La lotta al populismo in Europa inizia in fabbrica

Doppio seminario della Cgil di Varese sul Cae (comitato aziendale europeo). Colombo: «Rimettere al centro dell'azione del sindacato europeo i diritti fondamentali, la lotta al precariato e all'austerità»

cgil

Forse non tutti conoscono la sigla CAE, che sta per comitato aziendale europeo, e la sua funzione. Istituiti in base a una direttiva europea hanno la  funzione di scambiare informazioni tra lavoratori all’interno di gruppi multinazionali, quindi con sedi in più paesi. Questi comitati servono ad evitare che ci siano comportamenti diversi a seconda della dislocazione della sede e riequilibrare il comportamento nei confronti dei lavoratori per evitare concorrenze sleali.

Il ruolo di questi comitati, secondo la Cgil, è fondamentale soprattutto oggi che l’Europa è sotto attacco di sovranisti e populisti. Così importante che la Camera del Lavoro di Varese ha organizzato al circolo di Belforte un doppio seminario dal titolo “Per l’Europa che vogliamo”.

«In un momento storico così delicato – spiega Stefania Filetti, della segreteria della Cgil – il Cae, partendo dall’azione dei delegati nelle fabbriche, può essere uno strumento di pressione positiva per determinare un cambiamento a livello europeo».

cgil

La contrattazione aziendale transnazionale, secondo Umberto Colombo, segretario provinciale della Cgil di Varese, potrebbe facilitare il passaggio da un’Europa finanziaria a una sociale, colmando così con contenuti veri uno spazio che oggi è occupato dalle parole d’ordine dei populisti. «Occorre un ruolo più incisivo del sindacato italiano nel sindacato europeo – dice Colombo – Riaffermare il ruolo centrale della contrattazione, significa rimettere al centro dell’azione del sindacato europeo i diritti fondamentali, la lotta al precariato e all’austerità».

«Il movimento sindacale ha una forza enorme – aggiunge Fabio Ghelfi, responsabile delle politiche europee e internazionali della Cgil Lombardia– Attraverso la contrattazione si attiva un processo di coesione sociale, di riconoscimento di tutte le parti in gioco. Credo che sia venuto il momento di  forzare per favorire questo processo».

Tra le parti in gioco ci sono i manager delle multinazionali e molto dipende dalla loro sensibilità e dal loro livello di partecipazione al Cae. «Il tema di come si pongono nei confronti della contrattazione i vertici di queste aziende – conclude Fausto Durante, responsabile delle politiche europee e internazionali della Cgil Lombardia – è determinante per il risultato finale. Nelle mie esperienze posso citare il caso Electrolux che avendo le sue radici in Svezia è molto sensibile alla cooperazione. Se i manager ci credono il Cae può essere uno strumento che incide realmente a livello europeo».

di
Pubblicato il 21 Settembre 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.