Duemilalibri chiude con 4650 presenze. “E il Maga piace a tutti”

L'assessore Peroni promuove i risultati del festival nella versione articolata su tre fine settimana

Marcello Morandini Maga

Duemilalibri chiude l’edizione 2018 e il primo conteggio, incontro dopo incontro, segnala la partecipazione di oltre 4500 persone.

Anzi, c’è un dato precisissimo: «Abbiamo avuto 4650 presenze» spiega Isabella Peroni, assessore alla cultura. «Certamente avevamo ci aspettavamo di avere più pubblico grazie alla scelta di fare un evento su più giorni rispetto al passato. Certo, i numeri contano, ma bisogna capire anche come hanno vissuto l’evento le persone: la gente è sempre uscita soddisfatta, tutti gli autori si sono sentiti a loro agio, si è creato un clima positivo».

Peroni sottolinea con forza la scelta del Maga come location principale del festival. «Molti autori ci hanno detto di aver apprezzato la “sala degli arazzi”, così come tanti editori coinvolti. È un rapporto più stretto che abbiamo intessuto anche grazie alla scelta di far corrispondere Duemilalibri con l’aperture delle nuove mostre al museo. Questo senza nulla togliere alle altre sale usate per gli incontri».

Come ogni anno, forte è stato il contributo delle associazioni, che – al pari di alcuni autori locali – hanno decretato il successo di pubblico di alcuni appuntamenti, tra i più partecipati. «Le associazioni hanno portato il loro contributo prezioso. Adesso lasceremo riprendere un po’ tutti, poi faremo un incontro conclusivo: vogliamo capire anche la valutazione delle librerie».

Peroni rimarca la novità di una maggiore durata delle “Giornate del libro e dell’autore”: «La scelta di un periodo più lungo ha richiesto certamente più energie, ma ci ha dato più spazio alle diverse tipologie di libri e di argomenti trattati, nella speranza che aiuti a far riflettere il pubblico. Al di là del libro che presentavano, molti autori hanno portato la loro visione su vari temi e argomenti, si trovavano a loro agio. In molti incontri c’è stato un rapporto aperto con il pubblico, al di là della presentazione e del farmacopie: a volte si è andati anche oltre l’ora “canonica” di incontri».

A volte c’è stata qualche lamentela sulle sovrapposizione di due incontri contemporanei, che potevano togliersi pubblico l’un l’altro. Farete una valutazione su questo, è un modello da superare? «Evitare le sovrapposizione significherebbe fare un Duemilalibri di tre settimane. Accade anche a Mantova: se hai tanti autori, non bastano i giorni e si deve ricorrere a qualche incontro in contemporanea con un altro. Quando ci sono state sovrapposizioni si è andati comunque a proporre generi e tipi di pubblico diversi. Eliminare le sovrapposizioni di incontri penso sia impossibile. Ma del resto anche in città durante l’anno avviene così, così ad esempio è successo sabato o giovedì scorso con altre iniziative previste».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 29 Ottobre 2018
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