Buon compleanno, “Due cavalli”!

Il 6 ottobre del 1948, a tre anni dalla fine della guerra, la Citroen svelò al Salone dell'Automobile di Parigi il primo esemplare della rivoluzionaria vettura economica disegnata dal varesino Flaminio Bertoni

museo Flaminio Bertoni Volandia

Buon compleanno “Due cavalli”! Era il 6 ottobre del 1948 quando, a tre anni dalla fine della guerra, la Citroen svelò al Salone dell’Automobile di Parigi il primo esemplare della rivoluzionaria vettura economica a cui lavorava da un decennio (compresa la pausa della guerra).

La Citroen 2CV è diventata un’auto mitica, grazie anche alle forme particolarissime “scolpite” da quel genio del design che è il varesino Flaminio Bertoni.

museo Flaminio Bertoni

Il grande disegnatore, già emigrato da anni dall’Italia e forte del successo commerciale della Traction Avant, inizialmente non fu coinvolto direttamente dal patron di Citroen Boulanger, ma poi – negli anni finali della Seconda Guerra Mondiale, quando la produzione civile era pressoché ferma – seppe imporre il suo design. C’entrava anche la capacità artistica di Bertoni, ben raccontata anche dalle sculture esposte al Museo Bertoni a Volandia: il designer varesino infatti creò da zero il modello in plastilina (spesso per lui il modello anticipava il progetto sulla carta) e convinse Boulanger a rimettere mano al prototipo del 1939.

Dal progetto inizialmente denominato TPV (acronimo di “vettura piccolissima”, in francese) nacque così la 2CV, capace di imporsi per le sue forme originali, che in questo la accomunano ad auto come la Topolino della Fiat o il Maggiolino della Volkswagen, mezzi nati da un’idea commerciale simile, quella dell’auto accessibile al largo pubblico e non più simbolo del lusso.

museo Flaminio Bertoni
Una delle 2CV esposte al museo Bertoni a Volandia, vicino a Malpensa

Estremamente spartana ed economica, la 2CV divenne rapidamente famosa presso il pubblico anche grazie alla sua comparsa in innumerevoli film di successo, tra cui un episodio di James Bond, American Graffiti e i film della Pantera Rosa. Così come divenne parte – anche nella versione furgonata – dell’immaginario della provincia francese, mai scalzata neppure da un’altra auto popolare come la Renault 4. Non è un caso che ancora oggi la 2CV compaia ancora oggi spesso nelle cartoline, sui poster o in campagne pubblicitarie ambientate in Francia, dalla Provenza alla Normandia.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 06 Ottobre 2018
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  1. Avatar
    Scritto da mike

    Ho avuto la fortuna e il privilegio di guidare negli anni 70 la Dyane, stretta cugina della 2CV, e in poco più di 10 anni feci oltre 245000 km senza problemi. Poi, alla fine degli anni 80 acquistai una 2CV Charleston di seconda mano e “completai” così il piacere unico e particolare di avere guidato un’icona della storia dell’auto. Piccola, semplice e grande auto che ti dava tanto e ti chiedeva quasi nulla! Che nostalgia!

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