Grazie a Lu-Ve spa il sogno cinese passa anche da Uboldo

A novembre il gruppo che produce impianti di raffreddamento aprirà una nuova fabbrica a Tianmen nel centro della Cina. Tecnologie ecosostenibili e a basso consumo energetico per contribuire al "chinese dream" di Xi Jimping

«Sono felice ma stanchissima». Alla fine della visita della delegazione cinese alla Lu-Ve spa, azienda di Uboldo specializzata nella produzione di sistemi di raffreddamento , è la traduttrice ad essere la più affaticata. Tradurre undici interventi di politici, autorità, industriali e manager dal cinese all’italiano e viceversa non è certo una passeggiata. Iginio Liberali, presidente di Lu-Ve spa, ci ha provato a parlare in inglese, ottenendo soddisfazione solo da Liu Juan, brillante segretaria del partito comunista di Tianmen. I politici sono presenze indispensabili, quando si fa un accordo economico con i cinesi. «In Cina la mano invisibile del mercato è guidata da quella visibile del partito» ha detto Liberali. E alla Lu-Ve il partito era molto visibile.

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LA NUOVA FABBRICA 
Il gruppo industriale di Uboldo a novembre inaugurerà un nuovo stabilimento spostandolo dalla provincia dello Jiangsu a Tianmen, nella provincia dello Hubei nella Cina centrale. Lu-Ve con un investimento di dieci milioni di euro passerà da 7.000 a 19.000 metri quadri e sarà il primo gruppo industriale italiano ad aprire in quell’area, senza avere competitor di rango. Una decisione che alla luce della guerra commerciale tra Usa e Cina fa pensare a una scelta di prospettiva. «Siete attualmente la seconda economia mondiale – ha sottolineato Liberali – ma diventerete presto la prima». Dopo aver scelto la Via della seta, Lu-Ve ha però pensato a un’alternativa. «La guerra dei dazi in questa fase crea una turbativa fastidiosa» ha commentato lapidario Liberali. Ma con l’acquisto recente dell’americana Zyklus, l’azienda di Uboldo di fatto tiene un piede anche nel mercato Usa. Non si sa mai.

«Se arrivi in Cina arrivi nel mondo». La voce stentorea del segretario generale del partito, Wu Jin  sembra voler esaltare l’efficienza del suo popolo e al tempo stesso snobbare la sfida ingaggiata da Trump. Nel frattempo l’economia varesina con i suoi prodotti, soprattutto quelli metalmeccanici,  è arrivata in Cina generando numeri importanti a conferma di un rapporto consolidato tra i due paesi. «In questi primi nove mesi l’export è cresciuto del 12% – ha detto Riccardo Comerio presidente di Univa – Abbiamo esportato verso la Cina oltre 400 milioni di euro di beni e servizi e ne abbiamo importati per 600 milioni».

IL SOGNO CINESE
La partita di Lu-Ve spa non si gioca però solo sul piano economico. Per più volte nella sala riunioni dell’azienda si è parlato di “Chinese dream”, cioè il sogno cinese, il programma di governance lanciato dal presidente Xi Jimping «per migliorare lo sviluppo e la bellezza della Cina, per  lasciare alle future generazioni cieli blu, prati verdi, acqua pulita e prodotti manifatturieri ecologici». L’ecosostenibilità è dunque la vera nuova frontiera cinese, obiettivo in contrasto con l’immagine diffusa di un ambiente compromesso dallo sviluppo tumultuoso del capitalismo di Stato.
«Avete scelto un partner di qualità, una delle imprese migliori della nostra regione – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo – Le nuove tecnologie utilizzate da Lu-Ve sono importanti perché possono attenuare l’impatto ambientale. Sostenibilità e risparmio energetico sono obiettivi globali che dobbiamo condividere insieme».

La presenza del sindaco di Uboldo, Lorenzo Guzzetti, del presidente della Provincia di Varese, Gunnar Vincenzi, e dell’assessore regionale Cattaneo ha dato il crisma dell’ufficialità all’incontro delle due delegazioni. A febbraio ce n’era stato uno a Tianmen per la firma dell’accordo. «Noi eravamo in quattro e loro in trenta. D’altronde l’arte della guerra non l’abbiamo scritta noi» ha detto con tono scherzoso l’amministratore delegato di Lu-Ve Matteo Liberali. In quel primo incontro fin da subito le autorità cinesi misero nero su bianco i diritti e i doveri che spettavano alla Lu-Ve. «In un solo pomeriggio abbiamo stabilito le regole e le opportunità per i prossimi dieci anni – ha concluso Michele Faggioli vicepresidente e coo del gruppo – Per noi è stata una grande novità».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 03 Settembre 2018
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