Ex camiceria, il progetto che cambia il volto a un intero quartiere

Ha ottenuto l'ultimo via libera dal consiglio comunale il piano che riqualificherà l'ex sito industriale. Un investimento da 40 milioni di euro con una ricaduta di 4 e mezzo di opere per la collettività

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Abbatterà i muri che circondano un’area imponente ma ad oggi inaccessibile della cittadina, testimonianza del passato industriale e luogo di lavoro per moltissime donne ispresi e dei comuni vicini. Il progetto di riqualificazione dell’area dell’ex camiceria Leva ha ottenuto nel corso del consiglio comunale di martedì 23 ottobre l’ultimo via libera alla sua attuazione.

Potrà muovere così i suoi primi passi un intervento importante per estensione e valore che cambierà il volto di un intero quartiere della cittadina. L’intero progetto restituirà una superficie coperta di 39mila metri quadrati e prevede un investimento stimato in circa 40 milioni di euro da parte della proprietà, la Verbano East Coast Srl (che acquistò l’area dalla famiglia Leva negli anni Novanta), con ricadute per il territorio in termini di opere accessorie calcolate intorno ai 4 milioni e mezzo di euro.

«Siamo giunti alla fine di un lungo iter amministrativo che ha visto osservazioni, modifiche, approfondimenti, incontri pubblici e un’ampia progettualità per arrivare con una decisione finale il più possibile condivisa – spiega il sindaco Melissa De Santis -. Il lavoro sulle proposte con la proprietà è iniziato nel 2014. Nel 2016 è stata formalizzata la richiesta con il piano di intervento e sono stati organizzati alcuni momenti pubblici per presentare il progetto. Abbiamo raccolto una serie di osservazioni e proposte di modifica e nel 2017, per quasi un anno, l’iter si è fermato per rielaborare alcuni interventi e rivedere alcune opere. È stato richiesto inoltre alla società di realizzare un masterplan, un valore aggiunto per tutta la comunità perché offre una visione strategica a lungo termine del comune di Ispra».

IL QUARTIERE OGGI

COSA PREVEDE IL PROGETTO
«Innanzi tutto – spiega De Santis – l’area sarà aperta e i muri esterni saranno abbattuti. L’edificio storico della fabbrica sarà spostato in fondo all’area e diventerà residenziale a sette piani, (a livello di altezze 5 metri in più dello stato attuale, ndr) da destinare a case in cohousing, quindi con alloggi non molto grandi e con molti spazi e servizi in comune. L’area centrale sarà occupata da una piazza e da un edificio che andrà ad ospitare in parte uffici, in parte una sala polivalente a disposizione del comune con circa cento posti a sedere. L’elemento caratteristico del luogo, la ciminiera, sarà ristrutturato e alla base diventerà un centro espositivo. Sulla destra, guardando il progetto dall’alto, abbiamo un edificio destinato ad attività di somministrazione e piccolo artigianato e un altro edificio dove si trasferirà un supermercato già attivo a Ispra. Sulla sinistra è previsto lo spazio da destinare al commercio e dove potranno essere aperti fino a undici negozi. Si tratta, lo ricordo, di piccole superfici di vendita, molto vincolate (eventuali modifiche alle condizioni previste per questa parte del progetto dovranno passare dal voto in consiglio comunale, ndr) e sarà un insediamento graduale, si partirà con un massimo di cinque nuove attività e si proseguirà con un eventuale incremento, ogni due anni, ma sempre nel limite di undici nuovi negozi».

IL CONTESTO
«Questo grande intervento – sottolinea De Santis – ci permette di creare un elemento di congiunzione tra il centro e le aree periferiche perché andrà a restituire alla comunità una parte di Ispra che oggi non è vissuta e non è accessibile. Le opere accessorie (dalla sistemazione e integrazione di alcuni tratti ciclopedonali, alla riqualificazione dell’area a lago, dalla cessione e sistemazione del parco della Baragiola alla realizzazione di un nuovo campo da basket con uno skate park e un parco giochi) inoltre si inquadrano proprio in quest’ottica perché sono soprattutto rivolte a favorire la mobilità dolce e i pedoni. Ma l’ex camiceria è un elemento di congiunzione anche tra passato e presente per questo abbiamo incentivato il mantenimento di quegli elementi caratteristici che ricordassero l’importanza che questo luogo ha rivestito per molte famiglie ispresi».

 

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Ottobre 2018
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