racconto ho compreso lo stupore, la paura, la rabbia … e la passione. Quindi perché? Il collega mi ha trasmesso il suo carico di emozioni, insieme alla sua professionalità, umanità e amore per la professione che ha scelto e che sceglie tutti i giorni “nonostante tutto”. Chiede aiuto e sostegno.
Quindi cosa posso fare? Posso esserci, l’Ordine c’è! C’è e si schiera sia dalla parte dei cittadini che dalla parte dei professionisti: gli infermieri. Ringrazio il collega per aver cercato il suo Ordine, per aver cercato me, per aver condiviso il suo essere professionista e persona. Grazie. Sappiamo bene che alla nostra attenzione giungono persone con problematiche di ogni genere; la letteratura riporta ambienti più a rischio quali i pronto soccorso, gli ambulatori, le degenze onco-pediatriche, la salute mentale … ambienti nei quali chi vi accede porta il suo carico di paura, dolore, frustrazione, malattia, situazione sociale e culturale … lo sappiamo.
La risoluzione di queste situazioni è tutt’altro che semplice, deve essere multi fattoriale: strutturale, organizzativa, formativa e informativa. La Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche con tutti gli Ordini sta lavorando con il Ministero della Salute per approntare strategie atte a mettere in sicurezza professionisti e persone. Esorto tutti coloro che in qualunque forma subiscono una violenza a segnalarla, non giustifichiamo la violenza o le aggressioni anche se dovute ad una patologia o a un dolore immenso … quando necessario si effettua denuncia formale alle Forze dell’ordine e in ogni caso va segnalata all’interno delle proprie aziende poiché solo così si possono identificare possibili correttivi e valutare possibili strategie.
Siamo pronti ad accogliere le persone con tutto il loro bagaglio, ma al rispetto chiediamo rispetto.
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