Maxi monumento contro le mafie nel parco comunale

L'immagine di Falcone e Borsellino realizzata da Fabrizio Vendramin. Il sindaco Guzzetti: "Dentro a questo dipinto c'è un'idea di paese, di comunità"

Maxi monumento contro le mafie nel parco di Uboldo

È stato realizzato da Fabrizio Vendramin il maxi monumento contro le mafie voluto dall’amministrazione comunale di Uboldo nel parco pubblico di via Ceriani. Una riproduzione gigante dei giudici Falcone e Borsellino, reinterpretata con al centro un bambino neonato sorridente che non lascia dubbi sul significato che il Comune vuole trasmettere alla città. L’inaugurazione è avvenuta venerdì mattina, alla presenza del sindaco Lorenzo Guzzetti, del capitano dei carabinieri Pietro Laghezza, ma soprattutto dei bambini delle scuole cittadine.

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«Avevo 27 anni e qualche capello bianco in meno, i capelli più corti e giuravo in piazza quel caldo 24 giugno del 2009. Al termine del mio discorso inaugurale usai le parole “le persone passano, le idee restano” – spiega il primo cittadino Guzzetti -. Dentro a questo dipinto c’è un’idea di paese, di comunità. Quel dipinto è lì perchè ogni mattina tutti possiamo rammentare che la paura va combattuta col coraggio, sempre, ovunque, e che la battaglia per far prevalere la giustizia, la legalità, il senso del dovere e dello Stato inizia da noi, da ciascuno di noi. Dicevo oggi ai ragazzi che ciò che mi auguro è che vedendo questo dipinto tutte le mattine a qualcuno nasca la vocazione di dedicare la propria vita allo Stato come i nostri carabinieri (grazie al Capitano di Saronno Pietro Laghezza di esserci stato così come ai nostri carabinieri di Uboldo), i nostri agenti e le tante persone che lavorano ogni santo giorno per creare il miracolo di darvi sicurezza, legalità, servizi funzionanti, ospedali aperti e via discorrendo».

«Agli adulti rammentavo invece le parole di Falcone che chiudevano quella frase riportata sul dipinto: “Ognuno di noi deve fare la sua parte, piccola o grande che sia” – prosegue Guzzetti -. L’ho detto perchè a Uboldo magari possiamo imparare a stimarci di più, a fare di più , tutti, per la nostra comunità. Ognuno di noi in ruoli diversi è chiamato a fare qualcosa per la comunità, “la sua parte”. Ora di anni ne ho 36, ho qualche capello bianco in più e io “passo”, ma mi auguro che le idee restino. Restino nei miei cittadini, nei ragazzi, in tutte quelle persone che ho provato a servire con tutto il mio impegno e con tutto me stesso. Le idee che continueranno a camminare sulle gambe di altri. L’idea che servire lo Stato è una cosa bellissima perchè lo Stato non è di uno o di qualcuno ma è di tutti. Lo Stato siamo noi. Vivano, sempre, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, gli agenti della scorta e tutte le persone che hanno lasciato la loro vita il 23 maggio 1992 e il 19 luglio 1992».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 15 Settembre 2018
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